Enrico Tucci commenta le richieste di dimissioni avanzate dagli ex-Ds agli ex Margherita

Gentile Direttore,
il documento della Unione Comunale del Pd senese che chiede non più “discontinuità”, ma “rinnovamento”, stavolta in Fondazione MPS e nel Policlinico, è un chiaro esempio di interesse di parte camuffato da interesse generale.
E’ indubbio che la Fondazione deve cambiare passo e recuperare incisività nei confronti della Banca, sempre che ne rimanga azionista di riferimento dopo la scadenza del 30 giugno, ma è altrettanto evidente che chiedere oggi le dimissioni del Presidente (e poi perché non di tutta la Deputazione Amministratrice?) significa anteporre gli interessi di una parte del Pd a quelli della comunità.
Gli ex-Ds, giustamente dal loro punto di vista, vogliono prendere due piccioni con una fava: consumare una vendetta nei confronti dei fratelli coltelli della ex-Margherita facendoli fuori dal posto più prestigioso ancora da loro occupato, evidentemente a seguito di logiche spartitorie del passato solo ora ritenute sconvenienti, e “piazzarsi” sulla poltrona più prestigiosa della Fondazione prima della scadenza naturale degli organi, prevista per il luglio 2013, dopo le nuove elezioni amministrative che magari potrebbero dare a Siena, non sia mai, una alternanza di governo. Meglio allora portarsi avanti col lavoro e blindare la Fondazione per evitare che possa cadere in mani sgradite.
L’interesse della comunità invece non è quello di consegnare ad una parte di una parte politica la Presidenza della Fondazione, bensì di andare ad elezioni che affidino il governo della città e di qui della Fondazione a chi sarà stato scelto consapevolmente dal popolo sovrano, una volta tanto magari debitamente informato sulla reale situazione in cui versano le istituzioni cittadine a causa dell’ininterrotto malgoverno di chi oggi si propone come rinnovatore.
Per quanto riguarda invece il Policlinico, stremato dalla cura Morello, anche qui bisogna intendersi: se per rinnovamento si intende sostituire una parte egemone con una altra parte che analogamente faccia strame di merito e professionalità per mandare avanti i suoi protetti, per i cittadini non cambierà niente. Se invece, oltre al depotenziamento da parte del nuovo DG di quanti vanno avanti solo per appartenenza, il Pd senese, attraverso la Conferenza dei Sindaci, otterrà anche dal nuovo assessore una rinegoziazione del ruolo delle Scotte nel panorama della offerta sanitaria regionale che lo faccia tornare alla pari di Pisa e Firenze, potremo sperare in un rilancio. Altrimenti sarà la solita minestra, solo servita da cuochi diversi.
Distinti saluti.
Enrico Tucci
il documento della Unione Comunale del Pd senese che chiede non più “discontinuità”, ma “rinnovamento”, stavolta in Fondazione MPS e nel Policlinico, è un chiaro esempio di interesse di parte camuffato da interesse generale.
E’ indubbio che la Fondazione deve cambiare passo e recuperare incisività nei confronti della Banca, sempre che ne rimanga azionista di riferimento dopo la scadenza del 30 giugno, ma è altrettanto evidente che chiedere oggi le dimissioni del Presidente (e poi perché non di tutta la Deputazione Amministratrice?) significa anteporre gli interessi di una parte del Pd a quelli della comunità.
Gli ex-Ds, giustamente dal loro punto di vista, vogliono prendere due piccioni con una fava: consumare una vendetta nei confronti dei fratelli coltelli della ex-Margherita facendoli fuori dal posto più prestigioso ancora da loro occupato, evidentemente a seguito di logiche spartitorie del passato solo ora ritenute sconvenienti, e “piazzarsi” sulla poltrona più prestigiosa della Fondazione prima della scadenza naturale degli organi, prevista per il luglio 2013, dopo le nuove elezioni amministrative che magari potrebbero dare a Siena, non sia mai, una alternanza di governo. Meglio allora portarsi avanti col lavoro e blindare la Fondazione per evitare che possa cadere in mani sgradite.
L’interesse della comunità invece non è quello di consegnare ad una parte di una parte politica la Presidenza della Fondazione, bensì di andare ad elezioni che affidino il governo della città e di qui della Fondazione a chi sarà stato scelto consapevolmente dal popolo sovrano, una volta tanto magari debitamente informato sulla reale situazione in cui versano le istituzioni cittadine a causa dell’ininterrotto malgoverno di chi oggi si propone come rinnovatore.
Per quanto riguarda invece il Policlinico, stremato dalla cura Morello, anche qui bisogna intendersi: se per rinnovamento si intende sostituire una parte egemone con una altra parte che analogamente faccia strame di merito e professionalità per mandare avanti i suoi protetti, per i cittadini non cambierà niente. Se invece, oltre al depotenziamento da parte del nuovo DG di quanti vanno avanti solo per appartenenza, il Pd senese, attraverso la Conferenza dei Sindaci, otterrà anche dal nuovo assessore una rinegoziazione del ruolo delle Scotte nel panorama della offerta sanitaria regionale che lo faccia tornare alla pari di Pisa e Firenze, potremo sperare in un rilancio. Altrimenti sarà la solita minestra, solo servita da cuochi diversi.
Distinti saluti.
Enrico Tucci