Una nota del bilancio di previsione annuncia un risparmio di 9 mln all'anno nel triennio 2014-2016
ROMA. Dalla nota illustrativa del bilancio di previsione per il 2014 pubblicata sul sito del Quirinale si evidenzia un risparmio di 9 milioni di euro annuali nel triennio 2014-2016. In virtù di una proroga per l’intero triennio 2014-2016 del blocco di ogni adeguamento automatico e contrattuale delle retribuzioni e delle pensioni, oltre ad “ulteriori riduzioni dei compensi per il personale distaccato, comandato e a contratto, compresi i compensi del Segretario Generale e dei Consiglieri del Presidente della Repubblica”, si sono conseguite “economie stimabili complessivamente in circa 9 milioni di euro in ragione d’anno rispetto alla previsione per il 2014 del precedente bilancio pluriennale”. Nel corso del 2013, “dopo l’adozione delle disposizioni attuative del sistema previdenziale contributivo, introdotto per la generalità del personale a decorrere dal 1 gennaio 2012, sono state emanate – si legge ancora nella nota – ulteriori misure di riduzione della spesa relativa sia al personale di ruolo, in servizio e in quiescenza, sia al personale distaccato, comandato e a contratto, che si sono aggiunte a quelle già adottate nei precedenti esercizi, che continuano per altro a dispiegare i loro effetti”. La nota ricorda, inoltre, che il personale del Quirinale si è ridotto dal 31 dicembre 2006 al 31 dicembre 2013 di 507 unità, passando da 2.181 a 1.674, compreso il personale addetto alla sicurezza. “In particolare, la consistenza del personale distaccato per esigenze di sicurezza che, come è noto, viene determinata sulla base di intese con la Sovraintendenza centrale dei servizi di sicurezza e con le Amministrazioni interessate, si è ridotta nel corso del 2013 di 26 unità, passando da 819 a 793, compreso – si legge ancora nella nota – il reggimento Corazzieri. Al riguardo, prosegue la revisione organizzativa di tali servizi al fine di conseguire ulteriori riduzioni del personale distaccato e della spesa per il comparto sicurezza, già ridotta a circa il 6% della spesa complessiva (14,3 milioni di euro), gravando la spesa per tale personale, in misura largamente prevalente, sulle amministrazioni di appartenenza”. “Nel corso del 2013 si è avuta inoltre una ulteriore riduzione di 16 unità del personale di ruolo (da 799 a 783, 360 unità in meno rispetto alla pianta organica approvata nel luglio 2005), mentre è rimasto sostanzialmente stabile il personale di collaborazione fiduciaria, comandato e a contratto, il cui rapporto è destinato ad esaurirsi con la conclusione del mandato presidenziale”, conclude la nota. Nella nota si legge poi che la spesa “direttamente imputabile all’esercizio delle funzioni presidenziali” è pari a 115,8 milioni di euro, “sostanzialmente in linea con i costi delle analoghe amministrazioni di altri Paesi”. Nel fare il confronto con le amministrazioni presidenziali di altre Nazioni, si precisa, bisogna tenere conto “in primo luogo della diversità delle funzioni dei singoli Capi di Stato, che nei Paesi retti da forme di governo parlamentare sono in più casi minori rispetto a quelle attribuite dalla Costituzione al Presidente della Repubblica italiana”. Inoltre, “devono poi essere tenuti in considerazione i diversi criteri di imputazione delle spese, comprese quelle relative al personale comandato o distaccato da altre amministrazioni, che in altri ordinamenti è largamente prevalente rispetto ai dipendenti di ruolo ed il cui costo grava nella maggior parte dei casi esclusivamente sui bilanci delle amministrazioni di appartenenza del personale. Si confermano pertanto le considerazioni svolte a conclusione delle note illustrative dei precedenti bilanci di previsione: per un confronto corretto e non fuorviante con i bilanci di analoghe amministrazioni di altri Paesi è indispensabile avere ben presenti le differenze qui ricordate”, conclude la nota.