SIENA. La Direzione provinciale di Siena di Cna Pensionati ha esaminato la manovra economica del Governo. In questo esame la Direzione ha tenuto conto anche del documento sulla manovra predisposto dal Cupla, che viene condiviso e fatto proprio, e delle varie prese di posizione che emergono nell’interlocuzione tra Governo, Parlamento, parti sociali, istanze di rappresentanza.
Nella Direzione si è sviluppato un ampio ed articolato dibattito, che ha evidenziato le preoccupazioni per una situazione in cui, a livello economico e sociale, aumentano le difficoltà del mondo produttivo e peggiorano le condizioni dei cittadini e degli anziani, mentre a livello politico ed istituzionale si evidenzia sempre più un degrado dei comportamenti e dei valori nel perseguimento dell’interesse pubblico che rende ancor più difficile per il Paese l’uscita dalla crisi e la ripresa di uno sviluppo armonico.
La Direzione ha sottolineato con forza che non basta considerare asetticamente i numeri della manovra economica, quello che questa comporta per le imprese, le ripercussioni sui conti pubblici, il suo impatto a livello produttivo, occupazionale e sociale. Occorre, contemporaneamente, e propedeuticamente, considerare altri fattori che influenzano in modo decisivo in Italia il funzionamento delle Istituzioni, le decisioni della politica, l’utilizzo proficuo delle risorse, l’uguaglianza di fronte alla legge e la certezza del diritto, la libertà d’impresa e la qualità della vita di tutti i cittadini.
La Direzione provinciale ritiene che la realtà attuale su queste tematiche sia di estrema gravità e di massimo allarme, per cui è necessario che al centro dell’attenzione di ogni istanza che abbia a cuore l’interesse generale del Paese ci sia innanzitutto l’invocazione di misure e riforme per invertire la corsa che va verso un degrado politico-istituzionale, ci sta portando verso una condizione di non ritorno.
Per quanto riguarda il merito della manovra del Governo, la Direzione di Cna Pensionati concorda che essa è necessaria per mettere sotto controllo i conti pubblici, aggravati anche da scelte adottate dal Governo nella fase iniziale della legislatura con un impiego discutibile di ingenti risorse che potevano essere utilizzate per scopi più proficui a livello sociale ed economico.
Tuttavia, a fronte della grave crisi economica in corso, l'assenza di significative misure di politica economica anticiclica in grado di sostenere da una parte le famiglie e dall’altra il sistema produttivo, ed in modo particolare le piccole e medie imprese, rischia non solo di condannare il Paese ad una crescita modesta, al di sotto di quella di altri Paesi europei, ma anche, in conseguenza della stagnazione del Pil, di produrre ulteriori squilibri dei conti pubblici. Prova ne è che, secondo i dati diffusi dallo stesso Ministero dell’Economia, la manovra avrà addirittura un impatto negativo sul Prodotto Interno Lordo, che nel triennio tra il 2010 e il 2012 crescerà dello 0,5% in meno di quanto prima previsto, con un calo pari allo 0,1% nel 2010 e dello 0,2% in ciascuno degli anni 2011 e 2012.
Pur comprendendo che la situazione è molto difficile, la Direzione ritiene inoltre che è necessario coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno allo sviluppo, ma anche con la coesione sociale, per cui non condivide l’impianto della manovra che da un lato trascura i problemi dei pensionati e delle fasce deboli della popolazione e dall’altro opera dei tagli generalizzati in settori vitali per il futuro del Paese e per il suo benessere. Nel dettaglio, la Direzione svolge le seguenti osservazioni:
la manovra non è equa, perché opera in modo indiscriminato e non prevede alcuna misura specifica per distribuire i sacrifici principalmente su coloro che hanno maggiore capacità contributiva e possiedono patrimoni cospicui. La manovra scarica ancora una volta su Regioni ed Enti locali, che subiscono tagli giganteschi ed insostenibili alle risorse loro trasferite, l’onere di assumere decisioni impopolari (aumento delle tasse e delle addizionali o riduzione dei servizi pubblici), mentre viene salvaguardata agli occhi dei cittadini l’immagine del Governo centrale.
La manovra è fortemente riduttiva dello Stato Sociale, in tutti i suoi settori: il Sistema pensionistico vedrà, di fatto, l’aumento dell’età di pensionamento di un anno ed anche oltre; il Sistema sanitario subirà conseguenze gravissime, con tagli di risorse e una massiccia riduzione di personale medico e paramedico; il Sistema di assistenza sociale sarà messo in crisi dai tagli agli Enti locali; per l’invalidità civile si inaspriscono le regole per le prestazioni; per la scuola e l’istruzione sono previsti tagli alle retribuzioni degli insegnanti. La manovra attacca il reddito delle famiglie introducendo in modo diretto (vedi aumento dei pedaggi autostradali fra cui la Siena-Firenze) o indiretto (vedi tagli agli Enti Locali) aggravi consistenti di spesa per i cittadini.
