"Il nostro Circolo sta muovendosi per difendere la Banca e soprattutto la Fondazione"

SIENA. Mentre le trattative sindacali alla Banca Monte dei Paschi stanno segnando il passo, evidenziando la scarsa volontà della direzione di confrontarsi davvero con i lavoratori, purtroppo si verifica tutto quello che il nostro Circolo Città Domani aveva indicato nel documento del luglio scorso, in cui abbiamo sottoposto ad un esame approfondito il Piano Industriale 2012- 2015 del Monte dei Paschi. Ricordiamo che molti all’epoca si erano affrettati ad approvarlo (a cominciare dal PD), ma quando abbiamo avuto occasione di confrontarci nel merito è apparsa tutta la superficialità e l’incompetenza degli interlocutori che, come ai tempi di Mussari, si fidano ciecamente di Profumo e Viola.
Dicevamo allora che “manca nel piano, un idea forte, un progetto innovativo che segni quel radicale cambiamento della vita interna dell’impresa e nelle sue scelte strategiche di mercato e sia in grado di ridare alla Banca Monte dei Paschi di Siena un vantaggio competitivo nei confronti dei suoi principali concorrenti.”
Occorre, a nostro avviso, che il top management comprenda che per il conseguimento degli obiettivi non è sufficiente la cooptazione dei soli dirigenti, ma è necessario motivare, attraverso il rispetto e la concreta considerazione, tutto il personale; sarebbe altresì auspicabile che tutto il management desse prova di un forte impegno e accettasse i necessari sacrifici anziché arroccarsi nella difesa di privilegi anacronistici.
La Banca deve tornare ad erogare il credito alle imprese pianificando in tempi brevi e modalità trasparenti una nuova strategia per il superamento della tattica di ripiegamento su cui è incardinato l’attuale piano industriale, venendo invece incontro alle richieste che emergono dal territorio.
In particolare, anche nella trattativa sindacale, è evidente la volontà della direzione di non intaccare i privilegi sproporzionati dei dirigenti, di imporre alla filiali non un’azione positiva di recupero sul territorio e di sostegno all’economia locale, ma di diventare solo venditrici di prodotti assicurativi (AXA).
Quanto poi alle esternalizzazioni, che i sindacati cercavano di scongiurare proponendo soluzioni di risparmio dei costi alternativi, bisogna dire che si continua nella solita politica praticata verso il Consorzio Operativo: incarichi dirigenziali a persone senza competenza specifica e quindi sprechi enormi, assenza di una politica controllata con le competenze tecniche del territorio, rinuncia ad una propria struttura qualificata interna e preferenza per soggetti esterni (IBM e Bassilichi) che potranno gestire senza controllo il know-how privato dell’impresa e forse assumeranno il personale in eccesso. Ma come lo potranno assumere e per quanto tempo? E chi pagherà per questo, visto che la Bassilichi è per buona parte di proprietà del Monte dei Paschi?
Tutto ciò rende ancora più pressante la preoccupazione sull’ipotesi di aumento di capitale: “Una riduzione dei costi, anche al prezzo di una perdita di assets strategici, una trasformazione da produttore a venditore di prodotti bancari e assicurativi di altre imprese, sembrerebbe funzionale all’incorporazione della banca da parte di un altro istituto, molto probabilmente estero. In questo quadro il prospettato aumento di capitale acquista tutt’altro significato da quello squisitamente precauzionale, avanzato con ambiguità nel piano.”
Ai lavoratori e ai cittadini senesi vogliamo dire che il nostro Circolo sta muovendosi per difendere la Banca e soprattutto la Fondazione, e quindi per affermare una logica di gestione che superi personalismi e privilegi nell’interesse della città e per difendere i posti di lavoro e l’economia del territorio.