"Semplicemente perché chi di dovere non lo ha fatto bene"
SIENA. Caro redattore,
vorrei invitare tutti i senesi a visitare la mostra Fotografi in trincea. La Grande Guerra negli occhi dei soldati senesi allestita al Santa Maria della Scala fino al 15 gennaio 2017, perché veramente interessante e ricca di significati (ingresso gratuito per i senesi). E’ basata sulle fotografie scattate al fronte da soldati senesi e sui diari di alcuni di loro, che il curatore Gabriele Maccianti – con passione e competenza – ha rintracciato in tutta la provincia, presentando lo sguardo originale di questi giovani sull’esperienza al fronte. Grazie all’impegno di tanti collaboratori volontari o appartenenti alla struttura del Santa Maria, è stato possibile ricavare da piccolissime foto di cento anni fa, spesso di scarsa qualità e scolorite dal tempo, un allestimento capace di emozionare e di informare con obiettività.
Ma perché – si dirà – una delle collaboratrici di Maccianti (insieme all’architetto Marina Gennari che ha curato l’articolazione della mostra – in condizioni di grandi difficoltà) si mette a fare pubblicità? Semplicemente perché chi di dovere non lo ha fatto bene.
Gli addetti di Opera Laboratori Fiorentini, cui era stato affidato l’incarico di promuovere l’informazione sulla mostra, si sono dimostrati dilettanti, organizzando la conferenza stampa di presentazione nello stesso giorno dell’inaugurazione: impossibile quindi per stampa, radio e tv locali, informare tempestivamente i potenziali visitatori.
Dopodiché, per completare questo quadro di disorganizzazione, l’inaugurazione si è svolta in modo che dire informale è benevolo. Accalcati in uno stretto corridoio, i presenti (soprattutto amici e parenti dei prestatori della documentazione) hanno a fatica sentito le poche parole del Sindaco, di Maccianti e del direttore del Santa Maria, sciamando poi nelle sale, senza poter seguire tutte le spiegazioni del curatore. Insomma una gran confusione, cui si poteva ovviare organizzando all’inizio della serata una sintetica Conferenza per illustrare con più precisione l’allestimento, così da consentire una visita autonoma.
La mia esperienza ultradecennale di partecipazione all’organizzazione di tante mostre mi ha insegnato che questi sono i passaggi necessari: una settimana prima dell’apertura diffondere un comunicato generale; due giorni prima dell’inaugurazione organizzare una conferenza stampa distribuendo ai giornalisti materiale di approfondimento, quindi effettuare l’inaugurazione in una sala con microfoni, facendo parlare due o tre persone, dopodiché invitare i presenti a visitare la mostra. Troppo normale per la nuova direzione del Santa Maria?
Laura Vigni