Giornata all’insegna degli acquisti per le borse europee, dopo le vendite delle ultime sedute, con il Ftse Mib che guadagna il 6,9% riportandosi a 23.889 punti. Rialzi corposi anche per il Dax di Francoforte (+7,8%), il Cac 40 di Parigi (+7,1%), l’Ibex 35 di Madrid (+4,4%) e il Ftse 100 di Londra (+2,8%). A Wall Street hanno accelerato Dow Jones (+2,1%), S&P500 (+2,4%) e Nasdaq (+3%), grazie anche agli spiragli nelle trattative fra Russia e Ucraina.
La tregua odierna per consentire l’evacuazione dei civili ucraini attraverso i corridoi umanitari e la conferma dei colloqui di domani fra i ministri degli Esteri di Kiev e Mosca hanno momentaneamente alleviato i timori degli ultimi giorni. Inoltre, un importante collaboratore di politica estera del presidente Zelenskiy ha affermato che l’Ucraina è aperta a discutere sulla richiesta di neutralità, purché disponga di garanzie di sicurezza dalla Russia.
Secondo gli operatori, gran parte dei rischi legati al conflitto e alle sanzioni sono stati già prezzati nei giorni scorsi, dinamica che ha consentito un parziale ritorno della propensione al rischio.
Sullo sfondo restano però le preoccupazioni legate alle tensioni e all’interruzione nelle forniture. I prezzi delle commodities viaggiano su massimi pluriennali e alimentano ulteriormente le pressioni inflazionistiche che già preoccupavano i mercati e le banche centrali.
Domani si riunirà la Bce, che dovrebbe mantenere un atteggiamento cauto, mentre la prossima settimana toccherà alla Bank of England e soprattutto alla Federal Reserve, che aumenterà verosimilmente i tassi di 25 punti base.
Sul Forex l’euro/dollaro risale a 1,108 e il cambio tra biglietto verde e yen è stazionario a 115,8, in attesa anche dei dati di domani sull’inflazione statunitense. In Italia, si segnala il calo oltre le attese della produzione industriale a gennaio (-3,4% mensile, -2,6% annuo).
Tra le materie prime, ritracciano le quotazioni del greggio con il Brent (-6,0%) a 120,3 dollari e il Wti (-5,3%) a 117,15 dollari, all’indomani dei rialzi innescati dal divieto di importazioni di petrolio russo da parte di Usa e Regno Unito. La Gran Bretagna ha invece evitato l’embargo su gas e carbone.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si attesta a circa 147 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,67%.
Tornando a Piazza Affari, fra le big cap avanzano in particolare Stellantis (+12,3%), Finecobank (+11,9%), Unicredit (+11,7%) e Intesa (+11,1%), mentre arretrano in scia al greggio Tenaris (-5,5%), Saipem (-1,4%) ed Eni (-0,5%).
Fonte MarketInsight







