ROMA . Il peggio della crisi pare passato ma, in realtà, il peggio per quanto riguarda il dato "disoccupazione" deve ancora venire. Lo prevede l'Ocse nell' 'Employment Outlook 2009' diffuso oggi. "Crescono segnali che il peggio sia ormai alle spalle – scrive l'organizzazione di Parigi – e che la ripresa possa essere vicina ma per l'occupazione nel breve termine le prospettive sono ancora fosche". L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede così che nella seconda metà del 2010 il tasso di disoccupazione nell'area si avvicinerà ad un nuovo massimo dal dopoguerra (10%, con 57 milioni di disoccupati) dopo l'8,3% di giugno di quest'anno, già il più alto sempre dal dopoguerra. "Il maggior rischio – sottolinea l'Ocse – è che una gran parte di questa disoccupazione divenga strutturale e che molti dei disoccupati entrino in una condizione di mancanza di lavoro per un lungo periodo o che addirittura escano dalla forza lavoro". "Se in alcuni Paesi come Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, già nel 2009 si è registrato un forte aumento di disoccupati a causa della crisi economica, "in altri Paesi, inclusi Francia, Germania e Italia la gran parte della crescita della disoccupazione deve ancora arrivare". L'Italia avrà alla fine del 2010 1,1 milioni di disoccupati in più rispetto alla fine del 2007. Per l'Italia l'organizzazione di Parigi prevede un tasso di disoccupazione nell'ultimo trimestre del prossimo anno al 10,5%, superiore al 9,9% della media Ocse. I salari italiani sono cresciuti tra il 2006 e il 2007 dello 0,1%, meno rispetto allo 0,9% della media Ocse, dello 0,8 della Ue-15 e dello 0,9% della Ue-19.