
SIENA. La nostra campagna elettorale si sta svolgendo tutta all’insegna del motto “Le migliori parole sono i fatti”. Dico “motto”, non dico “slogan”: c’è una bella differenza per chi voglia e sappia vederla. E’ una cosa che pensiamo davvero: pensiamo, cioè, che quando uno può fare, fa. Senza bisogno di parlare. Le parole, si sa, volano. E qualche volta, come nella nostra campagna elettorale, svolazzano un po’ imprudentemente… Apprendiamo con sincero piacere che il sindaco Valentini ha grandi progetti per sostenere chi a Siena negli ultimi tempi non se la passa tanto bene. Siccome non siamo gelosi e non rivendichiamo diritti di primogenitura, e anzi consideriamo positivamente ogni proposta che ci sembra vada incontro ai reali bisogni dei nostri concittadini, registriamo con soddisfazione alcune delle proposte che Valentini avanza a favore di anziani, disabili, famiglie in difficoltà, giovani disagiati, ecc. Avremmo potuto dire: “Lo sosteniamo da tempo anche noi!”. Non lo diremo. Meglio tardi che mai. Senz’altro, “meglio tardi”. Ma appunto: che sia ormai tardi deve essere ammesso, perché se non lo si fa allora i cittadini si sentono presi un po’ in giro, anzi più che un po’. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che fino a ora per molte fasce sofferenti della cittadinanza a Siena non si è fatto molto, non si è fatto abbastanza. Invece il nostro sindaco dice che “Nonostante le difficoltà che questa città ha dovuto affrontare, sono orgoglioso che la nostra comunità non abbia mai lasciato indietro nessuno”. No, questo non lo può dire. Suona troppo beffardo per tutti coloro che in questi anni a Siena – e sono molti, sono veramente troppi – sono stati lasciati indietro, eccome! Anzi, sono stati completamente dimenticati. Altro che orgoglio: abbiano invece l’umiltà, Valentini e le forze politiche che oggi lo sostengono, di ammetterlo. Perché se non si riconosce questa evidenza le cose sono due: o si è in malafede (e non voglio crederlo) oppure fino a ora si è vissuti non dico in un’altra città ma proprio su un altro pianeta. Basta andare in giro per le strade, frequentare i mezzi di trasporto pubblico e i mercati rionali, prestare orecchio ai discorsi che la gente fa nei supermercati (o più spesso, a dire il vero, nei discount…) per avere il polso della situazione, per toccare con mano quello che è oggi la Siena “reale”. E parlo di una città ferita in tante sue componenti, di una città ancora sofferente. Gente che non arriva alla fine del mese, che rinuncia a curarsi, che ha perso anche le ultime sicurezze e garanzie. Ma Valentini sembra girarsi dall’altra parte, non capire. Rivendica – ed è legittimo, sia chiaro – i successi della sua amministrazione. Peccato però che i cittadini non la pensino come lui, che non siano affatto disposti a riconoscerglieli questi presunti successi. Sbagliano i cittadini? Attenzione a non essere arroganti come si sono dimostrati i sedicenti “progressisti” a livello nazionale; perché il rischio è che anche a Siena chi fino ad ora ha amministrato la cosa pubblica faccia la stessa fine. I Senesi in questi anni hanno sofferto sulla propria pelle solo tagli di spesa, riduzioni nella qualità e quantità dei servizi e, soprattutto, una lontananza dell’Amministrazione cittadina che li ha fatti sentire davvero lasciati indietro e dimenticati. Tutto il resto sono favole. Chi ci vuol credere, si accomodi pure. Ma torniamo al nostro punto di partenza, vale a dire le parole e i fatti. Le parole che Valentini pronuncia oggi sono molto belle. Ma hanno un grave difetto, che non le fa essere per nulla convincenti: giungono, cioè, con un tempismo a dir poco assai sospetto, risuonano esattamente nel momento più caldo della campagna elettorale. Che siano solo promesse per blandire un elettorato che forse anche il sindaco comincia a percepire disincantato, disaffezionato…? O finalmente maturo e consapevole, a seconda dei punti di vista. Ha ben ragione, infatti, chi oggi diffida di tutti quei “faremo, farò”. Perché, al contrario di quasi tutti gli altri candidati, il sindaco Valentini avrebbe potuto fare prima ciò che promette oggi. Detto in altre parole, Valentini ha fallito nell’unica prova che in politica conta, quella dei fatti. E non vale a nulla giustificarsi dicendo: “Ma abbiamo dovuto fronteggiare una situazione economico-finanziaria grave, e non potevamo pensare a certe cose”. Perché si tratta, invece, di scelte, di priorità. Quale che sia la situazione contabile, non ci si può dimenticare dei cittadini, soprattutto dei più bisognosi, di chi è stato bistrattato dalla crisi senza averne colpa. Proprio questo, purtroppo, è stato fatto negli ultimi anni, tanto che qualche settimana fa, durante una Tribuna elettorale trasmessa da RadioRai Toscana, il capogruppo del PD in Consiglio comunale si è trovato ridotto a mal partito, balbettante e impegnato in un’ardua arrampicata sugli specchi, quando si è trattato di dar conto ai cittadini di quanto fatto per i Senesi, a livello di politiche sociali, da questa Amministrazione. Questo tanto per ristabilire i giusti confini tra le parole e le promesse, da una parte, e i fatti e le azioni concrete, dall’altra. La conversione di Valentini al sociale ci fa molto piacere, ma giunge abbondantemente fuori tempo massimo. Non è credibile. E sono sicuro che i cittadini se ne siano resi conto, e sappiano già che valore dare alle parole di chi oggi dice “faremo” e, quando poteva fare, non ha fatto.
David Chiti, candidato a sindaco di Siena