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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Regionali: 7 realtà ambientaliste 7 domande ai candidati a presidente

FIRENZE. Da associazioni e comitati ambientalisti toscano e nazionali riceviamo e pubblichiamo.

“Ai candidati alla presidenza della Regione Toscana Antonella Bundu, Alessandro Tomasi, Eugenio Giani. Siamo sette realtà che rappresentano a loro volta un cospicuo numero di Associazioni e comitati ambientalisti toscani e nazionali. Chiediamo ai candidati di portare l’attenzione e di impegnarsi su alcuni temi ambientalisti importanti, rispondendo ad alcune domande che riguardano la salvaguardia dei nostri territori, il contrasto di alcuni tipi di inquinamento e la difesa dei beni comuni.

I temi che vorremmo trattare e le realtà indicate con cui interagire sono i seguenti:

Salvaguardia del verde urbano e dei boschi – ONDA Organismo Nazionale Difesa Alberi Protezione della fauna – Cittadini uniti per la Tutela della Fauna Toscana Multiutility – Rete toscana per la tutela dei beni comuni, con il supporto del Forum toscano movimenti per l’acquaTransizione energetica senza speculazione e a consumo di suolo zero – Coalizione TESS Transizione Energetica Senza Speculazione, con il supporto dell’ass. Atto Primo Salute Ambiente Cultura Elettrosmog – Rete 6×6, con il supporto dell’ass. Atto Primo Salute Ambiente Cultura PFAS – Rete Zero PFAS, con il supporto del Forum toscano movimenti per l’acqua Eolico, CER-Transizione Ecologica, Verde pubblico – Ass. culturale Schierarsi, Piazza di Firenze

Tema 1: Salvaguardia del verde urbano e dei boschi – ONDA Organismo Nazionale Difesa Alberi

