Le prime dichiarazioni non lasciano ben sperare

SIENA. Ci eravamo chiesti solo pochi giorni fa, che direzione avrebbe preso la Fondazione MPS con la nomina della nuova Deputazione insieme alla nomina del nuovo Presidente. Avevamo immaginato due possibili direzioni: quella in continuità con le gestioni appiattite ai voleri della politica locale e nazionale e del management della banca (responsabili del disastro MPS) o quella inaugurata dall’ultima gestione in collaborazione con la banca ma in piena autonomia. Le risposte sono arrivate abbastanza rapidamente, con poche e semplici dichiarazioni dei nuovi vertici della Fondazione:
1) La Fondazione può tornare ad erogare contributi anche se con tutte le cautele possibili
2) La Fondazione non consentirà la divulgazione di atti relativi alle precedenti gestioni, pur confermando l’azione di responsabilità
3) La Fondazione deve essere il centro di alleanze strategiche future
Naturalmente va concesso ai nuovi vertici della Fondazione il tempo necessario per gli atti che faranno, su quest’ultimi i cittadini potranno esprimere le proprie valutazioni. Ciò non toglie che le prime dichiarazioni non lascino ben sperare.
Vediamo perché punto per punto:
1) Le attuali linee di indirizzo 2014 – 2017 (pag 5 – Attività Erogativa) indicano in un “ totalecontenimento dell’attività erogativa “ l’azione principale per la messa in sicurezza della Fondazione.Tale contenimento si deve realizzare sia con la dilatazione dei tempi per il pagamento dei debiti per contributi già assegnati, sia con la sospensione dell’assegnazione di nuovi contributi.A parte, naturalmente, la cessione della quasi totalità della partecipazione in Banca MPS per pagare il debito con il pool di banche, non ci sono novità rispetto ad un anno fa (il 15 ottobre fu approvato il documento programmatico strategico pluriennale 2014 – 2017) per cambiare questi orientamenti. Anzi, oggi più che mai, la Fondazione ha bisogno di rafforzare il proprio patrimonio, perché ci sono rischi concreti legati alla situazione di alcune società partecipate, in particolare la Sansedoni SPA e la Siena Biotech Spa, che sicuramente impatteranno sui conti della Fondazione. Non è prudente sottrarre risorse già esigue a queste criticità. Se non vogliamo essere ipocriti, va detto sin da ora che l’azione erogativa non potrà avvenire prima di qualche anno e sicuramente non prima che il rafforzamento del patrimonio non sia un risultato acquisito. Strade diverse sarebbero pericolose e metterebbero a rischio il conseguimento della stabilità che con grandi sacrifici si sta perseguendo. Ciò non vuol dire immobilismo; si potrebbe contribuire ad affrontare le problematiche del nostro territorio anche in altri modi, che già in precedenza avevamo segnalato. Per un periodo abbastanza lungo e, successivamente in parallelo con l’attività erogativa, la Fondazione potrebbe utilizzare il proprio personale e la propria esperienza acquisita in anni di interventi, per fornire consulenze tecniche ed assistenza operativa a tutti quegli enti in difficoltà e che operano sul nostro territorio, per esempio realizzando quell’attività di fund raising, già prevista nel documento programmatico. Si tratterebbe ora di passare dal programma annunciato alla sua realizzazione.
2) Francamente è poco comprensibile il diniego fornito dal Presidente all’accesso all’archivio della Fondazione, siamo ai limiti della correttezza anche formale. E’ lo stesso Codice Etico dell’Ente che al paragrafo 4.2 , pag. 11, “ Rapporto con i media” letteralmente dice: ….. Oltre a rendere pubblico il proprio bilancio di esercizio e il bilancio di missione – conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente – la Fondazione MPS si impegna a rendere pubbliche tutte quelle informazioni utili alla piena comprensione delle attività svolte, dei possibili effetti per la collettività e dei programmi futuri. In ragione della particolare delicatezza di tale compito, la Fondazione espressamente stabilisce come la divulgazione di tali informazioni debba essere esclusivamente riservata alle funzioni competenti (Presidente, Direttore Generale, Deputati su formale incarico del Presidente, del Direttore o della Deputazione Amministratrice). Se l’accesso agli atti è finalizzato alla …piena comprensione delle attività svolte … e se riescono a far capire gli effetti sulla collettività …, perché negarli? Averlo fatto, purtroppo, getta una ombra sulle reali volontà dei nuovi amministratori.
