"Il sistema regionale dei trasporti ferroviari ha bisogno di migliorare"
SIENA. Tra pendolari si dice “vita da pendolari” e quelli che lo sono da sempre si definiscono “pendolari da una vita”. Anche io lo sono stato. Per 15 anni, la mia vita ha avuto una costante: essere pendolare. Intervengo su questo tema non perché siamo in campagna elettorale ma perché so bene cosa significhi salire su un treno alle 5 del mattino e tornare a casa, spesso, alle 20. Ritardi, sempre troppo frequenti, qualità e pulizia dei convogli molto spesso a malapena sufficienti, caldo d’estate e freddo d’inverno, soprattutto, nei regionali, mancanza di informazioni adeguate alle stazioni ferroviarie che, talvolta, sono la beffa che si aggiunge al danno, il ritardo. Il sistema regionale dei trasporti ferroviari ha bisogno di migliorare, i pendolari lo dicono da anni, non soltanto i treni devono essere migliori, ma anche la loro frequenza, i tempi di percorrenza e la puntualità, la chimera del nostro sistema ferroviario. E se questo è ciò che il buon senso suggerisce, che i pendolari chiedono e che in molti si spendono a promuovere, vorrei mettere l’accento anche su altri aspetti realizzabili più velocemente e facilmente, per iniziare ad apportare concreti elementi di cambiamento anche al sistema dei trasporti. Primo aspetto, la questione economica. Viaggiare in treno è una scelta di civiltà, è un mezzo di trasporto “verde”, che merita rispetto e attenzione da parte della politica, per questo propongo la detraibilità dalle tasse regionali degli abbonamenti alle tratte ferroviarie regionali. Il sistema dei rimborsi in caso di ritardi deve essere completamente stravolto, chi sbaglia paga, ma, attenzione, a pagare non possono essere sempre i pendolari. Questo principio deve valere anche per le ferrovie, paga chi non onora la propria obbligazione civile volontariamente assunta o il danno ingiusto procurato ad altri, è un principio che fa parte del nostro bagaglio culturale e giuridico a cui nessuno può venir meno, neppure se si parla di treni. I viaggiatori, i pendolari meritano rispetto, un rispetto che possiamo offrire a partire dai tempi certi, dalla pulizia dei convogli, dai rimborsi chiari in caso di ritardo e dalla possibilità di detrarre l’abbonamento ferroviario dalle tasse regionali. A partire da queste azioni di rispetto possiamo iniziare a costruire, anche sui trasporti pubblici, una rivoluzione culturale, civile e di diritti per tutti. Sono figlio di ferroviere, forse anche per questo, per essere cresciuto nei treni, concepisco la ferrovia secondo un approccio culturale anche di mobilità alternativa e dolce, che può essere il principale mezzo di trasporto da valorizzare.
Le rivoluzioni si fanno dal basso e anche per il trasporto ferroviario la partita si gioca a partire dalla rete regionale, per questo nelle settimane scorse ho percorso la rete ferroviaria regionale: è indispensabile migliorare il collegamento ferroviario tra Siena e Firenze raggiungendo l’obiettivo di percorrenza 50 minuti così come tra Chiusi e Siena.
Stefano Scaramelli, candidato al Consiglio della Regione Toscana, capolista Pd per Siena e provincia
