L'allarme del Sindacato Lavoro & Libertà

SIENA. Dal segretario generale nazionale Maurizio Coluccio (Sindacato Lavoro & Libertà) riceviamo e pubblichiamo
“Alla redazione segnaliamo un allarme rosso per la sicurezza, la dignità e l’efficacia del servizio pubblico nella sede della Questura di Siena e, soprattutto, nella Caserma di Via delle Sperandie, edifici storici rispettivamente del XIV e del XVII secolo che oggi mettono quotidianamente a repentaglio l’incolumità del personale e dell’utenza. La Questura è ospitata in un immobile privo di percorsi accessibili, se non per l’ingresso della struttura; per raggiungere i piani superiori, dove sono collocati uffici importanti, si può accedere solo tramite scale interne, con l’effetto di escludere le persone con ridotta mobilità e di impedire al personale con limitazioni funzionali di operare con autonomia e sicurezza.
Gli uffici e gli alloggi della Caserma di Via delle Sperandie, posti al primo piano, sono raggiungibili esclusivamente mediante due scalinate in marmo di circa cinquanta gradini, oggettivamente pericolose e molto scivolose, con rischio concreto e quotidiano di cadute e infortuni per agenti, personale e cittadini che vi si recano. Entrambe le sedi non rispettano i requisiti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, previsti dalla normativa vigente e tale mancato adeguamento impedisce l’accesso ai servizi pubblici a persone con disabilità, contraddicendo i principi di pari dignità.
Nel tempo sono state inviate segnalazioni ufficiali e comunicati formali per sollecitare interventi strutturali o il trasferimento delle sedi, alle varie sedi istituzionali locali e nazionali, senza che siano stati adottati provvedimenti concreti, nonostante la Segreteria Provinciale di Siena, del sindacato Lavoro & Libertà abbia più volte indicato strutture alternative e proposte di soluzione.
La proprietà della Caserma in Via delle Sperandie continua a incassare migliaia di euro all’anno dall’affitto pagato dallo Stato senza eseguire i lavori urgenti richiesti e necessari. Il degrado è diffuso e grave e comprende un tetto che perde, impianti elettrico e idrico inadeguati, alloggi spesso privi di servizi igienici e di docce calde con conseguente condizione di vita inaccettabile per chi è in servizio, infissi vetusti e scarso isolamento termico che costringono i colleghi a utilizzare stufette personali con evidenti rischi e sprechi energetici. Gli uffici dell’immigrazione, della polizia scientifica e dell’amministrazione si affacciano su un camminamento esterno al piano terra esposto, provocando continui sbalzi termici tra caldo e freddo che compromettono il benessere sul posto di lavoro. In estate il raffrescamento è affidato a condizionatori portatili privi di scarichi esterni, che obbligano a tenere le porte aperte e provocano accumuli di condensa sui pavimenti con ulteriore pericolo di scivolamento. Le buche non riparate nei pavimenti hanno già causato la caduta di un pensionato della Polizia durante la festa della Polizia 2025, a dimostrazione concreta della pericolosità degli spazi. Lo stato generale solleva seri dubbi circa la conformità alle norme vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro richiamate dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, con la necessità di valutazioni puntuali e immediate sui requisiti di idoneità dei luoghi di lavoro e sulle misure preventive, senza che le istituzioni preposte scendano in campo per la tutela dei poliziotti e dei civili che vi accedono.
La società proprietaria non ottempera agli obblighi di manutenzione, mentre le amministrazioni comunali di Siena che si sono succedute, nonostante ripetuti appelli, sembrano ignorare la situazione, preferendo concentrare attenzione e risorse su progetti legati all’immigrazione e su ipotesi di centri di raccolta, invece di affrontare il problema del benessere dei poliziotti che ogni giorno garantiscono l’ordine pubblico.
Le soluzioni prospettate in passato si rivelano temporaneamente non disponibili o impraticabili, come il palazzo destinato alla Provincia in viale Sardegna, da anni abbandonato e soggetto a degrado, o l’ex catasto di Vico Alto, la cui demolizione e ricostruzione richiederebbero oltre sei milioni e tempi incompatibili con un’emergenza.
I locali ai Due Ponti risultano attualmente occupati da un’associazione di pensionati con contratto rinnovato per i prossimi 5 anni e quindi non immediatamente disponibili. La proposta di nuova Questura in Cerchiaia è ostacolata dalla presenza di amianto e di detriti pericolosi mai bonificati, che ne impediscono l’utilizzo; l’ipotesi della Caserma dei paracadutisti, ex distretto militare a Porta Pispini, appare compromessa da pressioni e interessi privati, che bloccano soluzioni pubbliche e dalle segnalazioni di interventi non trasparenti, come la costruzione abusiva di una stalla, da parte di una Contrada della città, in area militare dove vengono svolte cene annuali.
Resta incerta la sorte della vecchia sede dei Vigili del Fuoco, con decisioni attese entro dicembre 2025 e il rischio che destinazioni future non rispondano alle esigenze operative della Polizia.
Alla vigilia delle elezioni regionali del 12 ottobre 2025 è intollerabile che lo Stato continui a pagare affitti e a tollerare il degrado di luoghi che dovrebbero garantire ordine e legalità mentre chi li abita e li vive quotidianamente subisce rischi e umiliazioni.
Chiediamo con la massima urgenza verifiche tecnico-documentali sulle condizioni strutturali, igienico-sanitarie e di accessibilità delle due sedi, accertamento puntuale della conformità degli spazi alle norme di salute e sicurezza sul lavoro con verifica specifica dei rischi legati alle scalinate in marmo e ai materiali scivolosi, e valutazione del rispetto delle misure di superficie minima per il personale in servizio.
Chiediamo l’adozione immediata di provvedimenti cautelari e di soluzioni provvisorie per mettere in sicurezza il personale e l’utenza, qualora emergessero criticità gravi, oltre a trasparenza e calendarizzazione dei progetti di trasferimento o ristrutturazione con tempi certi e impegni formali comunicati alla cittadinanza.
Invitiamo la stampa locale e regionale a raccontare questa emergenza e a sollecitare risposte chiare dalla politica regionale, dalla giunta comunale e dalle autorità competenti, perché la sicurezza e la dignità del lavoro dei poliziotti non possono essere sacrificate in nome di interessi economici e scelte amministrative che ignorano chi ogni giorno protegge la collettività”.