
Il tema della pensione è uno dei più delicati e dibattuti nel nostro paese e riguarda non solo chi è ormai prossimo a terminare la propria attività lavorativa. Anzi, questo argomento riguarda maggiormente le giovani generazioni, che già oggi, complici le varie riforme previdenziali succedutesi nel corso degli ultimi tre decenni, sono chiamate a pianificare attentamente il proprio futuro.
Conoscere gli aspetti normativi che regolano l’accesso alla pensione è fondamentale per evitare errori, ritardi o incomprensioni. La materia previdenziale è complessa e in continua evoluzione, poiché il legislatore interviene spesso per adeguare le regole alle esigenze economiche e demografiche dell’Italia.
Requisiti anagrafici e contributivi
Per accedere alla pensione è indispensabile, in primis, disporre di adeguati requisiti anagrafici e contributivi. La pensione di vecchiaia, ad esempio, richiede un’età minima stabilita dalla legge (attualmente 67 anni) e un requisito minimo contributivo di 20 anni. Questi requisiti vengono periodicamente aggiornati in base alle aspettative di vita rilevate dall’ISTAT.
Per quanto concerne la pensione anticipata, invece, i requisiti attualmente previsti (2025) consentono di poterla percepire solo in alcune specifiche casistiche: gli uomini possono richiederla dopo aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, mentre le donne devono aver versato contributi per 41 anni e 10 mesi. Negli ultimi anni sono state introdotte altre soluzioni transitorie come “quota 100”, “quota 102” e l’APE sociale, che permettono ai lavoratori di accedere a un pensionamento flessibile.
Categorie particolari e deroghe
Il sistema previdenziale italiano tiene conto anche di situazioni particolari, offrendo deroghe e agevolazioni a specifiche categorie. E’ il caso, ad esempio, dei lavori usuranti o notturni, che possono far accedere alla pensione con requisiti ridotti, o gli invalidi civili, che possono godere di un anticipo pensionistico con requisiti contributivi meno stringenti.
Nel recente passato, l’introduzione di “opzione donna” consente l’accesso alla pensione anticipata alle donne lavoratrici, che accettano, però, un ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo, generalmente meno favorevole. Infine, anche i disoccupati di lunga durata possono beneficiare dell’APE sociale e di altre forme di sostegno che accompagnano fino alla pensione di vecchiaia.
Il sistema di calcolo della pensione
In Italia, attualmente, vigono tre sistemi di calcolo della pensione. Il più vetusto è quello retributivo, che riguarda soltanto quei soggetti che hanno versato almeno 18 anni di contributi prima del 1996: la pensione, in questo caso, viene calcolata in base alle ultime retribuzioni percepite.
Il sistema “contributivo”, invece, riguarda i soggetti che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 e godranno di un assegno pensionistico parametrato ai contributi effettivamente versati durante l’intera carriera. Il sistema di calcolo “misto”, invece, comprende i soggetti che hanno iniziato a lavorare prima del 1996 ma, all’epoca, non avevano ancora raggiunto i 18 anni di contributi.
Conoscere anticipatamente l’importo della pensione
Un dubbio, più di altri, investe la maggior parte dei lavoratori, indipendentemente dal fatto che siano prossimi alla quiescenza o abbiano iniziato recentemente la propria carriera lavorativa: a quanto ammonterà l’assegno dell’INPS non appena andrò in pensione? Esserne al corrente consente di poter pianificare adeguatamente il proprio futuro, valutando se sia il caso di integrare la pensione pubblica con strumenti di previdenza complementare come i fondi pensione.
A tal proposito, l’INPS mette a disposizione il cosiddetto “estratto conto contributivo”, che consente di verificare i contributi versati e stimare la pensione futura.
Tuttavia, è quanto mai opportuno utilizzare strumenti più analitici e precisi, che forniscono simulazioni realistiche basate su diversi scenari di carriera e di crescita economica. A tal proposito, un esempio è rappresentato dal calcolo pensione affidabile con MiaPensione, che permette di stimare in modo semplice e preciso l’importo futuro dell’assegno previdenziale. Ed è grazie a strumenti come questi che ogni singolo cittadino può prendere decisioni consapevoli, valutando – a titolo esemplificativo – se proseguire la carriera lavorativa più a lungo o destinare parte del proprio reddito a forme integrative del risparmio previdenziale.