Il PD a Siena è troppo chiuso e privo di confronti

Quello che invece è avvenuto a Siena, con particolare riferimento agli ultimi mesi, a partire dalla crisi del Comune, è di fatto un restringimento del Partito Democratico del quale si ha la sensazione di un luogo troppo chiuso in relazione ad una società che cambia e che si trova ad affrontare sfide e problemi fino ad ora sconosciute, un luogo troppo impegnato nel trattare le diatribe interne che non appassionano più nessuno e troppo litigioso, con una marcata tendenza alla divisione invece della condivisione e del confronto vero.
Parallelamente a questo ed in virtù anche di questo (considerando anche la crisi profonda di rappresentanza nazionale del centrodestra), si è aperto un fermento civico esteso che il Partito Democratico ed il centrosinistra hanno il dovere di saper intercettare nella sua interezza e non già in frange minoritarie e scarsamente rappresentative.
Il PD deve dimostrare di sapersi riaprire alla città, contaminarsi nel senso positivo della parola. Deve essere un progetto dichiarato, senza sotterfugi. Questo lo richiede lo stato di crisi della città, che deve essere affrontato individuando un nuovo futuro che esige non solo un confronto aperto ma anche aperture larghe, effettive e solidali. Se per primo è il Pd a muoversi sulle decisioni di un gruppo ristretto, la contendibilità del comune diventa un rischio certo.
La partecipazione alle primarie, che si sono concluse con il ballottaggio di domenica scorsa, ci trasmette un segnale chiarissimo che ci insegna, oggi, anche se molti lo dicono da tempo, che quando la politica offre buoni motivi per partecipare la risposta è numericamente, sostanzialmente e qualitativamente eccezionale. Ma attenzione, perché aprire “le porte” del partito presuppone da parte degli organi dirigenti – che non potranno rimanere esenti da un forte e urgente rinnovamento – un impegno con i cittadini partecipanti, ovvero offrire loro il volto migliore della politica per coltivare le idee, le esperienze, le passioni e le energie ritrovate di persone che finalmente ritrovano la voglia di impegnarsi direttamente.
Anche a Siena è auspicabile che si apra rapidamente un tavolo per capire se ci possono essere i presupposti per lo svolgimento di primarie vere ed aperte alla città, con regole semplici e chiare ancor più di quelle dell’esperienza recente per i candidati del centrosinistra alla guida del futuro governo.
Questo può essere il modo in cui i senesi selezionano la loro classe dirigente futura e danno basi solide ad una nuova maggioranza che governi la città fuori dagli schemi consolidati del passato e con uno stile nuovo, che soprattutto l’esperienza dei Comitati Senesi di appoggio a Matteo Renzi ci ha consegnato.
Gianni Porcellotti