3) E’ evidente che gli attuali proprietari di azioni MPS ex Fondazione non possono considerarsi azionisti stabili della banca, l’azionariato stesso della banca oggi è in gran parte polverizzato tra piccoli azionisti, in parte frammentato in una decina di piccole quote che, insieme non arrivano al 25%, delle quali solo poche (Fondazione MPS, Assicurazioni Axa) possono dichiararsi soci interessati al progetto industriale della banca. Agli altri di Banca e di Fondazione MPS non interessa granché, il loro mestiere è speculare, per cui compreranno e venderanno con questo unico obiettivo (qualcuno lo ha già fatto, Black Rock ha già venduto una parte consistente della propria quota). E’ ovvio che questa non è una public company (una public company è costituita da soci stabili). I veri proprietari, quelli che davvero sono interessati all’attività di MPS, non si sono ancora manifestati, e non si sa nemmeno se già ci sono! Per adesso si può solo immaginare quale potrà essere il futuro assetto societario della banca ed intorno a chi questo nuovo assetto potrà nascere. E’ allora evidente che il patto di sindacato stipulato dalla Fondazione è un patto a scadenza, ed è finalizzato quasi esclusivamente alle prossime nomine dei vertici della banca, cosa accadrà dopo non si sa: se public company vorrà essere è ancora tutta da costruire, e qui la Fondazione può avere un ruolo sicuramente importante. Non è stato un bel vedere la tiritera del cambio nel CDA della banca per far posto ai nuovi soci, e speriamo non si realizzi l’annunciato premio per chi si dimetterà per far loro posto.
A distanza di qualche anno, nonostante i disastri provocati da gestioni attente più agli ordini di scuderia che alle proprie responsabilità, in Fondazione la ruota non gira, rimane ferma, a parte qualche timido movimento subito rientrato!
1) La Fondazione può tornare ad erogare contributi anche se con tutte le cautele possibili
2) La Fondazione non consentirà la divulgazione di atti relativi alle precedenti gestioni, pur confermando l’azione di responsabilità
3) La Fondazione deve essere il centro di alleanze strategiche future
Naturalmente va concesso ai nuovi vertici della Fondazione il tempo necessario per gli atti che faranno, su quest’ultimi i cittadini potranno esprimere le proprie valutazioni. Ciò non toglie che le prime dichiarazioni non lascino ben sperare.
Vediamo perché punto per punto:
1) Le attuali linee di indirizzo 2014 – 2017 (pag 5 – Attività Erogativa) indicano in un “ totalecontenimento dell’attività erogativa “ l’azione principale per la messa in sicurezza della Fondazione.Tale contenimento si deve realizzare sia con la dilatazione dei tempi per il pagamento dei debiti per contributi già assegnati, sia con la sospensione dell’assegnazione di nuovi contributi.A parte, naturalmente, la cessione della quasi totalità della partecipazione in Banca MPS per pagare il debito con il pool di banche, non ci sono novità rispetto ad un anno fa (il 15 ottobre fu approvato il documento programmatico strategico pluriennale 2014 – 2017) per cambiare questi orientamenti. Anzi, oggi più che mai, la Fondazione ha bisogno di rafforzare il proprio patrimonio, perché ci sono rischi concreti legati alla situazione di alcune società partecipate, in particolare la Sansedoni SPA e la Siena Biotech Spa, che sicuramente impatteranno sui conti della Fondazione. Non è prudente sottrarre risorse già esigue a queste criticità. Se non vogliamo essere ipocriti, va detto sin da ora che l’azione erogativa non potrà avvenire prima di qualche anno e sicuramente non prima che il rafforzamento del patrimonio non sia un risultato acquisito. Strade diverse sarebbero pericolose e metterebbero a rischio il conseguimento della stabilità che con grandi sacrifici si sta perseguendo. Ciò non vuol dire immobilismo; si potrebbe contribuire ad affrontare le problematiche del nostro territorio anche in altri modi, che già in precedenza avevamo segnalato. Per un periodo abbastanza lungo e, successivamente in parallelo con l’attività erogativa, la Fondazione potrebbe utilizzare il proprio personale e la propria esperienza acquisita in anni di interventi, per fornire consulenze tecniche ed assistenza operativa a tutti quegli enti in difficoltà e che operano sul nostro territorio, per esempio realizzando quell’attività di fund raising, già prevista nel documento programmatico. Si tratterebbe ora di passare dal programma annunciato alla sua realizzazione.
