La gestione delle trattative sembra intaccare la credibilità del Tandem

di Red – foto di Corrado De Serio
Non è questione di andare a colpire gli intoccabili dei Consigli di Amministrazione che, senza gettoni di presenza e auto blu, continueranno a vivere bene; è proprio una questione di sopravvivenza della credibilità del Tandem, che appare compromessa con quella stessa politica che a parole vorrebbe tenere fuori dalla banca. Appare sospetta (o quantomeno curiosa) – dopo l’intransigenza che fin dal 22 febbraio ha fatto deliberare al CdA vecchio e confermare al nuovo l’ondata di licenziamenti (passata da 1500 a 4600 con disinvoltura imbarazzante) e il muro contro muro con il sindacato negli ultimi mesi nonostante lo sciopero del 15 marzo – la velocità del dietrofront su esuberi, esternalizzazioni, contratto integrativo. E’ bastata una chiacchierata al tavolo con le sigle sindacali e voilà… adesso esistono “proposte alternative all’esternalizzazione del back-office”. Perché non dirlo subito e risparmiare settimane di angoscia a tante persone e tante famiglie?
Il dubbio sul teatrino della politica si è inserito nelle convinzioni di tanti e la nomina di un esponente politico legato ai Ds alla presidenza di Biverbanca li ha rinforzati. Astrid da una parte e Prometeia da un’altra si rivelano think tank che devono dare forza di pensiero e di struttura per mantenere MPS nell’esclusiva gestione del partito romano di riferimento che, per la sua posizione, si rivela incurante di attivi e passivi, dipendenti e licenziati, titoli di stato e crediti inesigibili. Tanto che nell’imminente festa provinciale dell’Unità che si apre in Fortezza, l’argomento licenziamenti (né nel perimetro della Banca, ma nemmeno in quello di Floramiata o Pramac, ad esempio, o delle tante piccole aziende che si teme non riapriranno dopo le ferie estive), non merita neppure l’organizzazione di un dibattito nell’apposito spazio quotidiano predisposto dall’organizzazione del partito.
E – a proposito dei dibattiti della festa – mai che ci sia un contraddittorio che spezzi l’autoreferenzialità degli interventi, destinati sempre ai soliti personaggi. Alla faccia del “confronto dialettico” che qualche giovine virgulto del partito ritiene tema importante e fondamentale…