Un gruppo di genitori lamenta la soppressione delle cucine

POGGIBONSI. Mercoledì 20 aprile (ultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali), siamo stati avvisati, tramite una lettera della dirigente dei servizi alla persona del comune di Poggibonsi (uscito anche come comunicato stampa), che a partire dal 2 di maggio (giorno di rientro dalle vacanze pasquali), i nidi comunali non avranno più una cucina interna, ma i pasti per i nostri figli (tranne che per i bambini dai 3 ai 12 mesi) saranno preparati nella mensa centralizzata in Via del Risorgimento.
Secondo la suddetta comunicazione, si tratta addirittura di un’ottimizzazione, che migliorerà la qualità del servizio offerto ai nostri bambini. Come famiglie e genitori di bambini che frequentano i nidi comunali, di fronte a tali affermazioni e a tali modalità comunicative, siamo rimasti a dir poco sconcertati ed indignati. Sappiamo benissimo che la cucina e la preparazione dei pasti all’interno dei nidi sono considerati indici di qualità per il servizio, e decidere di togliere tutto ad anno scolastico in corso, rende la scelta ancora più grave.
Facciamo inoltre presente all’amministrazione comunale, che all’inizio dell’anno scolastico ci è stato presentato un servizio che aveva determinate caratteristiche, tra le quali anche la cucina e la preparazione dei pasti interna ai nidi, ed in base a ciò ogni famiglia ha fatto, consapevolmente, la propria scelta, organizzandosi di conseguenza. A tali caratteristiche, corrispondevano (e corrispondono tutt’ora) delle precise tariffe, che, come famiglie, continuiamo a pagare tali e quali.
Quindi: cambiano le caratteristiche del servizio (in peggio a nostro avviso), ma le tariffe rimangono le stesse anzi, a dire il vero aumentano anche in maniera considerevole per il prossimo anno scolastico!!!
Ma siamo rimasti indignati soprattutto dal metodo utilizzato per comunicarci la decisione presa. Una vera e propria imposizione dall’alto che ha lasciato noi famiglie completamente estromesse dal percorso di analisi e riflessione che ha reso necessaria tale scelta organizzativa. Un cambiamento radicale dall’oggi al domani, senza il minimo coinvolgimento dell’utenza, considerata forse “spettatore disinteressato”. Se passasse come “normale” questo modo di fare, oggi ci troviamo senza cucine nei nidi, domani chissà che cosa si deciderà di imporre.
Noi invece crediamo che le decisioni (soprattutto quelle che riguardano i nostri figli), perché acquistino incisività ed efficacia, debbano essere condivise con tutti gli attori protagonisti di un servizio. Perché se è vero che gli asili nido dovrebbero essere una “comunità educante”, non possiamo, come famiglie, assistere passivamente ai cambiamenti imposti dall’alto. Questa stessa comunità dobbiamo impegnarci a costruirla insieme.
Per questo chiediamo all’amministrazione comunale di porre rimedio a questo “scivolone” di stile, convocando un’assemblea pubblica immediata con tutte le famiglie dei bambini che frequentano gli asili nido, per chiarire e motivare le scelte comunicate ad oggi in maniera troppo superficiale e fuorviante.
Un gruppo di genitori