Protesta per il mancato pagamento di alcune spettanze e incertezza sul futuro dell’azienda

FIRENZE. Si è svolto questa mattina un presidio di protesta sotto la sede di Firenze di Fibercop in viuzzo dei Bruni, organizzato da Slc Cgil Toscana insieme alle lavoratrici e ai lavoratori di Telco, azienda del settore delle telecomunicazioni (riparazione e sviluppo della rete telefonica) che opera in Toscana con circa 400 addetti distribuiti tra Campi Bisenzio, Siena, Arezzo, Vicopisano e Grosseto. Al presidio hanno partecipato, in segno di solidarietà, anche alcuni dipendenti Fibercop.
Alla base della mobilitazione in Telco ci sono il mancato pagamento di alcune spettanze, la totale incertezza sul futuro aziendale e la richiesta di un’assunzione di responsabilità da parte di Fibercop, principale committente di Telco, nonché del Governo, a partire dal Ministero dell’Economia, che partecipa indirettamente alla proprietà di Fibercop tramite Cassa Depositi e Prestiti.
I lavoratori Telco sono lasciati soli, in una azienda senza mezzi, sono entrati in cassa integrazione a zero ore da marzo solo grazie alla pressione sindacale. Un’emergenza sociale e occupazionale che si aggrava ogni giorno.
«Telco è in crisi profonda da mesi, ma Fibercop non ha ancora fatto nulla per affrontare la situazione, pur potendo. Chiediamo che le commesse attualmente ferme vengano spostate ad altre aziende del territorio, portando con sé il personale oggi inattivo. È una soluzione concreta, immediata, senza costi aggiuntivi, che permetterebbe anche di risolvere il problema della qualità del servizio», ha dichiarato Samuele Falossi di Slc CGIL Toscana durante il presidio.
Il sindacato sottolinea che la situazione impatta anche sui cittadini: «Nella provincia di Pisa ci sono oltre 200 guasti di cavi non risolti da mesi, con migliaia di clienti senza linea o con connessioni compromesse. Una situazione inaccettabile in un paese che dice di voler investire sul digitale».
Falossi richiama anche la responsabilità del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presso cui è fissato un incontro il 19 maggio su Fibercop, e chiede un intervento diretto: «Non è solo un problema di lavoro: siamo di fronte a un nodo strategico per lo sviluppo industriale e infrastrutturale del Paese. Il governo non può restare a guardare. I lavoratori ci sono, sono pronti a ripartire domani, a contribuire allo sviluppo delle reti e del territorio. Non farlo è una scelta grave, che danneggia tutti: lavoratori, cittadini e intere comunità».
Slc CGIL Toscana continuerà la mobilitazione finché non arriveranno risposte concrete