La manovra non contiene nulla di nulla per alleviare le difficili condizioni degli anziani, che, anzi, saranno aggravate dall’aumento dei costi e dagli appesantimenti nella sanità e nell’assistenza.
Mentre la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli da record, la manovra condanna i giovani ad una realtà di precariato e ad un’età matura piena di interrogativi, ponendo seri ostacoli alla coesione sociale e ai rapporti intergenerazionali.
Dal punto di vista delle entrate, è condivisibile il tentativo di recuperare risorse dall’evasione fiscale, che costituisce una vera piaga nel nostro Paese in quanto nasconde al fisco almeno 120 miliardi di euro all’anno, ma le misure previste sono insufficienti e lasciano dubbi sulla loro efficacia in termini di reperimenti di nuove entrate.
La manovra, contrariamente alle promesse, non va ad intaccare seriamente i costi delle politica, essendo l’intervento previsto quasi simbolico e lasciando inalterato l’assetto istituzionale dei vari livelli di governo.
In definitiva il giudizio della Direzione sulla manovra non è positivo, in quanto si tratta di un provvedimento che non guarda al futuro, è inadeguato alla gravità delle situazione di crisi attuale e contiene scelte di merito che penalizzano le famiglie, gli anziani, le giovani generazioni.
Né, per il momento, le modifiche che il Parlamento sta apportando al testo del D.L., e che è ormai certo verranno formalizzate in un maxiemendamento sul quale il Governo porrà la fiducia, apportano miglioramenti per il rilancio economico e per i cittadini e i pensionati Anzi, si profilano addirittura dei peggioramenti laddove vengono operati ancora dei tagli alle politiche sociali, tra cui spiccano il taglio delle risorse per i patronati e il restringimento dell’accesso all’assegno di accompagno, che notoriamente interessa moltissimi anziani ed è l’unica, vera prestazione per i non autosufficienti.
La Direzione di Cna Pensionati guarda con preoccupazione a tali misure, che si aggiungono a quanto già contiene il provvedimento in materia sanitaria, in materia assistenziale e in materia di aumenti dei costi dei servizi, e ritiene che, di fronte ad una situazione che diventa sempre più insostenibile per il futuro del nostro Paese, sia necessario rinnovare la nostra azione, insieme al Cupla e attraverso altre possibili alleanze, al fine di porre a tutti gli interlocutori la necessità di un’inversione di rotta sull’economia come su altri fattori che determinano la convivenza civile, partendo dalla questione morale e dal ristabilimento di regole e di valori condivisi.
Roberto Damiani
Presidente Cna Pensionati Siena
Nella Direzione si è sviluppato un ampio ed articolato dibattito, che ha evidenziato le preoccupazioni per una situazione in cui, a livello economico e sociale, aumentano le difficoltà del mondo produttivo e peggiorano le condizioni dei cittadini e degli anziani, mentre a livello politico ed istituzionale si evidenzia sempre più un degrado dei comportamenti e dei valori nel perseguimento dell’interesse pubblico che rende ancor più difficile per il Paese l’uscita dalla crisi e la ripresa di uno sviluppo armonico.
La Direzione ha sottolineato con forza che non basta considerare asetticamente i numeri della manovra economica, quello che questa comporta per le imprese, le ripercussioni sui conti pubblici, il suo impatto a livello produttivo, occupazionale e sociale. Occorre, contemporaneamente, e propedeuticamente, considerare altri fattori che influenzano in modo decisivo in Italia il funzionamento delle Istituzioni, le decisioni della politica, l’utilizzo proficuo delle risorse, l’uguaglianza di fronte alla legge e la certezza del diritto, la libertà d’impresa e la qualità della vita di tutti i cittadini.
La Direzione provinciale ritiene che la realtà attuale su queste tematiche sia di estrema gravità e di massimo allarme, per cui è necessario che al centro dell’attenzione di ogni istanza che abbia a cuore l’interesse generale del Paese ci sia innanzitutto l’invocazione di misure e riforme per invertire la corsa che va verso un degrado politico-istituzionale, ci sta portando verso una condizione di non ritorno.
Per quanto riguarda il merito della manovra del Governo, la Direzione di Cna Pensionati concorda che essa è necessaria per mettere sotto controllo i conti pubblici, aggravati anche da scelte adottate dal Governo nella fase iniziale della legislatura con un impiego discutibile di ingenti risorse che potevano essere utilizzate per scopi più proficui a livello sociale ed economico.
