L'imbarcazione intestata al nipote dell'ex presidente tunisino
ROMA. Sequestrato a Lampedusa dalla guardia di finanza lo yacht di Ben Alì. L’imbarcazione, formalmente intestata al nipote dell’ex presidente tunisino attualmente in esilio in Arabia Saudita, era ormeggiata nel porto dell’isola.
Le attività delle fiamme gialle scaturiscono da una rogatoria internazionale, in forza della Convenzione stipulata nel 1967 fra l’Italia e lo stato magrebino, in base alla quale l’autorità giudiziaria tunisina ha chiesto ai magistrati italiani di individuare e sequestrare i possedimenti dell’ex capo dello Stato nordafricano e dei suoi familiari, in quanto beni ritenuti di proprietà del popolo tunisino.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Corte d’Appello di Roma, dopo complessi accertamenti patrimoniali svolti dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Capitale, che hanno consentito l’individuazione del natante, un Atlantique 43 lungo quattordici metri e del valore di circa un milione di euro, ormeggiato presso una banchina dell’isola. Come sottolineano i finanzieri, l’operazione della guardia di finanza ha avuto pieno successo anche grazie allo scambio informativo attuato con l’Interpol, che sta coordinando l’attività delle polizie di oltre venti Paesi impegnate nella ricerca del patrimonio della famiglia di Ben Alì.
Le attività delle fiamme gialle scaturiscono da una rogatoria internazionale, in forza della Convenzione stipulata nel 1967 fra l’Italia e lo stato magrebino, in base alla quale l’autorità giudiziaria tunisina ha chiesto ai magistrati italiani di individuare e sequestrare i possedimenti dell’ex capo dello Stato nordafricano e dei suoi familiari, in quanto beni ritenuti di proprietà del popolo tunisino.
Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Corte d’Appello di Roma, dopo complessi accertamenti patrimoniali svolti dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Capitale, che hanno consentito l’individuazione del natante, un Atlantique 43 lungo quattordici metri e del valore di circa un milione di euro, ormeggiato presso una banchina dell’isola. Come sottolineano i finanzieri, l’operazione della guardia di finanza ha avuto pieno successo anche grazie allo scambio informativo attuato con l’Interpol, che sta coordinando l’attività delle polizie di oltre venti Paesi impegnate nella ricerca del patrimonio della famiglia di Ben Alì.