Il segretario D Gioia risponde alla Fisascat Cisl
“Leggiamo la nota stampa della Fisascat CISL di Siena e con molta sincerità restiamo sorpresi, perché facciamo fatica a comprendere come un’iniziativa pubblica possa ambire a ridurre la partecipazione in piazza, esplicitando che un’organizzazione sindacale importante e radicata nel settore come la Filcams CGIL di Siena non è gradita.
Quando si sceglie di scendere in piazza, si sceglie la via collettiva, l’implicita apertura alla cittadinanza, alle istituzioni e alle forze organizzate che vogliano partecipare, altrimenti, per coerenza, si dovrebbero organizzare iniziative a porte chiuse in cui scegliere chi invitare a prendervi parte.
E proprio per questa regola di democrazia che come Filcams CGIL, leggendo la locandina della Fisascat CISL di Siena e apprezzando la lodevole iniziativa, abbiamo deciso di aderire con una nostra delegazione, non solo per esprimere il gradimento ma anche un riconoscimento di quanto messo in campo. Non abbiamo avuto nessuna presunzione di organizzare unitariamente l’iniziativa, in quanto ne riconosciamo la piena genesi.Siccome siamo certi che questa reticenza all’allargamento della partecipazione non rappresenti il segno di un’iniziativa volta solo a recuperare la visibilità che in queste settimane è stata oscurata, auspichiamo che quella giornata sia l’occasione, per la Fisascat CISL di Siena, per affermare con forza la propria contrarietà a quanto sta avvenendo con i “test carrello” nei supermercati della nostra provincia, condannare il licenziamento ingiusto di un lavoratore a pochi anni dalla pensione e l’atteggiamento colpevole dell’azienda, oltre al silenzio della Sindaca della Città di Siena.
Per dovere di realtà ci preme ricordare che l’iniziativa del 29 novembre organizzata dalla Filcams CGIL di Siena era aperta a tutta la cittadinanza e alle forze politiche e sindacali per denunciare quanto successo alla Pam attraverso il ” Test Carrello”. Abbiamo apprezzato la partecipazione di tante Istituzioni, di alcuni partiti e di categorie di altre organizzazioni sindacali. A tutti abbiamo chiesto di prendere la parola, in quanto la gravità di quanto accaduto a Fabio Giomi aveva la necessità di non limitarsi ad una battaglia di bandiera ma anzi di allargare più possibile la solidarietà a Fabio e per riaffermare il valore della dignità del lavoro che quotidianamente viene svilito da atteggiamenti vessatori delle controparti.
Ed infine, la Fisascat prova a farci la morale sul concetto di “unitarietà sindacale”, noi purtroppo non abbiamo parole per rispondere, possiamo solo dire, che quando decideranno finalmente di scendere in campo a tutela di lavoratrici e lavoratori, noi saremo lì ad aspettarli.