Tuttavia, a fronte della grave crisi economica in corso, l'assenza di significative misure di politica economica anticiclica in grado di sostenere da una parte le famiglie e dall’altra il sistema produttivo, ed in modo particolare le piccole e medie imprese, rischia non solo di condannare il Paese ad una crescita modesta, al di sotto di quella di altri Paesi europei, ma anche, in conseguenza della stagnazione del Pil, di produrre ulteriori squilibri dei conti pubblici. Prova ne è che, secondo i dati diffusi dallo stesso Ministero dell’Economia, la manovra avrà addirittura un impatto negativo sul Prodotto Interno Lordo, che nel triennio tra il 2010 e il 2012 crescerà dello 0,5% in meno di quanto prima previsto, con un calo pari allo 0,1% nel 2010 e dello 0,2% in ciascuno degli anni 2011 e 2012.
Pur comprendendo che la situazione è molto difficile, la Direzione ritiene inoltre che è necessario coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno allo sviluppo, ma anche con la coesione sociale, per cui non condivide l’impianto della manovra che da un lato trascura i problemi dei pensionati e delle fasce deboli della popolazione e dall’altro opera dei tagli generalizzati in settori vitali per il futuro del Paese e per il suo benessere. Nel dettaglio, la Direzione svolge le seguenti osservazioni:
la manovra non è equa, perché opera in modo indiscriminato e non prevede alcuna misura specifica per distribuire i sacrifici principalmente su coloro che hanno maggiore capacità contributiva e possiedono patrimoni cospicui. La manovra scarica ancora una volta su Regioni ed Enti locali, che subiscono tagli giganteschi ed insostenibili alle risorse loro trasferite, l’onere di assumere decisioni impopolari (aumento delle tasse e delle addizionali o riduzione dei servizi pubblici), mentre viene salvaguardata agli occhi dei cittadini l’immagine del Governo centrale.
La manovra è fortemente riduttiva dello Stato Sociale, in tutti i suoi settori: il Sistema pensionistico vedrà, di fatto, l’aumento dell’età di pensionamento di un anno ed anche oltre; il Sistema sanitario subirà conseguenze gravissime, con tagli di risorse e una massiccia riduzione di personale medico e paramedico; il Sistema di assistenza sociale sarà messo in crisi dai tagli agli Enti locali; per l’invalidità civile si inaspriscono le regole per le prestazioni; per la scuola e l’istruzione sono previsti tagli alle retribuzioni degli insegnanti. La manovra attacca il reddito delle famiglie introducendo in modo diretto (vedi aumento dei pedaggi autostradali fra cui la Siena-Firenze) o indiretto (vedi tagli agli Enti Locali) aggravi consistenti di spesa per i cittadini.
La manovra non contiene nulla di nulla per alleviare le difficili condizioni degli anziani, che, anzi, saranno aggravate dall’aumento dei costi e dagli appesantimenti nella sanità e nell’assistenza.
Mentre la disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli da record, la manovra condanna i giovani ad una realtà di precariato e ad un’età matura piena di interrogativi, ponendo seri ostacoli alla coesione sociale e ai rapporti intergenerazionali.
Dal punto di vista delle entrate, è condivisibile il tentativo di recuperare risorse dall’evasione fiscale, che costituisce una vera piaga nel nostro Paese in quanto nasconde al fisco almeno 120 miliardi di euro all’anno, ma le misure previste sono insufficienti e lasciano dubbi sulla loro efficacia in termini di reperimenti di nuove entrate.
La manovra, contrariamente alle promesse, non va ad intaccare seriamente i costi delle politica, essendo l’intervento previsto quasi simbolico e lasciando inalterato l’assetto istituzionale dei vari livelli di governo.
In definitiva il giudizio della Direzione sulla manovra non è positivo, in quanto si tratta di un provvedimento che non guarda al futuro, è inadeguato alla gravità delle situazione di crisi attuale e contiene scelte di merito che penalizzano le famiglie, gli anziani, le giovani generazioni.
Né, per il momento, le modifiche che il Parlamento sta apportando al testo del D.L., e che è ormai certo verranno formalizzate in un maxiemendamento sul quale il Governo porrà la fiducia, apportano miglioramenti per il rilancio economico e per i cittadini e i pensionati Anzi, si profilano addirittura dei peggioramenti laddove vengono operati ancora dei tagli alle politiche sociali, tra cui spiccano il taglio delle risorse per i patronati e il restringimento dell’accesso all’assegno di accompagno, che notoriamente interessa moltissimi anziani ed è l’unica, vera prestazione per i non autosufficienti.
La Direzione di Cna Pensionati guarda con preoccupazione a tali misure, che si aggiungono a quanto già contiene il provvedimento in materia sanitaria, in materia assistenziale e in materia di aumenti dei costi dei servizi, e ritiene che, di fronte ad una situazione che diventa sempre più insostenibile per il futuro del nostro Paese, sia necessario rinnovare la nostra azione, insieme al Cupla e attraverso altre possibili alleanze, al fine di porre a tutti gli interlocutori la necessità di un’inversione di rotta sull’economia come su altri fattori che determinano la convivenza civile, partendo dalla questione morale e dal ristabilimento di regole e di valori condivisi.
Roberto Damiani
Presidente Cna Pensionati Siena
