
Prosegue poco mossa la seduta delle borse europee dopo i massimi da due mesi raggiunti ieri, mentre i futures di Wall Street viaggiano poco sopra la parità in attesa dell’uscita mercoledì del dato chiave sull’inflazione Usa.
A Milano il Ftse Mib cede lo 0,2% in area 22.675 punti. In ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,6%) e il Cac 40 di Parigi (-0,2%), mentre resistono poco sopra la parità il Ftse 100 di Londra (+0,1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,1%).
Il focus degli operatori è rivolto sul report Usa dei prezzi al consumo di domani, che contribuirà a formulare le aspettative su quanto dovrà essere aggressiva la stretta della Fed e su quanto sia realistica l’ipotesi di un cambiamento di politica monetaria il prossimo anno con un taglio dei tassi.
Cresce l’ottimismo sulla possibilità che l’inflazione abbia raggiunto il suo picco a giugno, con gli economisti che prevedono un rallentamento della crescita del carovita lo scorso mese negli Stati Uniti.
Il Job Report superiore alle attese diffuso la scorsa settimana ha attenuato i timori di recessione, a cui si aggiungono le indicazioni incoraggianti provenienti dalla stagione delle trimestrali con oltre l’80% delle società dello S&P 500 che hanno presentato i conti fino ad ora che hanno riportato risultati migliori o in linea alle previsioni.
Intanto sul Forex il biglietto verde si indebolisce nei confronti delle altre valute, con il cambio euro/dollaro risalito a 1,024 e il dollaro/yen tornato sotto quota 135.
Tra le materie prime in ribasso le quotazioni del greggio dopo il rimbalzo di ieri con il Brent (-1%) a 95,7 dollari e il Wti (-1,2%) a 89,7 dollari, mentre gli operatori monitorano i colloqui sul nucleare iraniano e l’outlook della domanda.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund è stabile in area 212 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,05%.
Tornando a Piazza Affari, ancora in rialzo Bper (+2,7%), in attesa delle decisioni del Tribunale di Genova sul ricorso presentato da Malacalza Investimenti che potrebbe dilatare leggermente i tempi di integrazione con Carige.
Bene anche Telecom Italia (+1,3%), Generali (+1%) e Banco Bpm (+0,9%), mentre arretrano Amplifon (-1,6%), Nexi (-1,1%), Pirelli (-1,1%), Hera (-1,1%) e Italgas (-1%).
Fonte MarketInsight