RICHIESTA AL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE TOSCANA DI PRONUNCIAMENTO PUBBLICO E IMPEGNO PRE ELETTORALE sul tema VERDE URBANO e BOSCHIVO:Aspiranti Governatori, come rappresentanza toscana di ONDA, Organismo Nazionale Difesa Alberi, a cui sono affiliati numerosissimi Comitati, Gruppi e Associazioni che hanno a cuore la tutela del patrimonio arboreo, vi chiediamo:a) b) Legge Regionale Verde Urbano: cosa avete intenzione di fare concretamente al fine di emanare una Legge Regionale che, secondo la Legge Nazionale 10/2013, i Criteri Ambientali Minimi 63/2020, le Linee Guida ministeriali, le Strategie del Verde Urbano e le Relazioni del Comitato Nazionale Sviluppo Verde Pubblico, stabilisca norme stringenti sulla gestione del Verde Urbano, con particolare attenzione a Piani e Regolamenti del Verde da adottare in OGNI Comune (non solo in quelli con oltre 15.000 ab), che dovranno includere un correlato, congruo apparato sanzionatorio verso chi non dovesse rispettare le leggi e i decreti citati? Partecipazione pubblica: cosa avete intenzione di fare per garantire in modo efficace e trasparente i principi della convenzione di Aarhus (partecipazione attiva dei cittadini) affinché venga rispettata la 1c) a) prevista partecipazione pubblica sia al Tavolo dei Piani di Ripristino della Nature Restoration Law UE 2024/1991 che in ogni questione ambientale?Organi controllo: cosa avete intenzione di fare per garantire la presenza e/o il ripristino sul territorio toscano, in cui è ben nota purtroppo la presenza di attività ambientali illecite, soprattutto nel settore boschivo, di organi di controllo e sanzione, anche volontari quali, ad es., le Guardie Ambientali Volontarie GAV, pubblici ufficiali impropriamente esautorati nel 2015?Protezione dei boschi: cosa avete intenzione di fare per garantire l’integrità del patrimonio forestale, essendo urgente e necessario un tavolo di discussione ampio e di alto livello sui previsti piani antincendio, affinché non si rischi di peggiorare addirittura la situazione attraverso tagli scriteriati per le controverse fasce parafuoco e interventi deleteri sul sottobosco?Tema 2: Protezione della fauna – Cittadini uniti per la Tutela della Fauna ToscanaRICHIESTA AL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA REGIONALE DI IMPEGNARSI AFFINCHÉ VENGANO TUTELATI ANCHE GLI ANIMALI SELVATICI TOSCANI, DA TEMPO BERSAGLIO DI UNA NORMATIVA DI SCHIETTO SUPPORTO AL SETTORE AGRO-VENATORIOPremesso che La Regione Toscana, da anni, registra il più alto numero di “vittime della caccia” (https://ladiscussione.com/301327/attualita/sono-68-le-vittime-per-armi-da-caccia-nella-stagione-venatoria2023-2024/) e questo è un serio problema di pubblica sicurezza (vedasi anche: https://www.vittimedellacaccia.org/dossier-2023-2024-dati-e-grafici-intro/). Le continue modifiche alla legge nazionale 157/1992, legge attualmente bersaglio di un’ulteriore volontà di riforma (ddl 1552) che sarà devastante per l’intero ecosistema (oltre che “stomachevole” come affermato dal dott. Deliperi, Presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico, https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2025/05/18/una-proposta-di-riforma-della-caccia-semplicementestomachevole/#more-42559), stanno portando ad un’inarrestabile diminuzione di tutte le tutele verso la fauna selvatica che, ricordiamo, è «patrimonio indisponibile dello Stato e tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale» (art. 1, comma 1, legge 157/92). Nel Piano Straordinario Regionale Toscano per la gestione e il contenimento della fauna selvatica redatto ai sensi dell’art. 19 ter della legge 157/1992 (vedasi delibera di Giunta 941/2024 e seguenti) la Toscana dimostra di apprezzare certe modifiche alla norma nazionale che permettono (e non obbligano) di deliberare affinché siano particolarmente soddisfatti interessi privatistici quali il mercato armieri, l’agricoltura intensiva e la zootecnia, a scapito della vita degli animali selvatici. A livello regionale, infatti, sono già in atto metodi cruenti volti alla mera e drastica riduzione numerica e, addirittura, all’«eradicazione» di tantissime specie, tra cui ricordiamo: daino, muflone, cervo, capriolo, coniglio selvatico, tortora dal collare, cormorano, oca egiziana, ibis sacro, scoiattolo, volpe e moltissime altre ancora (v. Allegato A alla delibera 941/24). Tutto questo va contro la volontà dei cittadini che si sono ampiamente espressi contro certe pratiche (https://enpa.org/stop-caccia-validate-le-50-000-firme-per-la-proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare/); in Toscana, cresce la preoccupazione anche per la propria incolumità, poiché, per la cosiddetta “caccia di selezione” agli ungulati, è possibile sparare anche la notte e tutto l’anno (delibera giunta reg. tosc. 631/2025).Inoltre, in questa Regione, si permettono pratiche macabre (“caccia alla volpe in tana”, delibera reg. toscana 1555/2024) ritenute di rilevanza penale in quanto si configurerebbe addirittura reato ai sensi dell’art. 544 bis c.p. (“sevizie” e “sofferenze”, https://www.carabinieri.it/media—comunicazione/silvae/la-rivista/areetematiche/fauna/caccia-alla-volpe-in-tana-ed-illeciti-correlati).Si chiede quindi:

• Cosa intende fare il candidato per porre, perlomeno, dei limiti a questa politica regionale che promuove e incentiva il dominio delle doppiette su tutto il territorio?

• Il patrimonio faunistico regionale, che è già in difficoltà e in costante diminuzione a causa di cambiamenti climatici di natura antropica, viene sempre più depauperato da forme di caccia “illimitata”, sia ordinaria che di selezione, caccia che sta causando tra l’altro sempre più rischi all’incolumità dei cittadini: non ritiene sia necessario porre un deciso freno a tutto questo?

