Il sindacato denuncia il metodo autoritario utilizzato dall’Amministrazione comunale senza confronto sindacale

SIENA. Da FP Cigl riceviamo e pubblichiamo.
“Dal canto suo fa bene l’Amministrazione comunale, per voce dell’assessore, a rivendicare con orgoglio il metodo con cui in maniera precipitosa sta trasformando, tramite i regolamenti adottati, il servizio di Polizia Locale a Siena.
Una trasformazione, avvenuta nel nome della “sovranità” del Consiglio comunale, scaricata sui lavoratori con evidente e sottoscritto aumento delle responsabilità degli agenti ed ufficiali, senza che sia stato discusso alcun riconoscimento per le nuove funzioni assegnate.
Una sistematica esclusione del personale e delle parti sindacali nei processi che hanno generato i regolamenti, che andranno ad incidere anche nelle condizioni di vita dei lavoratori, così come è stata accuratamente esclusa l’apertura di qualsiasi forma di confronto che portasse ad una discussione sui processi di formazione del personale per adeguarlo ad una richiesta di mutamento che non potrà realizzarsi, per norma, in pochi giorni.
Si sceglie di affidare, o meglio appaltare, i nuovi servizi degli ausiliari del traffico ad agenzia interinale aprendo di fatto ad una precarizzazione del lavoro senza precedenti con costi sul bilancio dell’Ente di oltre 70.000 euro a favore delle agenzie, anziché scegliere forme di selezione pubblica, trasparenti e meno onerose, oppure destinare la somma spesa al potenziamento delle attività formative della Polizia Locale o alla ricerca di strumenti per valorizzare il personale.
Si affidano poi ulteriori funzioni nel territorio a soggetti volontari che non potranno possedere esperienza, conoscenza ed autorità necessaria per fronteggiare quelle mutate situazioni di sicurezza di cui l’Amministrazione parla.
I problemi di vivibilità e sicurezza urbana si affrontano con la professionalizzazione dei lavoratori, con l’aggiunta di risorse e con processi formativi qualificati degli operatori di Polizia Locale, oltre che con un servizio che dimostri presenza e vicinanza quotidiana alla cittadinanza.
Si sceglie invece chiaramente di utilizzare un metodo autoritario e di scappare dai tavoli di confronto, dalla ricerca di soluzioni a tutela del personale, svendendo il lavoro pubblico ma facendolo passare come una conquista di sicurezza.
Controprova evidente è la vertenza contrattuale nazionale del Pubblico Impiego dove viene proposto un aumento fortemente inferiore all’aumento dell’inflazione ed il posizionamento della maggioranza di Governo in materia di invito di astensione al voto per i referendum dell’8 e 9 Giugno che trattano, appunto, di tutela del lavoro”.