Una pietra, col suo nome scolpito, lo ricorda a San Gimignano
PONTEDERA – La mattina dell’11 agosto 1993, dopo la notte di San Lorenzo, pochi minuti dopo le 8, Mattia Mancini, un ragazzo di 15 anni e mezzo veniva sconfitto, dopo anni di coraggiosa battaglia, dalla leucemia. Una storia che commosse la città di Pontedera dove il ragazzo conosciutissimo viveva con la madre e studiava, ma anche la città di San Gimignano, dove Mattia trascorreva molti giorni e periodi di tranquillità col padre, e dove era molto conosciuto. Proprio nella città delle torri, alcune settimane prima della morte, ospite in un noto locale per un ricevimento, Mattia, benché consapevole della sua imminente fine, fu, come era nel suo carattere, gioioso e allegro, tanto che molti che lo conoscevano, non volevano credere e accettare che fosse così grave
Il giorno del suo funerale a Pontedera, le campane suonarono a festa e tantissima gente affollò il Duomo per l’ultimo saluto, mentre gli amici boy scout vollero portare a spalla la bara seguita dal “guidone di reparto”. A San Gimignano, nella centralissima via San Matteo, una pietra scolpita ricorda l’associazione che porta il nome di questo ragazzo e, in una casa di accoglienza, una “Oasi” è a lui dedicata.
Oggi, 18 anni dopo, i familiari e gli amici lo ricordano ancora con dolore e commozione.
La redazione de ilcittadinoonline della quale fa parte anche il collega Giorgio Mancini, padre di Mattia, si unisce nel ricordo con le parole che scrisse quel giorno, proprio Giorgio, come commiato dal figlio:
“Hai trascorso la tua ultima notte di S. Lorenzo, mentre dal cielo cadevano le stelle, senza sapere che stavi per diventare un angelo, solcando anche tu la breve vita come una meteora, che lascia negli occhi una dolce sorpresa e nel cuore una struggente nostalgia”.