"Tutti insieme troviamo un accordo che non penalizzi alcuno"

SIENA. Dalla segreteria di Unisin Mps riceviamo e pubblichiamo.
“Siamo sempre alle solite: chi paga dazio è sempre il piu’ debole. Chi ruba in questa nostra società del 2000 e oltre è un furbo e tutti applaudono. Non si finisce mai di imparare la lezione….ma i furbetti prima o poi pagano pegno. Così è la nostra società e così è il MPS: ormai tutti sanno che sono stati sperperati 17 miliardi di euro per l’acquisto di Antonveneta, che sono state fatte operazioni capestro e di conseguenza hanno impoverito la Banca mettendo a repentaglio il lavoro di 31000 dipendenti.
Certe cose si sapevano, o meglio le sapevano anche i ns. nuovi amministratori, ma tutto tace. Quest’ultimi continuano a far pagare ai dipendenti questi comportamenti, e quello che a noi di UNISIN dispiace di più è che alcuni sindacati, in un volantino, fanno intendere che si vogliono mettere d’accordo con questi personaggi. Il loro compito, come quello di tutto il sindacato, è salvaguardare i diritti degli iscritti, di TUTTI, e non di alcuni. Non si può penalizzare, come vuole fare l’Azienda, alcuni per salvare altri. Tutti devono concorrere a salvare tutti!!! L’Azienda faccia pure cosa ha intenzione di fare, ma il sindacato, per difendere gli iscritti non può firmare un accordo penalizzante solo per alcuni, fosse anche per uno soltanto. Se l’Azienda fa i suoi passi il Sindacato dovrà di conseguenza difendere chi è stato penalizzato: QUESTO E’ IL SUO COMPITO!!!! QUESTO E’ IL VERO SINDACATO. Firmando un accordo per mandare a casa dei dipendenti, può significare metterli in povertà, visto come sta andando l’ economia in Italia, e quindi è un Sindacato che si mette dalla parte dei Poteri Forti.
UNISIN si augura, preso atto che altre sigle dell’altro tavolo hanno avuto dei ripensamenti, che TUTTI insieme si riesca a trovare unità di intenti per contrastare il Tandem Profumo/Viola e ci mettiamo sulla strada a noi naturale: DIFENDERE i lavoratori per arrivare ad un accordo che non penalizzi alcuno. Se ciò non fosse possibile, lasciamo che il male lo faccia l’Azienda, a noi il compito di difendere chi lo subisce”.