Tema 3: Multiutility – Rete toscana per la tutela dei beni comuni, con il supporto del Forum toscano movimenti per l’acqua Servizi pubblici essenziali e acqua: quale modello di gestione intendete sostenere in Toscana? Nell’ambito delle elezioni regionali toscane, riteniamo fondamentale conoscere la Sua posizione riguardo alla gestione dei servizi pubblici essenziali — in particolare acqua, rifiuti ed energia — che rappresentano beni comuni di primaria importanza per la vita delle persone e delle comunità locali. La normativa nazionale ed europea prevede tre forme di affidamento del servizio: 1. Gestione privata tramite gara d’appalto 2. Gestione mista pubblico-privata 3. Gestione pubblica “in house providing”, nella quale gli enti pubblici esercitano un controllo diretto e analogo sulla società di gestione, senza fini di lucro e con reinvestimento integrale degli utili nel servizio.Poiché la legge attribuisce oggi ai Comuni la competenza di scegliere il modello di gestione, chiediamo di chiarire:

1. 2. 3. Quale modello di gestione dei servizi pubblici essenziali Lei intende sostenere per la Toscana: privato, misto o interamente pubblico in house? In che modo, come futura o futuro rappresentante della Regione, ritiene di poter indirizzare o sostenere concretamente le scelte dei Comuni, nel rispetto delle loro competenze ma nell’interesse della gestione pubblica, efficiente e trasparente dei servizi?Ritiene che la Regione debba promuovere una gestione in house senza scopo di lucro, con controllo pubblico effettivo, utilizzo integrale delle risorse a beneficio del servizio e dei cittadini, e con forme di partecipazione e controllo sociale?Riteniamo che la chiarezza su questi punti sia fondamentale per i cittadini toscani, chiamati a scegliere non solo chi li governerà, ma anche quale futuro avranno i beni comuni e le bollette che ogni famiglia paga. Rete Toscana per la Tutela dei Beni Comuni (coordinamento di comitati, associazioni e cittadini per la gestione pubblica e partecipata dei servizi essenziali)

Tema 4: Transizione Energetica Senza Speculazione e a Zero Consumo di Suolo – Coalizione TESS Transizione Energetica Senza Speculazione, con il supporto dell’ass. Atto Primo Salute Ambiente Cultura

• Siete disposti a tutelare l’Appennino e tutte le aree di valore ambientale, turistico e paesaggistico e a negare le autorizzazioni ai progetti di eolico industriale?

• Siete disposti a negare le autorizzazioni al fotovoltaico con consumo di suolo e agrivoltaico?

• Siete disposti a incentivare il fotovoltaico sui tetti delle abitazioni non storiche, aree industriali, arterie stradali, aree dismesse, cave abbandonate, porti, interporti, aeroporti, parcheggi etc.?

• Siete disposti a incentivare le Comunità Energetiche solidali? Con queste istanze ci associamo agli appelli del gruppo dei docenti universitari (https://www.terranuova.it/news/ambiente/appello-di-docenti-universitari-rinnovabili-si-ma-senza-devastare-iterritori; https://www.toscanachiantiambiente.it/nuovi-impianti-rinnovabili-appello-di-alcuni-docentiuniversitari-ai-candidati-alla-regione-toscana/) e del GrIG – Toscana (https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2025/10/04/elezioni-regionali-della-toscana-2025-il-grig-avanzaai-candidati-alla-presidenza-le-proprie-proposte-contro-la-speculazione-energetica-e-per-una-concretatransizione-ecologica/)

Dalla Maremma agli Appennini stiamo assistendo a un “assalto alla diligenza” del sistema di sussidi miliardari messo in campo per i progetti industriali di impianti FER, come riportato anche nell’articolo del Corriere della Sera del 10 settembre scorso a firma di Francesco Pratesi e Massimo Ammaniti: https://www.corriere.it/opinioni/25_settembre_10/occorre-equilibrio-tra-riduzione-delle-emissioni-epatrimonio-ambientale-1712ce9d-7682-41de-90dd-58455db26xlk.shtml

La Coalizione TESS formata da 130 realtà tra Associazioni e Comitati locali si associano alla lettera dei docenti e rivolgono un appello ai candidati per la salvaguardia dei territori toscani e delle comunità minacciati dall’invasione di progetti di mega impianti industriali localizzati proprio in aree fragili e di alto valore ambientale, agricolo e culturale e favoriti da un approccio esclusivamente tecnocratico alla transizione energetica, che invece deve essere primariamente una transizione ecologica. L’ISPRA ci viene in aiuto attestando che installando pannelli su tetti, arterie stradali, strutture ferroviarie, parcheggi, porti, interporti, aree industriali e urbanizzate e cave dismesse possiamo raggiungere, e superare del 30%, gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. A questi si deve aggiungere il contributo delle CER, che insieme al risparmio e all’efficientamento energetico sono tra le soluzioni più valide per una transizione energetica equa, a condizione che siano gestite dalle comunità locali. Per questo chiediamo anche di visionare il nostro documento Per una Transizione Energetica a Zero Consumo di Suolo: https://drive.google.com/file/d/15yJFov2IJjwLfZE6JWv2d7iyzGYD4qfX/view?usp=drive_link

