Scarpelli: "Chi ha responsabilità di governo pensi al bene comune"

Intervento dell'assessore provinciale alle attività produttive

SIENA. In questi anni la Provincia ha cercato di fare tutto il possibile per fronteggiare la profonda crisi che ha interessato il territorio, stando al fianco dei lavoratori e delle imprese. Fin dal nostro insediamento, nel 2009, abbiamo dato priorità ai temi del lavoro attivando, anche insieme alla Regione Toscana, azioni sinergiche per sostenere l’economia senese e per accompagnare il difficile percorso dei lavoratori in difficoltà con misure a sostegno del reddito e con interventi formativi ad hoc. Sono stati quattro anni difficili, durante i quali la Provincia ha coordinato centinaia di tavoli di crisi, cercando di trovare le migliori soluzioni per tutelare i lavoratori e le loro famiglie, in una fase straordinaria di cambiamento, caratterizzata da mutamenti di portata globale. Lo abbiamo fatto mettendoci al servizio del mondo del lavoro e delle aziende, senza demagogia, con pragmatismo e guardando solo a un interesse: quello della nostra comunità. Lo abbiamo fatto cercando di fronteggiare le emergenze, attivando due piani anticrisi che hanno coinvolto centinaia di imprese e migliaia di lavoratori e facendo squadra con le altre istituzioni per favorire l’attrattività di risorse dall’esterno, la coesione sociale e la sostenibilità in tutte le sue accezioni. Abbiamo cercato di fare la nostra parte, nonostante il quadro istituzionale incerto e nonostante le nostre risorse siano state ridotte all’osso. Con questo stesso spirito, a ottobre, prima della fine del mandato, presenteremo i risultati del nostro lavoro, ma soprattutto un progetto strategico per lo sviluppo del territorio che, partendo dalla realtà, guardi ai prossimi venti anni.

Rispondere alle domande di cambiamento e di innovazione. Il “principio” della realtà ha indirizzato il nostro lavoro, convinti che le soluzioni possano essere trovate “mutando pelle”, ma soprattutto dimostrando, nei fatti, di saper stare “al passo con i tempi” e rispondendo, in ogni ambito, alla domanda di cambiamento e di innovazione che viene dalla società. In questo modo, negli ultimi due anni, la Provincia ha affrontato anche le questioni relative alla Banca e alla Fondazione, in coerenza con gli orientamenti espressi dal Consiglio provinciale e in linea con la spinta al rinnovamento, invocata oltre un anno fa dal presidente Bezzini, sempre in sede di Consiglio.

Lo Statuto della Fondazione Mps e le innovazioni. La revisione dello statuto della Fondazione Mps, approvata nei giorni scorsi, è stata una tappa di questo percorso di innovazione che detta regole fondamentali in materia di: apertura della governance alle istanze del mondo sociale, culturale, scientifico ed economico, incompatibilità; trasparenza; innalzamento della professionalità e riduzione dei costi di funzionamento degli organi della Fondazione. Principi che oggi permetteranno, anche in vista delle nuove nomine, di garantire alla Fondazione Mps di avere un’adeguata dotazione di professionalità, anche di respiro internazionale, a servizio della comunità e della priorità fondamentale: tutelare il patrimonio esistente attraverso un progressivo rientro dal debito e una graduale diversificazione dei suoi asset.

Senza tutela del patrimonio della Fondazione non c’è futuro. E’ in questo quadro che va ricondotta la discussione sulla cancellazione del vincolo del 4% al diritto di voto dei soci di Banca Mps. Le decisioni che la Fondazione prenderà, rispetto a questa scelta, dovranno essere fatte con un’autonoma valutazione e una propria strategia sull’utilità che tale misura abbia nella tutela, prima di tutto, del suo patrimonio. Solo se verrà tutelato il patrimonio, infatti, Siena potrà continuare a svolgere un ruolo rispetto alla Banca e soprattutto potrà tornare a esercitare la sua mission al servizio della città e dei senesi. Se questo non avvenisse, rischieremo di andare contro l’interesse della comunità senese. In una fase così importante che avrà ricadute fondamentali per le nuove generazioni, è indispensabile che chi ha responsabilità di governo, in ogni ambito, ragioni in chiave di “bene comune” e non per mere tattiche politico elettorali. Le elezioni sono finite, insieme alla promesse populiste e demagogiche che non hanno futuro.