Un gruppo di docenti del liceo delle scienze umane contesta il comunicato degli studenti
SIENA. Da un gruppo di docenti del Liceo delle Scienze umane ed Economico sociale riceviamo e pubblichiamo.
“Gentile redazione,
siamo un gruppo di docenti del Liceo delle Scienze umane ed Economico sociale e ci sentiamo in dovere di esporre alcuni rilievi sulla recente occupazione dell’Istituto dove lavoriamo, alcuni di noi da molti anni.
Ci sentiamo indignati per come siamo stati descritti nelle motivazioni incluse nel comunicato uscito in occasione dell’occupazione. Mancanza di dialogo? Mancanza di inclusione? Esclusione di tematiche di stretta attualità? Argomenti non trattati perché considerati tabù? Possiamo anche essere d’accordo sul fatto che l’attuale sistema scolastico sia troppo imperniato sul voto, ma riteniamo ingiusto che sia passato il messaggio che nella “nostra” scuola non si dia importanza al dialogo, all’inclusione e che non si parli di determinate tematiche.
La nostra storia personale e professionale dimostra il contrario. Il nostro lavoro, nel corso degli anni, si è sempre basato sull’apertura, il dialogo e l’inclusione, grazie a numerosi incontri e lezioni in classe basate sulla ricerca dell’equilibrio e dell’obiettività. Non ci siamo mai sottratti dall’affrontare argomenti di attualità e lo abbiamo fatto cercando sempre di dare spazio al confronto. A questo riguardo sono stati svolti innumerevoli incontri ed approfondimenti in classe e in aula magna su tematiche di interesse sociale e civile, ai quali è stata data rilevanza anche attraverso articoli di stampa ed interviste. In questo inizio di anno scolastico abbiamo ovviamente affrontato argomenti di scottante attualità, strettamente collegati all’insegnamento dell’educazione civica e proseguiremo con altri interventi ed incontri già programmati che verranno svolti nei prossimi mesi con la collaborazione di vari enti ed associazioni.
Con questa lettera teniamo a sottolineare e vogliamo altresì rimarcare, con orgoglio, il nostro prezioso lavoro quotidiano, respingendo con forza al mittente l’immagine di persone che ignorano la storia e si disinteressano dell’attualità girandosi dall’altra parte, rifugiandosi in una lettura superficiale e poco critica di quanto avviene intorno a noi. Non ci riconosciamo assolutamente nelle caratteristiche del sistema scolastico descritte nel comunicato, né come persone e tantomeno come docenti e professionisti dell’educazione. La nostra storia professionale e l’impegno quotidiano profuso nel nostro lavoro lo dimostrano”.






