
SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Se vale ancora il detto “un morto fa notizia, mille morti fanno una statistica”, capiamo bene come mai gli oltre 3000 morti (dato 2023) avvenuti sulle strade italiane non facciano più notizia di un qualche trafiletto nelle pagine di cronaca. Morti a cui si aggiungono i quasi 17.000 feriti gravi: quanto una media cittadina di provincia, che ogni anno viene uccisa o gravemente ferita sulle strade.
Riteniamo incredibile che questa continua mattanza quotidiana, che colpisce indistintamente adulti, bambini e anziani in modo del tutto casuale, sia ormai accettata e considerata una sorta di “prezzo della modernità”, tanto da aver derubricato questi eventi a “incidenti”, a “tragiche fatalità”, quando è più che evidente la responsabilità dei Governi e della politica nel non essere stati capaci di gestire le problematiche che gli scatenano.
Iniziamo dalle strade: spesso strette, inadeguate, piene di buche e con manto danneggiato. Inutile riempirle di segnaletica stradale – spesso incoerente e limiti di velocità ridicoli – per non doverle rendere sicure, una giustificazione a basso costo che nasconde il problema sotto il tappeto, almeno fino alla prima vittima.
C’è poi il comportamento alla guida, sempre meno corretto. Dal mancato rispetto delle più elementari regole di sicurezza alla maleducazione alle continue distrazioni al volante, smartphone in primis. Senza considerare, ovviamente, l’abuso di sostanze psicotrope come alcool e stupefacenti. A cui non possiamo non aggiungere la dimensione dei veicoli circolanti, sempre più grandi, sempre più ingombranti, sempre meno adeguati alle strade della penisola, in particolare nei centri urbani. Veicoli spesso con scarsa visibilità, che diventano letteralmente delle armi nelle mani di guidatori non sempre capaci di guidarli in sicurezza. Le prime vittime sono le categorie deboli della strada: pedoni e ciclisti, considerati in Italia “figli di un Dio minore” per strade create quasi esclusivamente per la circolazione delle auto.
Impossibile a questo punto non sottolineare anche la cronica mancanza di piste ciclabili, marciapiedi, isole pedonali e tutte le altre soluzioni per rendere la mobilità dolce, in particolare attorno ai centri urbani, sicura. Eppure la bicicletta e una passeggiata fanno non solo bene alla salute, ma snelliscono anche la viabilità, con vantaggi per tutti. E’ quindi incredibile come le Amministrazioni Italiane non investano abbastanza in queste soluzioni win-win, continuando a permettere questa continua striscia di sangue sulle strade: non è un caso se delle cifre già citate il 73% delle vittime sia su strade urbane. Le nostre città sono sempre più affogate di auto, pericolose, con scarsa visibilità e comportamenti alla guida inadeguati e pericolosi. In Italia, l’indice di mortalità per i pedoni è 4 volte superiore a quello degli occupanti delle autovetture.
Siena non fa eccezione, ovviamente, e con il suo primato italiano di autovetture per abitanti evidenzia più che mai l’impatto negativo che le auto hanno per i centri urbani. Automobili che invadono quasi tutti gli spazi disponibili, rendendo le nostre città pericolose per i pedoni e ciclisti: due categorie che, nei centri urbani, dovrebbero essere privilegiate.
In un contesto dove il Governo nazionale decide anche di tagliare fondi per la manutenzione stradale, da dirottare sull’improbabile opera del Ponte di Messina (ammesso che sia realizzato, qualcuno si è chiesto come faremo ad arrivarci?), dare priorità alla mobilità dolce nei centri urbani diventa essenziale, riducendo l’impatto delle autovetture sulle aree residenziali e favorendo soluzioni alternative e molto meno impattanti, anche sulla vita umana.
Ovviamente in attesa di avere l’aeroporto di Ampugnano, quando tutti i cittadini senesi potranno finalmente spostarsi in aereo (sic.)!”.