2) Francamente è poco comprensibile il diniego fornito dal Presidente all’accesso all’archivio della Fondazione, siamo ai limiti della correttezza anche formale. E’ lo stesso Codice Etico dell’Ente che al paragrafo 4.2 , pag. 11, “ Rapporto con i media” letteralmente dice: ….. Oltre a rendere pubblico il proprio bilancio di esercizio e il bilancio di missione – conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente – la Fondazione MPS si impegna a rendere pubbliche tutte quelle informazioni utili alla piena comprensione delle attività svolte, dei possibili effetti per la collettività e dei programmi futuri. In ragione della particolare delicatezza di tale compito, la Fondazione espressamente stabilisce come la divulgazione di tali informazioni debba essere esclusivamente riservata alle funzioni competenti (Presidente, Direttore Generale, Deputati su formale incarico del Presidente, del Direttore o della Deputazione Amministratrice). Se l’accesso agli atti è finalizzato alla …piena comprensione delle attività svolte … e se riescono a far capire gli effetti sulla collettività …, perché negarli? Averlo fatto, purtroppo, getta una ombra sulle reali volontà dei nuovi amministratori.
3) E’ evidente che gli attuali proprietari di azioni MPS ex Fondazione non possono considerarsi azionisti stabili della banca, l’azionariato stesso della banca oggi è in gran parte polverizzato tra piccoli azionisti, in parte frammentato in una decina di piccole quote che, insieme non arrivano al 25%, delle quali solo poche (Fondazione MPS, Assicurazioni Axa) possono dichiararsi soci interessati al progetto industriale della banca. Agli altri di Banca e di Fondazione MPS non interessa granché, il loro mestiere è speculare, per cui compreranno e venderanno con questo unico obiettivo (qualcuno lo ha già fatto, Black Rock ha già venduto una parte consistente della propria quota). E’ ovvio che questa non è una public company (una public company è costituita da soci stabili). I veri proprietari, quelli che davvero sono interessati all’attività di MPS, non si sono ancora manifestati, e non si sa nemmeno se già ci sono! Per adesso si può solo immaginare quale potrà essere il futuro assetto societario della banca ed intorno a chi questo nuovo assetto potrà nascere. E’ allora evidente che il patto di sindacato stipulato dalla Fondazione è un patto a scadenza, ed è finalizzato quasi esclusivamente alle prossime nomine dei vertici della banca, cosa accadrà dopo non si sa: se public company vorrà essere è ancora tutta da costruire, e qui la Fondazione può avere un ruolo sicuramente importante. Non è stato un bel vedere la tiritera del cambio nel CDA della banca per far posto ai nuovi soci, e speriamo non si realizzi l’annunciato premio per chi si dimetterà per far loro posto.
A distanza di qualche anno, nonostante i disastri provocati da gestioni attente più agli ordini di scuderia che alle proprie responsabilità, in Fondazione la ruota non gira, rimane ferma, a parte qualche timido movimento subito rientrato!
SINISTRA, ECOLOGIA e LIBERTA’ – COORDINAMENTO PROVINCIALE SIENA