Tema 5: Elettrosmog e applicazione del principio di precauzione e minimizzazione (legge 36/2001) –Rete 6×6, con il supporto dell’ass. Atto Primo Salute Ambiente Cultura

Visto l’innalzamento dei limiti elettromagnetici disposti della legge 214/2023 chiediamo ai candidati alla presidenza della Regione Toscana di rispettare il principio di minimizzazione previsto dalla legge 36/2001 art. 8, comma 6, invitandoli a leggere la nostra posizione:3https://www.attoprimo.org/come-affrontiamo-il-tema-elettrosmog-la-posizione-di-atto-primo/ e facendo propri i principi del Manifesto della rete 6×6: https://www.attoprimo.org/manifesto-della-rete-6×6-obiettivi-e-strategie/ (nello specifico p. 7).

Chiediamo pertanto di sottoscrivere il seguente impegno:

1. 2. 3. 4. Chiediamo di monitorare e di rendere pubblici i risultati dello studio che la Regione toscana ha commissionato ad Arpat e ARS sull’impatto che l’elettrosmog ha sulla salute umana. Sollecitare i comuni ad approvare criteri per il corretto insediamento delle antenne e per la minimizzazione delle esposizioni, con l’adozione del Regolamento di cui all’art. 8, comma 6, della stessa legge 36, coerentemente con il principio di minimizzazione, che è più stringente del principio di precauzione (entrambi i principi citati per la prima volta nella legge 36/2001). Ciò per evitare il far west elettromagnetico. Il Regolamento potrà tenere conto dei siti sensibili come scuole, asili, presidi sanitari, prevedendo ad esempio il divieto di insediamenti di Stazioni Radio Base in prossimità di tali siti. Prevedere fondi per progettare “Spazi Calmi” ovvero zone in parchi cittadini no WiFi per proteggere la popolazione fragile: elettrosensibili in costante aumento e malati di Sensibilità Chimica Multipla. Prevedere fondi per implementare il catasto capillare regionale delle stazioni radio base e antenne collegate e la loro tipologia.

Tema 6: PFAS – Rete Zero PFAS, con il supporto del Forum toscano movimenti per l’acqua.

Partendo dalla constatazione che ARPA delle regioni Piemonte e Veneto hanno appurato, tramite le indagini effettuate, che le maggiori fonti di inquinamento da PFAS sono rappresentate dagli scarichi industriali (che utilizzano tali sostanze) e dalle discariche (prevalentemente da quelle che hanno accolto rifiuti speciali e pericolosi) e pure i gestori del servizio Idrico (SMAT del Piemonte e VIACQUA del Veneto) hanno confermato tale contingenza, dichiarando pure di non essere in gradi di depurare i reflui dai PFAS e di avere costi altissimi per rendere potabile l’acqua.

Anche il monitoraggio ambientale di ARPAT sui corpi idrici superficiali: fiumi, laghi, acque di transizione del Triennio 2022-2024, ha evidenziato la presenza di PFAS nella quasi totalità delle acque superficiali e in buona parte anche di quelle sotterranee e, addirittura, nel 47% delle acque superficiali vengono superati, per queste sostanze, i limiti degli Standard di Qualità Ambientale (SQA); pure il report di Greenpeace effettuato sugli scarichi dei distretti industriali della nostra regione ha evidenziato una situazione critica in queste aree, mentre le analisi realizzate dalla Rete Zero PFAS Toscana hanno riscontrato nelle analisi che hanno fatto effettuare situazioni a dir poco allarmanti nei torrenti vicino alle discariche. Chiediamo ai candidati alla presidenza della Regione Toscana e al consiglio regionale la disponibilità a presentare in regione una proposta di legge che, come la Regione Veneto, fissi limiti per i PFAS più rigorosi di quelli europei e reali studi e analisi per individuare le aree a rischio al fine di mettere in sicurezza le fonti idriche e monitorare le filiere agroalimentari e come la Regione Piemonte ha già emanato una legge che regolamenta, con limiti specifici, lo scarico di PFAS nelle acque superficiali, sia per soggetti pubblici (Enti di governo degli Ambiti e gestori del servizio) che privati (scarichi industriali), ed ha istituito un osservatorio regionale per la riduzione dei PFAS.

