Impegna la Giunta ad attivare quanto prima un’attività ispettiva tecnica
FIRENZE. A conclusione dei lavori, l’Aula consiliare ha approvato, a maggioranza, la proposta di risoluzione presentata dal Pd in via collegata alla comunicazione della Giunta sulle politiche regionali in materia di ciclo integrato dei rifiuti, alla luce dell’attività giudiziaria sugli affidamenti operati dall’Ato Sud Toscana.
Il testo è stato illustrato da Stefano Baccelli, Pd, che evidenziato la necessità di “rispettare il lavoro della magistratura”, ma anche “la necessità di dare risposte nell’interesse dei cittadini”. Baccelli ha sottolineato l’importanza di attivare “la parte ispettiva e tecnica della Giunta”.
La risoluzione approvata condivide i contenuti della comunicazione dell’esecutivo regionale “per quanto riguarda la necessità di garantire la continuità del servizio”, anche “attraverso una tempestiva riorganizzazione degli organismi dell’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”. Impegna la Giunta regionale ad “attivare quanto prima un’attività ispettiva tecnica volta all’acquisizione di tutti i dati necessari per un’azione di monitoraggio e verifica”, a continuare “a garantire adeguati processi di decentramento nei confronti dei Comuni”, per “consentire a tutte le zone in cui si articola il territorio di poter vedere rappresentate le proprie necessità rispetto ala programmazione e alla gestione del servizio”. La risoluzione, inoltre, chiede alla Giunta anche di “aprire un confronto proficuo con i Comuni” e di “attivarsi nei confronti del Parlamento per avviare una riflessione sul tema della gestione dei servizi pubblici locali per quanto concerne una definizione più chiara delle modalità di svolgimento delle funzioni di programmazione”.
Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto negativo: “Nella proposta della maggioranza non c’è una parola di autocritica sulle politiche dei rifiuti”.
Gli interventi nel dibattito
“La gara più importante della Toscana è fallita, il modello regionale di Ambito territoriale regionale è fallito, questo il dato estremamente preoccupante”, dice Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle). “La Giunta non sa che pesci prendere, circa 350mila cittadini continuano a soffrire disagi per questo clima di incertezza. Oggi ci facciamo portavoce, per senso di responsabilità, dei lavoratori che stanno protestando fuori da questo palazzo. Alla Regione – dice ancora Giannarelli – chiediamo di sbloccare questa situazione inaccettabile entro il 31 dicembre di quest’anno: siano definite nuove linee guida e venga creato un tavolo regionale sulla sicurezza di utenti e lavoratori del trasporto pubblico locale al quale partecipino i lavoratori”.
Anche Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia, critica come “un po’ priva di contenuti la risposta della Giunta regionale”, una risposta che, a suo giudizio, “dice molto sulla più grande gara a livello europeo, che si sta arenando”. È necessario, prosegue Mugnai, “chiedersi il perché tutto questo accada”. Va in crisi in crisi, “un sistema di gestione dei servizi pubblici locali, che era poteva stare sul mercato all’interno della Toscana, ma in una dimensione più ampia, quando apre all’esterno, si ingrippa”. Ora, si tratta di “dare una accelerata, si stanno determinando anche elementi di scarsa sicurezza”.
Secondo Tommasi Fattori (Sì-Toscana a sinistra), si evidenziano “gravi errori compiuti dalla Giunta regionale”. Errori confermati dalla sentenza del Tar, spiega Fattori: “ci dice anche che le linee guida della gara sono ambigue e mal formulate”. Ora, di fronte al “caos, si colga l’occasione per riprogettare il bando, superando l’Ato unico a favore di ambiti ottimali più ridotti e adeguati alle diverse necessità delle varie situazioni locali, con un’attenzione vera all’intermodalità col trasporto su ferro e tenendo fermi il rispetto dei livelli occupazionali e la capillarità del servizio”. Non è un caso che “Autolinee Toscana e Mobit abbiano giocato con i numeri”, è piuttosto “la riprova che il bacino unico regionale è troppo ampio, se si vogliono coprire decentemente le linee deboli e garantire condizioni dignitose ai lavoratori”. Il capogruppo ha quindi annunciato il voto favorevole di Sì-Toscana a sinistra sulla risoluzione presentata da Claudio Borghi (Lega nord).
Le ragioni della maggioranza sono state illustrate pe ril Pd da Stefano Baccelli: “La comunicazione della Giunta è stata puntuale, surreale sentire ora la richiesta di tempi certi, l’invito a non aspettare. Condividiamo, invece, la decisione politica che è al fondo di una valutazione tecnica: il tentativo determinato della Giunta di salvare questa gara complessa e quindi di procedere finalmente all’aggiudicazione”. Così da consentire “che gli obiettivi si realizzino: innovazione tecnologica, implementazione con nuovi bus. Investimenti possibili con un nuovo contratto di servizio e conseguente affidamento”. La vicenda, aggiunge Baccelli, “su cui forse la Regione non è immune da responsabilità e da ritardi”, richiama la necessità “di modalità più chiare di svolgimento della programmazione, di gestione e di regolazione e di una più chiara definizione e distinzione dei ruoli tra attori pubblici e attori privati”. Una posizione confermata da Nicola Ciolini (Pd), che non esclude il rischio di “ricorsi al Consiglio di Stato” e chiede alla Giunta di proseguire sulla strada intrapresa: “Di tempo ne è passato già troppo, la gara fortunatamente non è stata annullata, il bando era fatto bene. Quello che possiamo fare qui è dare indicazione alla Giunta di continuare a investire sul trasporto pubblico locale”.
Secondo il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega nord), “ci danneggia voler aderire alle procedure europee. A questa situazione si arriva in due modi: o perché la Regione ha fatto male il bando o perché le regole europee rendono impossibile fare bene un bando. In entrambi i casi, c’è una mancanza della Regione, che in ogni caso va censurata: dovrebbe denunciare l’impossibilità di costruire un bando ben fatto”. Sarebbe anche auspicabile introdurre, aggiunge Borghi, “per quello che riguarda i servizi, una clausola o una esplicita preferenza per l’operatore nazionale”.