"Il sistema-Siena è tutt'altro che crollato"

SIENA. Ci sono degli elementi di indiscutibile gravità che continuano ad essere ignorati dalla stampa e dagli esponenti principali dell’imminente campagna elettorale per le comunali di Siena. Come già anticipato qualche settimana addietro proprio da #Siena2030, il sistema Siena, quell’incontrollabile “groviglio armonioso” che fa capo ai “soliti noti” governatori della città è tutt’altro che crollato. Ci sono stati dei terremoti, giudiziari e non, che l’hanno fatto barcollare, è vero, ma siamo ben lontani dalla frantumazione completa, figuriamoci dall’individuazione dei responsabili.
A nostro avviso, non può andare esente da analisi la vicenda dell’Università degli Studi di Siena. Molto già si sa: il forte indebitamento ed il mancato versamento dei contributi Inpdap targato Tosi; la farraginosa e molto dispendiosa gestione Focardi e, dulcis in fundo … l’attuale (ed a quanto pare illegittima) doppia gestione Riccaboni – Fabbro. Il primo eletto grazie ad una discussione elezione(per cui pende un processo per brogli elettorali) e la seconda, Ines Fabbro, alla quale è stato offerto un contratto da Direttore Amministrativo tra i più alti d’Italia e senza neppure seguire l’iter selettivo come da indicazione MIUR. E la loro gestione come sembra? La risposta è ancora peggio della loro presentazione!
La vicenda legata al taglio del salario accessorio per i dipendenti dell’Ateneo è emblematico della situazione attuale. E’ stato necessario promuovere un ricorso dinanzi al Giudice del Lavoro (ancora pendente) per permettere che il salario accessorio del 2011 venisse erogato ai dipendenti (e sembra ora anche parte di quello relativo al 2012). Il Rettore ha dovuto piegarsi al tavolo della concertazione solo dietro l’ottima azione giudiziaria, svolta con costanza e pervicacia dall’avv. De Mossi.
Un comportamento del genere, da parte del Magnifico, palesa la totale insussistenza di progetti, programmi, idee e soprattutto di volontà nel rilanciare l’Ateneo.
La speranza ultima di Riccaboni & Co. era quindi quella di rivedere nella Fondazione la ripresa della distribuzione di ingenti risorse a favore del dissestato Ateneo, cosa che, come oggi ben sappiamo, non avverrà.
La conseguenza non potrà che essere il commissariamento dell’Ateneo. Ecco perché oggi sarebbe auspicabile che il Rettore, al netto di tutto questo, facesse spontaneamente un passo indietro.
L’Università di Siena merita di meglio.
Associazione #Siena2030