Marrucci (Ali): "Il Governo ci ripensi e la Regione ci aiuti"
FIRENZE. “Sugli accorpamenti condividiamo la preoccupazione espressa dalla Cgil e da tutto il mondo della scuola: ridurre il numero degli istituti significa indebolire un presidio sociale e culturale, soprattutto nei piccoli comuni e nelle aree interne. E’ il chiaro effetto di scelte fatte a livello nazionale ma che pagano i territori, i cittadini e le famiglie. Eravamo contrari due anni fa, lo siamo nettamente ancora oggi”.
A dirlo è Andrea Marrucci, presidente di Ali Toscana – Autonomie Locali Italiane e sindaco di San Gimignano, intervenendo sul tema del dimensionamento scolastico dopo la recente delibera regionale che prevede l’accorpamento di 16 istituti: 4 a Lucca, 3 a Massa Carrara, 3 a Pistoia, 2 a Firenze, 2 a Grosseto e 2 a Siena.
“La Regione Toscana si trova oggi a dover applicare un piano imposto a livello statale, nell’ambito di un percorso di riduzione della spesa che dura da anni. Come amministratori locali – spiega Marrucci – conosciamo bene cosa significhi chiudere o accorpare un istituto: non è solo una questione di numeri o di organici, ma di tenuta sociale, di futuro delle comunità, di diritto allo studio in condizioni di equità. Ogni volta che un plesso scolastico viene soppresso o accorpato si produce una ferita nel tessuto dei territori più fragili, quelli montani, rurali o distanti dai grandi centri. La scuola è spesso l’unico luogo di aggregazione e di crescita collettiva: perderla significa accelerare lo spopolamento e la marginalità”.
“Per questo – conclude Marrucci – serve che il Governo si fermi e ci ripensi e che la Regione, che pure ha fatto molto fino ad oggi per contrastare queste scelte, riveda i criteri su cui decidere gli accorpamenti. Perché non è possibile applicare la stessa logica numerica a grandi centri urbani e a territori periferici, dove tra un istituto e l’altro ci sono diversi chilometri di distanza”.






