
I futures sull’azionario Usa oscillano poco sotto la parità, preannunciando una partenza negativa a Wall Street dopo la diffusione dei dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti.
Ieri i principali indici americani hanno chiuso in rialzo, proseguendo la corsa verso i massimi storici di febbraio nonostante i disordini sociali in molte città degli Stati Uniti. Il Dow Jones ha guadagnato il 2%, lo S&P 500 l’1,4% e il Nasdaq lo 0,8%.
In particolare, l’azionario americano nelle ultime cinquanta sedute ha messo a segno il miglior rialzo della storia del mercato con un balzo di circa il 40%, sulle scommesse di una rapida ripresa dell’economia dalla crisi del Covid-19.
Sul fronte macro, le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono attestate a 1,88 milioni, leggermente superiori agli 1,83 milioni attesi dagli analisti ma in diminuzione rispetto alle 2,13 milioni della rilevazione precedente.
Il tutto in attesa dell’uscita domani del Job Repot di maggio, che dovrebbe mostrare un tasso di disoccupazione sui livelli più alti dal secondo dopoguerra evidenziando però un rallentamento nella perdita di poste di lavoro.
I dati Adp sul settore privato Usa diffusi ieri, infatti, hanno mostrato un calo delle buste paga di circa 2,5 milioni, nettamente inferiori però rispetto ai 9 milioni previsti dal consensus e agli oltre 19 milioni di aprile.
Sullo sfondo restano le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina, dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato che intende impedire alle compagnie aeree cinesi di volare negli Usa in risposta al fatto che Pechino non ha approvato la ripresa dei voli verso la Cina da parte di United e Delta Airlines.
In Europa, invece, il consiglio di politica monetaria della Bce ha deciso di potenziale il programma di acquisti Pepp di 600 miliardi rispetto all’ammontare iniziale di 750 miliardi, salendo a un totale di 1.350 miliardi con gli acquisti che proseguiranno almeno fino alla fine di giugno dell’anno prossimo.
Fonte MarketInsight