Il fatidico traguardo sarà raggiunto il 31 ottobre, secondo le stime dell'Onu
di Umberto De Santis
SIENA. Il 31 ottobre sulla Terra ci saranno 7 miliardi tondi di abitanti. Pensiamo che per arrivare ad un miliardo di persone sul globo l’umanità ha impiegato tutta la sua storia fino al diciannovesimo secolo, per il successivo miliardo e mezzo ci sono voluti circa 150 anni, poi in appena 60 anni la popolazione mondiale è cresciuta di 4,5 miliardi, di cui 1 solo negli ultimi dieci. Il calcolo è stato effettuato dalla Divisione per la Popolazione delle Nazioni Unite, si tartta di una crescita enorme, una vera sfida che è un’opportunità per una maggiore consapevolezza ecologica verso il nostro pianeta e verso la tutela e la corretta gestione delle sue risorse naturali. Non dobbiamo dimenticare che dalla vita della Terra dipende il futuro nostro e delle dalle nuove generazioni.
Questi sono i temi hanno caratterizzato il dibattito della Giornata Mondiale della Popolazione dell’11 luglio, quando l’UNFPA (Agenzia Internazionale per lo Sviluppo) ha presentato la campagna globale “Azione 7 miliardi”. E’ stato lo stesso segretario generale dell’ONU a di stimolare la consapevolezza verso la necessità di un mondo più giusto e sostenibile a fronte dei cambiamenti imminenti, affermando che “La popolazione del Pianeta sta per raggiungere i 7 miliardi di abitanti e si tratta certamente di un evento di grande significato che costituisce un’occasione irripetibile per celebrare la nostra comune umanità e la nostra diversità”. Ha proseguito Ban Ki-moon “Esso ci ricorda la condivisa responsabilità nel prenderci cura gli uni degli altri e nell’occuparci del nostro pianeta. Le statistiche del Population Reference Bureau dicono che ogni minuto nel mondo nascono circa 267 persone e ne muoiono 108, quindi il saldo di crescita è di 158 persone al minuto; di esse, quattro appena provengono dai paesi sviluppati e ben 154 dai paesi in via di sviluppo. I 1.800 milioni di giovani tra i 10 e 24 anni saranno la chiave fondamentale per la gestione dei cambiamenti che ne derivano.
Secondo le previsioni della Divisione della Popolazione delle Nazioni Unite, la popolazione mondiale raggiungerà gli 8 miliardi entro il 2025, i 9 miliardi nel 2043 e 10 miliardi nel 2083. E’ chiaro che la crisi ambientale non è conseguenza diretta del numero di umani sul pianeta, bensì dei loro consumi: ricordiamo che l’americano medio emette quasi 17 tonnellate di CO2 a testa, mentre che vive in India 2. Ma è altrettanto chiaro che in un pianeta dalle risorse finite non si può affrontare la questione della crisi ambientale senza parlare della bomba demografica. Afferma Robert Engelman, direttore del Worldwatch Institute: “Stiamo andando innavertitamente verso un’estinzione di massa non solo per i nostri appetiti e le nostre tecnologie, ma perché occupiamo e sfruttiamo gran parte della terra”. Saranno necessarie politiche di scolarizzazione che permettano alle donne di scegliere il numero di gravidanze, e che permettano il passaggio collettivo a una consapevolezza del consumo di risorse ambientali per politiche di riduzione e efficienza energetica. Perché anche i demografi sono divisi se la crescita del numero degli esseri umani si fermerà o continuerà a crescere all’infinito, o almeno fino a quando non sarà più tollerabile e la pressione migratoria dal sud del mondo, specie dall’Africa sub-sahariana diventerà incontrollabile.