Il killer di Oslo ha annunciato che non farà ricorso
OSLO. (AGI) A 13 mesi dal piu’ grave massacro in Norvegia dalla Seconda guerra mondiale e dopo 10 settimane di processo, il Tribunale distrettuale di Oslo ha riconosciuto Anders Behring Breivik sano di mente, condannandolo a 21 anni di carcere per l’uccisione di 77 persone nelle stragi compiute a Oslo e sull’isola di Utoya il 22 luglio 2011. Una sentenza attesa, e voluta, da quasi tutti, compreso il 33enne estremista, deciso a farsi riconoscere la matrice politica del suo gesto che un verdetto di infermita’ mentale avrebbe compromesso, portandolo dritto in un istituto psichiatrico. Soddisfatto del verdetto, Breivik ha gia’ confermato, tramite i suoi avvocati, che “non ricorrera’ in appello”. Vestito con il solito completo nero, Breivik si e’ presentato sorridente in aula questa mattina, facendo il rituale saluto con il pugno sul cuore e poi il braccio teso, che piu’ volte ha sconvolto i familiari delle vittime, indignate dal gesto offensivo. Tranquillo, ha atteso la lettura della sentenza da parte del giudice Wenche Elizabeth Arntzen che, con una “decisione presa all’unanimita'”, lo ha condannato a una “detenzione preventiva di almeno 10 anni e fino a un massimo di 21”. Si tratat di un potenziale ergastolo, dal momento che questa formula consente di prorogare la carcerazione all’infinito fin quando il detenuto sia considerato un pericolo per la societa’. Per Breivik si riaprono le porte del penitenziario di Ila, carcere di massima sicurezza a nord-ovest di Oslo, dove e’ rinchiuso dal giorno dell’arresto. Qui, sottoposto a regime di isolamento, usufruira’ di tre celle da otto metri quadrati ciascuna, una per dormire, un’altra dedicata all’attivita’ fisica mentre la terza, dotata di tv e computer senza internet, servira’ da ‘ufficio’ per scrivere le sue memorie autobiografiche, gia’ annunciate alla stampa dal suo avvocato. “Sono contenta, anche se non e’ la parola adatta, e sollevata. Questo e’ quello che speravamo”, ha commentato a caldo Mette Yvonne Larsen, uno degli avvocati delle vittime. “Ha ottenuto quello che merita”, ha aggiunto Alexandra Peltre, 18enne ferita alla coscia a Utoya. Da un sondaggio pubblicato poche ore prima del verdetto dal quotidiano Verdens Gang, e’ emerso che il 72% dei norvegesi voleva che fosse riconosciuta la sanita’ di mente del killer, anche per non dover assistere a un nuovo processo.