Contrarietà del sindacato all'attuazione del programma Newton
ROMA. ”Abbiamo ribadito con forza a Unicredit tutta la nostra contrarieta’ alle esternalizzazioni previste dal Programma Newton, a cominciare da quella dell’Invoice management che coinvolge 112 lavoratori. L’assenza di una reale prospettiva economica ha ancor piu’ aumentato tutte le perplessita’ sulla possibilita’ di arrivare a un accordo negoziato. La precedente esternalizzazione dello Shared Service Center a HP non ha prodotto quell’incremento di clienti e attivita’ inizialmente prospettato dall’azienda, motivo per il quale ad oggi siamo intenzionati a rivisitare l’accordo di cessione a suo tempo siglato con il Gruppo”. Cosi’ Mauro Morelli, Segretario nazionale della Fabi, ha commentato l’apertura della procedura per gestire la cessione a Accenture del ramo d’azienda Invoice management di Ubis, il Consorzio informatico del Gruppo Unicredit, che si e’ aperta oggi a Milano.
Nella nota, il maggiore sindacato del settore bancario spiega che la cessione, operativa dal primo aprile, ”rientra nel piu’ ampio Programma Newton, la maxi esternalizzazione dei servizi informatici e di back office del Gruppo Unicredit, che coinvolgera’ 2000 lavoratori in tutta Europa di cui circa 800 in Italia”. ”Non possiamo tollerare”, conclude Morelli, ”di vedere trasferito sui lavoratori il rischio d’impresa con operazioni che presentano prospettive industriali solo ipotetiche e senza che ci siano stati presentati piani di sviluppo credibili. Abbiamo dichiarato la disponibilita’ ad accettare eventuali sacrifici dei lavoratori, ma solo in un’ottica solidaristica e di equita’. Mai potremo accettare di vedere spacchettati e ceduti i nostri colleghi”.
Nella nota, il maggiore sindacato del settore bancario spiega che la cessione, operativa dal primo aprile, ”rientra nel piu’ ampio Programma Newton, la maxi esternalizzazione dei servizi informatici e di back office del Gruppo Unicredit, che coinvolgera’ 2000 lavoratori in tutta Europa di cui circa 800 in Italia”. ”Non possiamo tollerare”, conclude Morelli, ”di vedere trasferito sui lavoratori il rischio d’impresa con operazioni che presentano prospettive industriali solo ipotetiche e senza che ci siano stati presentati piani di sviluppo credibili. Abbiamo dichiarato la disponibilita’ ad accettare eventuali sacrifici dei lavoratori, ma solo in un’ottica solidaristica e di equita’. Mai potremo accettare di vedere spacchettati e ceduti i nostri colleghi”.