
Partenza positiva a Wall Street, in scia all’attenuarsi dei timori di un intervento più aggressivo del previsto da parte della Fed e con gli operatori intenti a valutare le indicazioni provenienti dalla stagione delle trimestrali.
Dopo pochi minuti di scambi, Dow Jones e Nasdaq guadagnano l’1,1% e lo S&P 500 lo 0,9%.
Si affievolisce l’ipotesi che la Federal Reserve possa mettere in campo una mossa più aggressiva alla riunione del Fomc della prossima settimana, alzando i tassi di 75 punti base come atteso e non di 100 punti come brevemente temuto da almeno una parte del mercato.
Per molti investitori l’outlook resta però incerto. Secondo gli strategist di Goldman Sachs e Morgan Stanley, il recupero dell’azionario potrebbe rivelarsi di breve durata, con le pressioni sui prezzi che rimangono elevate e il rischio di una recessione sempre più probabile.
Una prospettiva testimoniata anche dal comparto obbligazionario, dove alcuni tratti della curva dei Treasury restano invertiti. Il rendimento del decennale americano avanza di circa 6 punti base al 2,97% e quello del biennale di circa 5 punti base al 3,17%.
I risultati societari del secondo trimestre saranno quindi monitorati attentamente come barometro della forza dell’economia. Goldman Sachs guadagna oltre il 4% in avvio, dopo aver riportato conti migliori delle previsioni.
Più in chiaroscuro, invece, i risultati di Bank of America, che ha registrato ricavi in crescita a 22,7 miliardi di dollari, ma un utile in calo oltre le attese a 6,2 miliardi. Il titolo sale di circa il 3% in avvio.
Intanto sul Forex il biglietto verde rifiata nei confronti delle altre valute, dopo i recenti guadagni. Il cambio euro/dollaro risale a 1,013 in attesa del meeting della Bce in programma giovedì, mentre il dollaro/yen arretra a 138,3.
Tra le materie prime, infine, in forte rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+4,1%) a 105,3 dollari e il Wti (+4,2%) a 98,6 dollari, dopo che il viaggio del presidente Usa Joe Biden in Arabia Saudita non ha portato ad alcun impegno concreto per un incremento dell’offerta da parte del principale produttore Opec.
Fonte MarketInsight