Tema 7: Eolico, CER-Transizione Ecologica, Verde pubblico – Ass. Culturale Schierarsi, Piazza di Firenze

EOLICO: L’Italia è un paese, da un punto di vista idrogeologico molto fragile e le continue frane, smottamenti ed inondazioni che accadono sempre più di frequente, ce lo ricordano. Dare il permesso di costruire sugli Appennini pale eoliche alte fino a duecento metri, significa non considerare affatto il pericolo del dissesto idrogeologico, dovuto ad interventi drastici sull’ecosistema messi in atto quando si installano gli aerogeneratori:

• ampi sbancamenti e scavi per strade per il passaggio di mezzi pesanti e materiali vari, come porzioni prefabbricate di strutture imponenti, cavi metallici, cavi per il trasporto dell’energia etc, alterando anche il profilo dei versanti;

• escavazioni profondissime per l’installazione di ogni pala, asportazione di tutta la copertura vegetale, impermeabilizzazione e disboscamento generalizzato;

• imponente la perdita dell’azione di stoccaggio del carbonio esercitata da boschi e suolo, mai considerata, e che potrebbe alterare la quantità di anidride carbonica che teoricamente si propone di risparmiare con questi impianti;

• imponente la riduzione delle capacità di assorbimento di acqua e di ricarica delle falde freatiche, gli smottamenti conseguenti ed il conseguente incremento del rischio alluvionale a valle; oltre al fatto che questi impianti distruggono per sempre il paesaggio e l’economia del territorio legata al turismo. Oltretutto l’Italia presenta valori di ventosità poco interessanti per questa tecnologia: pur essendo il quinto paese d’Europa per potenza eolica installata, l’Italia risulta essere ultima per produttività degli stessi impianti.

CER: Una diffusione massiva del fotovoltaico nell’edilizia residenziale grazie allo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili invece consentirebbe, tra l’altro, una gestione diretta della produzione elettrica da parte dei cittadini e finalmente un vero risparmio, riducendo i costi elevati poco chiari presenti in bolletta di trasporto e distribuzione dell’energia e dei famosi oneri di sistema e garantendo la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro a medie e piccole imprese per l’installazione capillare degli impianti: posti di lavoro reali e vicini ai cittadini toscani, non quelli millantati dalle multinazionali, in occasione di ogni presentazione di un nuovo faraonico impianto eolico.Alla luce di quanto illustrato, non sarebbe dunque meglio dare incentivi ai privati e costruire fotovoltaico sui tetti, anziché aggredire le montagne, rovinando per sempre zone non ancora antropizzate?

VERDE PUBBLICO: Le evidenze scientifiche dicono chiaramente che gli alberi in contesti urbani forniscono benefici ecosistemici indispensabili alla vita ed al benessere degli esseri umani, e che per ottenere gli stessi benefici di un albero pluridecennale occorrono fino a 40 alberi giovani, ma studi di confronto su temperature e stoccaggio di carbonio arrivano a rapporti di 1:415 e 1:48.061 (Tuser-Leverett 2021)! Pertanto, il concetto “si taglia ma si ripianta” caro a tante Amministrazioni (v. Firenze), deve essere subito sostituito col principio di conservazione e tutela del patrimonio arboreo esistente.

Chiediamo quindi ai candidati Giani, Tomasi e Bundu, di esprimere la propria posizione riguardo:

• Progetti di pale eoliche sull’Appennino, che continuano inesorabilmente ad andare avanti.

• Realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili, in tutti i comuni della Toscana, entro la prossima consiliatura, eventualmente anche grazie ad incentivi Regionali appositamente studiati.

• I tagli del verde cittadino: che strategia porrete in atto in materia e se intendono emanare una Legge Regionale di tutela e valorizzazione delle aree verdi urbane (Collaborazione e dati: ONDA)

Per rispondere si prega di scrivere a coalizionetess@gmail.com, info@retetoscanabenicomuni.it, ondalberi@gmail.com, tutelafaunatoscana@gmail.com”.

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