I politici responsabili del dissesto delle istituzioni locali hanno pure la faccia tosta di chiedere nuovamente un voto

di Mauro Aurigi
SIENA. In Italia gli ultimi 20-30 anni sono stati i peggiori dal dopo-guerra. E’ colpa della mala-politica di questo periodo se l’attuale crisi ci ha colpiti così pesantemente a differenza dei paesi della buona politica (Olanda, Danimarca, Svezia ecc), dai quali, anche se vicinissimi come la Svizzera, non ci arrivano le allarmanti notizie sul fronte della recessione che invece sono ormai il nostro pane quotidiano. E ciò vale ancor di più per Siena, dove la mala-politica degli ultimi 30 anni ha creato le condizioni per cui presto soffriremo molto, ma molto di più di altre città consimili. In questo periodo infatti abbiamo assistito alla progressiva e sistematica distruzione di quelle grandi, millenarie o semimillenarie istituzioni cittadine, tutte endogene, a cui la Città doveva tutto l’elevato livello qualitativo della sua cultura e della sua economia.
Ecco come si distinguono i protagonisti di quella trentennale vicenda:
a) gran parte ha avuto il ruolo di artefice diretto nella devastazione;
b) altri, pur non direttamente implicati, hanno approvato incondizionatamente, raccogliendo le briciole della pantagruelica abbuffata di potere e privilegi;
c) altri, gli omertosi, pur capendo hanno taciuto per convenienza o per viltà;
d) poi vengono quelli che in tutto quel periodo non hanno capito nulla di quel che succedeva: innocenti, sì, ma anche imbecilli;
e) infine c’è la sparuta pattuglia dei coraggiosi – ma bastano le dita poche mani per contarli tutti – che hanno capito e non hanno taciuto, cercando di opporsi (resistere, resistere, resistere), spesso pagando di persona, allo scempio che i vandali di cui sopra stavano impunemente facendo dei primati sociali, culturali ed economici che la Città vantava.
Se si escludono questi ultimi, gente come quella dei primi quattro punti, in una comunità decente, non avrebbe neanche il coraggio di farsi vedere per la strada. Da noi, che evidentemente decenti non siamo, invece possono impunemente chiedere addirittura di essere nuovamente votati, millantando sfacciatamente la buona amministrazione che hanno fatto e/o che potrebbero fare in futuro. Per giunta molti di loro pavoneggiandosi, per aggirare la pessima opinione popolare che i partiti si sono guadagnati, dentro liste falsamente civiche, tutte inneggianti al nome della città che loro stessi hanno rovinato.
Ma allora, se ci chiedono nuovamente di votarli, vuol dire che ci hanno presi per idioti cronici. E la cosa terribile è che potrebbero anche avere ragione. Perché dei componenti della casta della politica si può pensare tutto il male che si vuole, tranne che siano stupidi. Loro, che non sono stupidi, sono convinti che saranno rivotati in massa. Se avessero ragione loro, allora nulla quaestio, ossia non esiste più il problema e quindi non c’è più neanche la necessità di resistere e/o di ricostruire la civiltà senese ridotta in macerie. Perché il male voluto non è mai troppo.