Parlano i due responsabili dei comitati di Renzi e Bersani

SIENA. Tutti insieme possiamo contribuire a rilanciare la città, puntando sulle idee, dando spazio a chi ha se lo merita e mettendo da parte chi è espressione di una politica vecchia, senza proposte, fatta solo interessi di bottega, finalizzata al ‘potere per il potere’. Una politica destinata a finire perché incapace di affrontare, con coraggio e a viso aperto, le sfide del nostro tempo.
Le criticità di Siena, a partire dalle difficoltà della Banca Mps e di gran parte del sistema economico, non si risolvono né con la logica dello “scarica barile” né con quella della distruzione di “tutto e tutti” per tentare di conquistare o far conquistare a qualcuno, vicino alla famiglia, un “posto al sole” o uno scranno in Parlamento. Per uscire da questa crisi ci vogliono idee, entusiasmo, voglia di guardare al futuro nel solo interesse della città, mettendosi al servizio di un progetto, senza chiedere nulla in cambio. In queste settimane è in atto un gioco al massacro sulla pelle della città e delle sue più importanti istituzioni. A Siena oltre alle difficoltà legate alla crisi; all’ingiusto ed incoerente declassamento di Moody’s; alle preoccupazioni dei lavoratori per lo stallo del confronto tra Banca e sindacati, c’è chi non perde occasione per gettare fango sulla città e su Mps, strumentalizzando politicamente tutto quello che accade. A farlo sono sempre le stesse facce che, in anni differenti, hanno ricoperto cariche istituzionali e politiche di primo piano, partecipando direttamente alle scelte di indirizzo e di governo.
Nei mesi scorsi solo Franco Ceccuzzi e Simone Bezzini hanno avuto il coraggio e la forza, insieme al Partito democratico, di assumersi le responsabilità politiche. Responsabilità che non possono essere confuse con quelle manageriali e gestionali che appartengono alle strutture di vertice di Banca e Fondazione Mps degli ultimi venti anni. C’è poi chi, da mesi, tenta fantasiose ricostruzioni della storia. Ma in realtà, chi crede che Alberto Monaci non sia stato coinvolto nelle scelte politiche del Pd? Chi crede che Alfredo Monaci non abbia partecipato alle decisioni? Chi crede nella “verginità politica” di Alessandro Pinciani, vicepresidente della Provincia dal 2006 e già vicesegretario del Pd provinciale? Per noi guardare al passato è deleterio ma, di fronte alle bugie, farlo è inevitabile. Riteniamo gravissime le posizioni di chi dice di essere nel Pd e poi, da fuori e da dentro ad associazioni politiche, infanga il “suo” partito, gli iscritti e la città, gettando ombre e infamia su tutto e tutti. Su fantasiose ricomposizioni non si accettano passi indietro o sconti. Ognuno di noi, nonostante il sostegno a due candidati diversi, è unito dalla volontà di fare delle primarie, una straordinaria occasione di partecipazione, di crescita, di apertura e di rinnovamento. Indietro non si torna, perché il cammino del cambiamento è già avviato.
Simone Vigni responsabile dei Comitato comunale “Per Matteo Renzi”
Luca Rinaldi, responsabile comunale Comitato “Per Bersani premier”