Il senato dice che manca la copertura per il rinvio
ROMA. Contrordine sulla Tares al Senato, e senza nemmeno essere ancora passata in aula. Stamani, su un emendamento proposto dal presidente D’Alì, la Commissione Ambiente aveva votato lo spostamento della Tares, la nuova imposta sui rifiuti urbani che sostituirà la Tarsu, da gennaio al 1° luglio 2013. Proposta populista dal sapore rigorosamente elettoralistico, come avevamo premesso e difficilmente realizzabile. Più tardi, infatti, la commissione Bilancio sempre del Senato ha bocciato lo slittamento dell’avvio della Tares. Parere contrario dunque all’emendamento d’Alì al decreto legge rifiuti per una semplicissima considerazione: non c’è copertura finanziaria per poter rinviare la tassa.Ma alri problemi sono in aula. Dove appena una novantina sono i senatori presenti per votare due decreti legge: oltre a quello sui rifiuti, occorre la proroga del finanziamento delle missioni internazionali dal 1 gennaio al 30 settembre 2013. Poichè il numero dei presenti (la legislatura è agli sgoccioli, e i più sono interessati alle imminenti elezioni politiche) è troppo ridotto se qualcuno dovesse chiedere la verifica del numero legale i decreti potrebbero incontrare qualche problema per la conversione. Cosa già vista prima di Natale, quando la Lega chiese la verifica del numero legale (che infatti non c’era) per la conversione del dl che riduceva il numero della raccolta delle firme per le prossime elezioni del 24 e 25 febbraio. E il decreto venne convertito solo il 28 dicembre.