Il sindaco dovrebbe agire con atti ufficiali e non con slogan diffusi, contro gli ex vertici della Banca e quelli della Fondazione

SIENA. Annunciare di agire con concretezza per il bene della città, senza valorizzare proposte valide e persone professionalmente preparate, è come pretendere di friggere l’aria. Partiamo dallo spirito e dal merito della proposta dell’avvocato De Mossi.
Il mio impegno non intende esaurirsi con la conclusione della campagna elettorale, e pur non avendo quel peso politico per orientare le scelte, mi ritaglio comunque uno spazio, per porre all’attenzione di tutti un dibattito e magari delle reazioni concrete, nella speranza che sia utile e costruttivo.
La campagna elettorale si è conclusa e anche il tempo della contrapposizione tra gruppi elettorali: oggi è il tempo di misurare sui fatti chi ha vinto e chi ha il ruolo di opposizione. Ed è anche il momento, di prendere coscienza che ci sono interessi forti esterni a Siena, molto più determinati di chi dovrebbe rappresentare gli interessi dei senesi, quasi una sorta di sindrome di Stoccolma. Il primo fronte per misurare sui fatti maggioranza e opposizione consiliare, è nel merito delle decisioni sulla fondazione e di conseguenza sulla banca. Trovo quindi alquanto fuori luogo e privo di consistenza, il fiume di dichiarazioni dell’ex sindaco di Monteriggioni che “ chiede pene esemplari della magistratura per i vecchi vertici di MPS” e critica l’operato della fondazione. Prima di tutto, il sindaco dovrebbe agire con atti ufficiali e non con slogan diffusi con il preciso scopo di ammaliare i cittadini. Perché l’ex sindaco di Monteriggioni non chiede al consiglio comunale, di approvare una mozione per attivare la procedura, per un’azione di responsabilità nei confronti dei vertici e dei deputati della fondazione MPS? Perché l’ex sindaco di Monteriggioni non chiede di approvare mozioni per impegnare, chi di dovere, a presentare le messe in mora e le costituzioni di parte civile nei processi? Stessa cosa dovrebbe fare l’opposizione. Misuratevi sui fatti e lasciatevi misurare con i fatti, e non con i comunicati stampa.
Per quanto riguarda l’insieme delle dinamiche inerenti la fondazione e la banca, mi piacerebbe che una buona volta questa città si liberasse dal mito del potente di fuori e iniziasse a valorizzare proposte e persone che hanno eguale autorevolezza dei profeti, che di volta in volta arrivano dai centri di potere esterni alla città. Perché nel momento della discussione delle modifiche dello statuto della fondazione nessuno ha preso in considerazione la bozza di modifiche elaborata in forma volontaria dall’avvocato Luigi De Mossi? Una proposta di modifica, quella di De Mossi, che coniugava con equilibrio le esigenze dei testi di legge, quelle del nostro territorio e quelle del sistema delle fondazioni italiane. Mi sembra ragionevole e condivisibile ricordare alcune proposte di modifica elaborate da Luigi De Mossi: riduzione da 16 a 10 del numero dei membri della fondazione (mentre quello di Mancini riduce da 16 a 14); estendibilità delle incompatibilità dei nominati (con la riforma di Mancini si rimane sempre nel vago). Ma la parte convincente e forte della bozza De Mossi, rispetto alla riforma di Mancini, è nella difesa della sede della banca MPS. Mancini scrive un generico impegno, mentre De Mossi aveva specificato che “la fondazione si impegna con il proprio voto nell’assemblea per garantire la sede a Siena”. Nello spirito e nel merito la bozza De Mossi, non solo ci garantiva come comunità un ruolo autorevole e da protagonista, ma avrebbe consegnato uno statuto non contestabile dal ministero e dal sistema bancario. Abbiamo sprecato l’occasione di dimostrare al resto del mondo che non siamo una colonia politica dei soliti burattinai, che da sempre scorrazzano in questa città. Non sappiamo, e figuratevi se lo so io, come finirà la partita sulla fondazione e sulla banca ma per il bene della comunità tutta, forse non è il momento di valorizzare quello spirito e quel merito che non può che essere solo positivo? La città valorizzi i suoi professionisti e maggioranza e opposizione consiliare scendano dal piedistallo, si rivolgano a chi di diritto societario ed altro se ne intende e senza altro interesse, se non quello del bene della propria città avanza le sue proposte. Prima di rituffarci in altro periodo buio, cerchiamo fra tutti, di riscoprire il valore dell’impegno comune per il bene della collettività, che fino ad ora è l’unica che sta pagando. Per competere con il sig. Profumo, non servono i comunicati stampa caro Valentini.
Carlo Regina