L'ex-dg dell'ateneo di Lecce intercettato per 8 mesi
LECCE. Una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata notificata all’ex direttore generale dell’Università del Salento, Emilio Miccolis, accusato di tentativo di concussione nell’ambito di una indagine della procura di Lecce su un concorso bandito e poi annullato per presunte irregolarità. L’inchiesta è stata avviata in seguito a un esposto di due sindacalisti interni all’Ateneo salentino, Manfredi De Pascalis e Tiziano Margiotta e alla consegna del contenuto di alcune conversazioni con l’ex direttore generale: dopo la pubblicazione dei contenuti dei dialoghi sui giornali, Miccolis fu prima sospeso dall’Ateneo e poi si dimise. Secondo l’accusa, Miccolis avrebbe esercitato pressioni su un funzionario dell’Università responsabile dei concorsi per convincerlo a chiedere un trasferimento, promettendogli una promozione. Lo riferisce la Gazzetta del Mezzoggiorno, che da tempo seguiva le vicende dell’ex-direttore amministrativo dell’Università di Siena. Miccolis ha ricoperto la carica di direttore amministrativo del’Università di Siena dal novembre 2008 al dicembre 2009, quando fu costretto a dimettersi perché segnalato alla Corte dei conti per presunte irregolarità amministrative, che avrebbero provocato all’ateneo senese un danno erariale. La sua posizione è stata poi archiviata.
Otto mesi di telefonate fino al settembre scorso, puntualmente registrate, nelle quali l’ex direttore generale promette promozioni o, come nel caso di Margiotta, anche la conduzione della web tv dell’ateneo, a cui il sindacalista aspirava avendo presentato regolare richiesta. Dopo le dimissioni dall’Ateno salentino, Miccolis oggi è in servizio con lo stesso ruolo che ricopriva a Lecce nella sezione distaccata di Brindisi dell’Università di Bari.
In un altro articolo, La Gazzetta del Mezzogiorno riporta anche la frase «I soldi che ho rubato là…», con cui Miccolis si rivolge ad un sindacalista parlando dell’incarico a Siena. Un’espressione che il gip Antonia Martalò richiama nell’ordinanza di custodia cautelare, a suo dire significativa della personalità del 53enne barese: «emerge in maniera chiara che egli usa gestire la cosa pubblica da sempre con le medesime modalità, sia chiara prova di ciò il richiamo ai “soldi rubati là” nel corso del precedente incarico a Siena».