Nel ballo delle candidature per le Amministrative solo una conferma: Loretana Battistini per la Lega Nord

di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Speriamo che Natale abbia portato consiglio. O almeno, che i fuochi d’artificio che annunciano il nuovo anno sappiano “accendere” qualche buona idea nelle menti ancora alquanto confuse dei nostri politici locali.
Dopo la candidatura di Ceccuzzi per il Pd, nel centrosinistra si è sollevata qualche voce “dubbiosa”. Se il partito di maggioranza ha retto con stoico eroismo ai “fendenti” autoritaristici dell’onorevole, riuscendo a ricompattarsi senza franare, la sinistra ha perso qualche pezzo, è emerso qualche commento non proprio lusinghiero, è stata avanzata qualche proposta troppo innovativa e rivoluzionaria per poter essere accolta dal potere. O dai tanti pavidi protagonisti dello scenario politico locale.
Comunque, nel bene o nel male, a sinistra i giochi sembrano fatti. Di primarie di coalizione nessuno parla, salvo qualche timida voce che sostiene la possibile candidatura “sparigliatrice” del comunista Fiorino Iantorno. Mah, a noi qualche dubbio resta. Scommettiamo, con nostro dispiacere, per un candidato senza primarie (interne o di coalizione). Per acclamazione, insomma. Spontanea o forzata che sia. Come nella migliore tradizione delle dittature del secolo scorso. E anche di quello che stiamo vivendo. (In questi casi la storia proprio non insegna!)
Nel centro destra una novità c’è. La candidatura, ufficializzata lo scorso 12 dicembre, di Loretana Battistini per la Lega Nord. Berlusconiana della prima ora – al punto che a Firenze c’è stato gran trambusto per questa sua decisione – adesso passata nelle fila del Carroccio.
Di lei si può dire poco. Donna da sempre attiva politicamente, ha fatto una scelta coraggiosa già nel 1999 proponendosi alla presidenza della Provincia. Adesso torna con una candidatura ancora più difficile perché ancora più sentita e – istituzionalmente parlando – più forte e rappresentativa.
Tra le voci che circolano in altri schieramenti e gruppi politici, si può dire che sarà l’unica figura femminile ad essere lanciata nell’agone politico da protagonista. Una buona candidatura, quella della Battistini; una candidatura forte, sorretta da un partito che non ha voluto scendere a patti con il PdL locale, ritenuto “appiattito” su posizioni di comoda convivenza con un potere dal quale a volte ha preso, a volte ha dato.
Nonostante qualche accenno di “compromesso”, ad oggi i due partiti maggiori di centrodestra sembrano lontani anni-luce. Così presi a scontrarsi tra di loro da perdere, ogni tanto, la bussola. Ovvero ad ignorare placidamente i reali avversari politici. Ceccuzzi in testa: che di certo gongola per questa “svista” che lo tiene lontano da confronti fastidiosi che lo vedrebbero quanto meno in difficoltà. Come dire che si picca, senza timore di essere pubblicamente smentito, di rappresentare il nuovo in una città da mezzo secolo governata dalla sinistra. E almeno da un decennio controllata proprio dalla sua figura.
Ma torniamo alle candidature.
Nel PdL di nomi ne girano diversi. Da Lorenzo Rosso, prima proposto, poi smentito, poi riproposto: forte di un sostegno “romano”; a Franco Masoni che qualcuno dice di aver visto a Castiglione della Pescaia in compagnia del coordinatore Marignani e del sindaco del borgo costiero. E se non bastasse, qualche sera fa, il noto volto della tv locale è stato visto con Anita Francesconi alle prese con l’analisi di alcune liste! Candidature, entrambe, poco convincenti. L’uno troppo “consumato” politicamente; l’altro decisamente ed indiscutibilmente tutto “pacche sulla spalla” e sorrisi ammiccanti con membri di spicco del potere locale. E certo non di centrodestra.
In tutto questo marasma ne esce in difficoltà il povero Marignani che, oltre ad incassare una grave frattura con la Lega Nord, si sbatte da mesi per trovare un nome credibile da candidare senza ottenere, evidentemente, grossi risultati.
E le Liste civiche? Fino a poco tempo fa baluardo di aspettative e speranze per quei senesi stanchi della solita politica degli schieramenti (vero oppio per i popoli in un tempo in cui la religione ha perso molto del suo splendore), oggi sembrano uscire malconce da un dispotismo intellettuale e strategico che si può definire in due parole: Pierluigi Piccini.
Persi Vittorio Stelo e Mario Ascheri – più qualche altro consigliere delle Circoscrizioni – i restanti membri si sarebbero dovuti incontrare qualche giorno fa per definire la loro posizione e l’eventuale strategia da tenere alle imminenti amministrative. Nulla si sa di cosa sia accaduto. Ma la cosa certa è che, al centro dell’incontro, c’era l’ex-sindaco e la sua intenzione a candidarsi nuovamente a primo cittadino della città del Palio o all’occorrenza, a dare il suo beneplacido ad un candidato di suo gradimento. La sua, può definirsi una candidatura “pesante” da sostenere e ostativa per una eventuale alleanza con la Lega Nord, vero partito di opposizione a Siena e possibile partner in una nuova avventura elettorale.
Nulla si dice e si sente, ma l’uscita di Ascheri e proprio il silenzio post-natalizio lasciano pensare che nulla sia stato deciso e che l’ex sindaco non abbia saputo decidere tra il desiderio di tornare a “governare” Siena e l’opportunità di andare a fare il deputato – dell’Api o anche di qualche altro partito, all’occorrenza – in quelle che si prospettano (ora sì, ora no) imminenti elezioni politiche.
L’ago della bilancia nell’opposizione al Pd, l’uomo che resta neppure tanto dietro le quinte, dallo sguardo ipnotico e dall’ostinazione iperumana, resta immobile, paralizzando di conseguenza tutta una compagine di forze che, una volta in moto, potrebbero far fare un passo decisivo alla politica senese. Magari anche proponendo alleanze del tutto nuove e dando vita a scenari “timidamente incoraggianti”. Una vera opposizione, insomma.
Poche parole, infine, su Per Siena, associazione che ha mostrato i primi accenni del suo “carattere”. A sostegno dell’ampliamento dell’aeroporto; composta da nomi noti all’ambiente politico ed economico della città, più che cuore e amore pare essere una piccola costola di micro e macro interessi legati ai soliti noti. E molti fanno insistentemente il nome di Giuseppe Mussari. “Cuore”, insomma, di un “corpo” ben conosciuto. Proprio come quello di un amante che, mentre ti ammalia, fa i conti di quanto potrà ottenere da questo rapporto.