Dal portafoglio titoli di Stato alla "meritocrazia" in Mps
Gentile Direttore,
vorrei commentare dopo una doverosa riflessione, le dichiarazioni del presidente MPS Profumo, rilasciate recentemente al settimanale l’Espresso, ma diffuse in forma più o meno sintetica da tutti gli organi di informazione.
Nell’intervista Profumo fa affermazioni importanti, alcune molto interessanti, altre imbarazzanti. Sicuramente interessante è il dato, per la prima volta certo, di 27 miliardi di titoli di stato posseduti dal MPS, una cifra “enorme” commenta l’intervistatore, e Profumo ne conviene “sono d’accordo, io non li avrei comprati”. Imbarazzante per tutti coloro che in questi anni hanno avuto posti di responsabiltà sia gestionale che politica è sapere che “Se parliamo della qualità della gestione, questa è una banca con redditività nulla. Ed è importante non illudersi che, risolto il problema del capitale, tutto sia a posto: non è vero.”
Profumo parla spesso di merito, poco o niente di casa secondo lui al Monte “struttura con un basso orientamento a premiare il merito”, arrivando a dire che licenzierà i dirigenti non disponibili a mettersi in discussione secondo criteri meritocratici. Senza particolari problemi infine conferma 4600 “tagli” tra cui 2360 “colleghi” da spostare nella voce “altri costi”.
L’intervista nel suo insieme è francamente agghiacciante per chi abbia a cuore Siena e il Monte dei Paschi e magari provi a mettersi nei panni dei “tagli” che sono uomini e donne a cui corrispondono famiglie, mutui, impegni, aspettative e via dicendo.
Ma il presidente Profumo con che criterio, non certo meritocratico visto che poi ne critica pesantemente l’operato, ha appoggiato la rielezione di Mussari a presidente Abi affermando il 27 maggio da Lucia Annunziata che “la mancata conferma di Mussari alla guida dell’Abi sarebbe un danno per il sistema bancario e non sarebbe una bella cosa per Banca MPS”? E meno male che Mussari il 14 gennaio aveva dichiarato a proposito della scadenza del suo mandato di presidente MPS “Questo è un incarico a termine che non può essere confuso con una professione. Non è il mio lavoro.” Ma in che mani ci hanno messo? Spiace sinceramente che il giovane neo-eletto segretario provinciale Pd Guicciardini non trovi il coraggio o l’incoscienza di una propria opinione: secondo la dottrina comunista del doppio binario attualizzata da Veltroni, da un lato appoggia a spada tratta il devastante piano industriale dl tandem Profumo – Viola, “ma anche” si dichiara vicino ai lavoratori. Altro che discontinuità: un filo rosso lega tutta la vicenda del Monte dei Paschi degli ultimi anni. E non c’è il lieto fine.
Enrico Tucci