Mario Ascheri dà qualche suggerimento a Valentini sulla nomina del presidente della Fondazione

di Mario Ascheri
SIENA. Pochi giorni fa (ne Il Santo di Siena del 27 u.s.) ho concluso un’analisi della situazione politica locale auspicando la prosecuzione dell’esperienza del nuovo sindaco, nonostante le difficoltà e le voci correnti tutt’altro che favorevoli.
Ora però mi consentirà il Sindaco di aggiungermi ai suoi critici sulla storia della presidenza della Fondazione.
Vede, caro Sindaco, Lei ha più volte avuto occasione di pretendere dal Presidente della Fondazione qualità precise. In particolare l’autorevolezza dell’esperto di affari bancari in modo da trattare non da subalterno con i vertici della Banca in questo momentaccio. Altrove ha sottolineato il campo dei beni culturali come essenziale: la Fondazione potrebbe fare molto, moltissimo per Siena e i suoi giovani in questo settore.
Giuste le due sottolineature. Senonché il collega Pizzetti, stimato giuspubblicista (e non solo da me, che vorrebbe dire poco), anche visti gli incarichi ricoperti (e divenuti a tutti noti ormai a Siena), non sembra proprio che abbia la competenza adatta per operare come interlocutore dei vertici BMPS, né in subordine nel campo dei beni culturali.
Mi chiedo, caro Sindaco, se ‘rebus sic stantibus’ non sarebbe pertanto un gesto intelligente ed opportuno da parte Sua lasciare piena libertà di valutazione ai ‘Suoi’ deputati, anche per rispetto dell’autonomia di cui dovrebbero godere statutariamente.
Mi sembra che il Comune abbia altre priorità e che questo perdurante intreccio di banca-politica-partiti-consigli esterni (romani in particolare), contro il quale Ella si era pronunciato saggiamente in campagna elettorale, non giovino affatto all’immagine già deteriorata della città.
Al proposito, avrà letto l’articolo di Rizzo sul Corsera di oggi. Finisce parlando di “un’ennesima rissa contradaiola” in modo del tutto immotivato.Ma immotivato per le contrade, non per il modo di procedere Suo e dei Suoi compagni di partito.
Mi auguro che il Magistrato voglia chiarire al noto giornalista l’assoluta autonomia a Siena del mondo contradaiolo, rissoso a modo suo, buono, ‘ritualmente’ positivo, da quello, anche inconcludente, della politica.