Un pericoloso sovversivo si aggira negli uffici dell'Agenzia 2

Oddio, penso, cosa sarà successo? Sta a vedere che vendono l’Agenzia e ci trasferiscono tutti a Canicattì. Poi arrivo nel mio ufficio e trovo, sulla mia scrivania e su quella dei colleghi una copia dell’articolo da me scritto qualche giorno fa sul Cittadino online di Siena (l’articolo è apparso anche su Qui Siena, Il Santo di Siena e Bastardo Senza Gloria, che ringrazio per l’ospitalità concessami) sulla costituzione come parte civile dei dipendenti del Monte, ed allora improvvisamente mi si aprono gli occhi. Qualcuno, sicuramente un burlone, ha messo sulle scrivanie di tutti i colleghi, probabilmente anche di quelli della DTM di Massa, quel comunicato “sovversivo”.
Accidenti, ho pensato, il folle gesto compiuto da quell’anonimo agit prop (chi sarà mai: chiunque tu sia, ti ringrazio per la tua sfrontatezza) ha gettato nel panico l’Agenzia. I miei colleghi avranno pensato che se il dottor Viola viene a sapere che quella letteratura deviazionista, scritta su fogli liberi e quindi ostracizzati, circola nei luoghi di lavoro chissà, forse potrebbe mandare qualche panzer-division per evitare il propagarsi del pericoloso germe del dissenso.
Vorrei però tranquillizzare il mio Amministratore Delegato: l’ordine regna sovrano a Varsavia, pardon a Massa.
Reazioni dei colleghi? Non pervenute. Zero. Silenzio assoluto. Il virus della protesta non attecchisce fra i dipendenti di Massa. Provo io allora ad immaginare (ma credo di non discostarmi di molto dalla realtà) cosa sia passato nelle loro menti o cosa si siano detti nei commenti privati:
1) “Come si è permesso Sbarra di mettermi sulla scrivania quel testo?” Credo che questo andrebbe domandato all’anonimo esecutore del fattaccio, quel birichino scanzonato. Devo dire che, anche se mi ha messo in serie ambasce, lo perdono di buon grado perché grazie a lui una ventata d’aria fresca e rinnovatrice è entrata, anche se per un attimo, in un luogo chiuso e refrattario a qualsiasi stimolo di cambiamento.
2) “Sbarra è matto”: se oggi è inteso come fuori di testa chi vuole tutelare i propri diritti e va fino in fondo con determinazione e coerenza, senza curarsi del peso specifico di chi ha di fronte, ebbene sì, io sono matto.
3) “Sbarra è un talebano”: è vero, sono un noto terrorista sanguinario che ha osato sfidare il grande Moloch Monte dei Paschi di Siena, avendo rivendicato la preminenza della giustizia e del diritto sulla prepotenza e sugli abusi di potere. Misero dipendente, mi sono arrogato il diritto di denunciare pubblicamente che c’è del marcio nel regno di Siena e, colpa imperdonabile, ho osato adire le vie legali per ripristinare la verità e le prerogative ingiustamente violate.
4) “Sbarra è un povero illuso, tanto non può far niente, chi comanda è il Monte”: questa è l’obiezione tipica ricorrente. “La Banca può fare quello che vuole. Sì, è vero, ne hanno combinate di tutti i colori in Piazza Salimbeni, ma alla fine cosa possiamo fare noi da soli, visto che anche i Sindacati ci hanno abbandonati? In fin dei conti lo stipendio ce lo danno ancora, anche se diminuito e poi le esternalizzazioni non ci riguardano, quindi chi me lo fa fare di uscire allo scoperto?”
E’ inutile ribattere che esiste un dovere di solidarietà verso i colleghi, che certe misure drastiche potrebbero da un momento all’altro riguardare anche altri settori della Banca, che non è dignitoso subire ingiustizie senza ribellarsi e lavorare sempre con la testa china e la paura che ci accompagna.
Come vede, dottor Viola, può stare assolutamente tranquillo. Lei ha campo libero. Può procedere pure a licenziare, esternalizzare, esodare, a creare un clima aziendale da caserma: niente paura, i suoi “cari colleghi”, come chiama i suoi dipendenti, continueranno imperterriti a fornire la loro collaborazione spontanea, fedeli al motto”: “Lega l’asino dove vuole il padrone”.
Io per parte mia ringrazio l’anonimo edicolante che ha fatto sentire una campana diversa a noi dipendenti dell’ Agenzia 2 di Massa. Abituati a udire i rintocchi sempre uguali del nostro Direttore Generale e del nostro impareggiabile Settore Comunicazioni che ripete come un mantra che “tutto va bene, Madama la Marchesa”, perdio, leggere finalmente che ci sono realtà diverse non può che farci del bene.
Eh sì, caro Amministratore Delegato, non si può pretendere l’unanimità dei consensi o l’ignavia assoluta. Ci sono persone (e uso il plurale non a caso) che continueranno, coerentemente, a seguire la strada tracciata. Ci confronteremo presto. Auguri.
Marco Sbarra