"E' fallito miseramente il modo di gestire il consenso ed il potere"

Leggo alla rinfusa alcune notizie di stampa che riguardano la situazione politica cittadina e scopro con costernazione che il Presidente della regione Toscana, Rossi, forse spinto dal risultato delle elezioni politiche, intende fare un rimpasto in giunta: esclude l’assessore ai trasporti Ceccobao di Chiusi e lo propone come candidato sindaco del PD per le prossime elezioni amministrative nel comune di Siena.
Mi immagino il Presidente che, su una scacchiera come quella del Risiko propone e dispone, non solo per la sua giunta frutto di una coalizione politica e dei nostri voti, ma anche per risollevare i destini del PD di Siena e della città tutta, annunciando un ipotetico candidato tutto suo.
A questo punto credo di intuire per quale motivo il PD non abbia vinto le elezioni politiche e si avvii a perdere anche le elezioni comunali a Siena. A prescindere dalle qualità della persona Ceccobao, intravedo dietro questa proposta di candidatura buttata la’, un concetto di vecchia politica, di chi crede di aggiustare tutto con due semplici mosse, come sistemasse i supporti di legno per le piante del suo orticello, tralasciando dei fatti essenziali: in città c’è un PD diviso in fazioni in lotta fino all’ultimo sangue, come un partito politico non dovrebbe mai essere, una coalizione di Centrosinistra orfana di vari soggetti politici, con SEL unica forza che ha partecipato alle primarie, che stanca della continua mancanza di considerazione, reclama, ma sottovoce, che il PD non può fare tutto da solo. Nel frattempo i Riformisti, forti di un buon numero di voti, rivendicano un candidato sindaco per la coalizione, al di fuori della solita area ‘cattocomunista’ dove si è pescato finora. Altre forze politiche, quali Sinistra per Siena, che pure dovrebbero essere considerate nell’alveo del Centrosinistra, hanno già indicato il loro candidato Sindaco in Laura Vigni, che ha tutte le credenziali per rappresentare, e bene, il centrosinistra, anche all’interno dell’elettorato del PD.
Senza trascurare che, alcune centinaia di persone, in rappresentanza di varie e variegate forze politiche, manifestano in città con uno slogan forte e impegnativo come “riprendiamoci la città”, pretendendo, giustamente di portare un proprio contributo all’ individuazione del percorso per uscire da una crisi paurosa generata da una classe politica espressione del PD.
Viene sostanzialmente riproposto il vecchio concetto che una parte, un partito forte del consenso elettorale, debba decidere a priori per tutti, quasi che, fare una proposta, sia un diritto e non invece un dovere verso la comunità.
Considero questo percorso assolutamente non condivisibile, inutile per la città e soprattutto non sufficiente per ridare slancio e forza ad una nuova amministrazione comunale che avrà un compito arduo ma indifferibile da compiere: mettere in sicurezza le Istituzioni civiche ed economiche della città, dal Comune alla Fondazione, al S.M. Della Scala, all’Universita’.
Chiederei pertanto a tutti un’accurata riflessione, un passo indietro, così come fatto dal Ceccuzzi, non perché sia stato raggiunto da un avviso di garanzia per il crac del pastificio Amato, ma perché è fallito miseramente il modo di gestire il consenso ed il potere a Siena da un partito che non è più forte delle decisioni prese dopo un confronto serrato all’interno delle sezioni. Non abbiamo alcun bisogno di un partito di dirigenti autoreferenziali che non sono in grado di parlare alla città e di coglier e le esigenze.
Ezio Rotondo – Circolo Città Domani – Sinistra per Siena