Sotto accusa il direttore, che con dei complici avrebbe truffato i clienti per oltre un mln di euro
VICO EQUENSE. Parte il processo sulla truffa nella filiale del Monte dei Paschi di Siena di Seiano, frazione di Vico Equense, in provincia di Napoli. Ad essere giudicato con rito ordinario sarà il direttore della sede, Alfonso Turci, finito sotto accusa dopo la maxi-inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, poi portata avanti dai carabinieri. Stando ad una prima ricostruzione degli inquirenti la truffa ammonterebbe a centinaia di migliaia di euro. Secondo quanto riportato oggi (20 Febbraio) da Metropolis web, numerosi ex clienti della filiale sarebbero intenzionati a costituirsi parte civile e a chiedere un risarcimento per i danni subiti.
Agli albori dell’inchiesta, partita dalla Procura di Torre Annunziata, finirono sotto accusa il direttore della filiale di Seiano del Monte dei Paschi , il vicedirettore, un cassiere dell’istituto ed un faccendiere, che avrebbe avuto il compito di adescare le vittime e cercare complici per gli illeciti compiuti. Per il vicedirettore ed il cassiere della filiale è poi scattata l’archiviazione per le accuse, mentre il faccendiere ha preferito optare per una richiesta di patteggiamento, lasciando così il solo Alfonso Turci ad affrontare il processo in corso. Furono centinaia i controlli effettuati su diversi conti corrente e centinaia le persone interrogate durante le indagini, sia testimoni che vittime della truffa, arrivando a raccogliere una settantina di querele. Molti dei malcapitati, caduti inconsapevolmente nella trappola della filiale, verranno rappresentate durante il processo dal penalista Luigi Alfano. Secondo la Procura di Torre Annunziata e le indagini dei carabinieri, i responsabili delle truffe messe in atto avrebbero illecitamente intascato in pochi mesi oltre un milione di euro e la banca, ritenuta estranea ai fatti, sarebbe stata pesantemente danneggiata dalla truffa. Il direttore ed il suo vice, nel momento più caldo delle indagini furono anche sospesi dall’istituto. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, con contestuale avviso di garanzia, sono stati notificati dai carabinieri agli indagati molti mesi fa.
Secondo la ricostruzione emersa dall’indagine della Procura, il meccanismo truffaldino vedeva un collaboratore della banca come adescatore e Turci come complice interno al sistema bancario. La coppia sarebbe riuscita a far aprire nella filiale Mps di Seiano sessantacinque conti corrente intestati a persone inconsapevoli o addirittura a pregiudicati detenuti. Su questi conti, poi, sarebbero stati autorizzati scoperti da 9mila euro, in modo da consentire ai responsabili dell’illecito di prelevare e versare ingenti somme di denaro. Sarebbe stato possibile persino ottenere dei prestiti , tramite falsi documenti, riuscendo in pochi mesi a sottrarre fraudolentemente dalle casse circa un milione di euro. Queste operazioni illegali sarebbero state cadenzate, in modo da evitare l’incorrere nella procedura ‘past due’: lo scoperto su ogni conto corrente non superava mai i novanta giorni, in modo da evitare l’intervento di ispettori bancari esterni, che avrebbero scoperto gli illeciti in atto. Ogni volta che si rischiava uno scoperto che sforasse il limite dei tre mesi, gli accusati avrebbero rimediato con trasfusioni di denaro da altri conti, in modo da scongiurare ispezioni indesiderate.
Un caso sicuramente molto discusso. Ieri (19 Febbraio) l’udienza del giudizio è slittata a causa dell’astensione degli avvocati. «I miei clienti intendono ricevere innanzitutto giustizia – dichiara il legale Luigi Alfano – Si tratta di persone perbene, raggirate e che intendono costituirsi parte civile in questo processo che ci auguriamo porti ad una sentenza esemplare». Anche l’associazione dei consumatori potrebbe decidere di costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso.