Partenza in ribasso a Wall Street, in un contesto in cui i timori per l’intensificarsi della guerra in Ucraina hanno messo in secondo piano il Job Report di febbraio migliore delle attese.
Dopo pochi minuti di scambi, il Dow Jones lascia sul terreno l’1%, lo S&P 500 lo 0,9% e il Nasdaq lo 0,5%.
Il focus degli operatori resta sulla crisi in Europa orientale, dopo che le forze russe hanno occupato il sito di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d’Europa, dopo un incendio notturno causato secondo Kiev dall’esercito di Putin.
L’incertezza derivante dal conflitto e dalle sanzioni ai danni della Russia continua a pesare sull’outlook economico globale e a penalizzare l’azionario, spingendo gli acquisti verso i beni rifugio e facendo impennare i prezzi delle commodities.
Sul fronte macro, l’incremento degli impieghi negli Stati Uniti a febbraio ha battuto le attese, evidenziando un solido mercato del lavoro e offrendo un parziale respiro dalle pressioni inflazionistiche con il rallentamento della crescita dei salari.
Nel dettaglio, lo scorso mese l’economia americana ha creato 678 mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, il maggior incremento dallo scorso luglio, al di sopra dei 423 mila prevista dagli analisti e di 481 mila di gennaio (rivisti da 467 mila).
Il tasso di disoccupazione, invece, è diminuito oltre le attese al 3,8% (3,9% il consensus) dal 4% del mese prevedente, mentre i salari medi orari sono rimasti invariati su base mensile (+0,5% il consensus) dopo il +0,6% m/m registrato a gennaio.
Numeri che dovrebbero mantenere la Federal Reserve sulla strada per iniziare ad alzare i tassi di interesse, dopo che negli scorsi giorni il chairman Jerome Powell ha confermato l’impegno a contrastare l’inflazione con un primo intervento nella riunione di marzo.
Intanto sul Forex il biglietto verde continua a rafforzarsi nei confronti delle altre valute, salendo sui massimi da maggio 2020. Il cambio euro/dollaro ha bucato al ribasso anche la soglia di 1,10 mentre il dollaro/yen si mantiene in area 115,4.
Tra le materie prime prosegue la corsa delle quotazioni del greggio, che si avviano a chiudere una settimana in forte rialzo in cui hanno registrato oscillazioni superiori ai 20 dollari. Il Brent sale del 3,3% a 114,1 dollari e il Wti del 3,9% a 111,8 dollari.
Nel comparto obbligazionario, infine, il rendimento del decennale americano scende di dieci punti base all’1,74% e quello del biennale di cinque punti base all’1,48%.
Fonte MarketInsight






