Per risparmiare "si taglino i costi della Presidenza del Consiglio"

SIENA. All’indomani del ritiro da parte del Governo della conversione in legge del decreto che riordinava le province italiane si hanno i primi feedback da parte dei territori. In Toscana la partita era importante, anche a fronte di situazioni che vedevano città importanti come quella di Siena e Pisa, le quali avrebbero perso lo status di comune capoluogo. La segreteria cittadine dal Carroccio esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto ieri sera nella commissione Affari Costituzionali del Senato.
Giusti, segretario comunale, commenta: «Grande vittoria della Lega Nord quella di aver fatto ritirare al Governo il decreto sul riordino delle province. Ringraziamo il Sen. Calderoli per aver sollevato in commissione la pregiudiziale dei tempi non congrui a convertire in legge il decreto, ma soprattutto per l’interesse che ha dimostrato nei confronti della città di Siena presentando l’emendamento insieme ai colleghi Divina ed Aderenti. La riorganizzazione pensata dal Governo non avrebbe portato alcun risparmio tangibile ai cittadini ma semmai avrebbe gettato nel caos una serie di servizi essenziali per gli stessi. Gli sprechi sono altrove, per esempio nei costi sostenuti dallo Stato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che da sola costa al popolo oltre 5 miliardi di euro, tanto quanto tutte le province messe insieme. La città di Siena ha rivestito per secoli un ruolo di primaria importanza nella toscana meridionale come polo culturale, artistico ed economico. La sua soppressione sarebbe stata un’ipotesi affrettata e priva di senso che non rendeva merito alla storia della nostra città».
Giusti, segretario comunale, commenta: «Grande vittoria della Lega Nord quella di aver fatto ritirare al Governo il decreto sul riordino delle province. Ringraziamo il Sen. Calderoli per aver sollevato in commissione la pregiudiziale dei tempi non congrui a convertire in legge il decreto, ma soprattutto per l’interesse che ha dimostrato nei confronti della città di Siena presentando l’emendamento insieme ai colleghi Divina ed Aderenti. La riorganizzazione pensata dal Governo non avrebbe portato alcun risparmio tangibile ai cittadini ma semmai avrebbe gettato nel caos una serie di servizi essenziali per gli stessi. Gli sprechi sono altrove, per esempio nei costi sostenuti dallo Stato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che da sola costa al popolo oltre 5 miliardi di euro, tanto quanto tutte le province messe insieme. La città di Siena ha rivestito per secoli un ruolo di primaria importanza nella toscana meridionale come polo culturale, artistico ed economico. La sua soppressione sarebbe stata un’ipotesi affrettata e priva di senso che non rendeva merito alla storia della nostra città».