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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Regionali 2025: istruzioni per l’uso e tutto quello che c’è da sapere

FIRENZE. I toscani saranno chiamati alle urne per eleggere presidente e consiglieri regionali domenica 12 ottobre dalle 7 alle 23 e lunedì 13 ottobre dalle 7 alle 15. Due giorni come nel 2010 e 2020, uno in più rispetto al 2015. Lo scrutinio si svolgerà nel pomeriggio del lunedì.  

§Nelle sezioni elettorali – 3922 in tutta la Toscana, quattordici in meno rispetto al 2020 – presidenti, segretari e scrutatori, che sono oltre ventitremila, saranno comunque al lavoro fin da sabato, per autenticare le schede e attrezzare i seggi. 

A votare occorrerà presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali di ciascun Comune saranno per questo aperti anche domenica.  

All’ultima revisione a fine settembre erano 3.007.106 gli elettori iscritti nelle liste (quasi ventiduemila in più rispetto a cinque anni fa), tra cui oltre diciassettimila diciottenni e 203 mila toscani residenti all’estero e iscritti all’Aire (203.242 per la precisione al 30 giugno scorso, pari al 6,75 per cento dell’intero elettorato). 

Una scheda ma due voti
Ci sarà una sola scheda, di colore arancione, ma due sono i voti: uno per il presidente, l’altro per una delle liste in appoggio e dunque per la composizione della futura assemblea regionale. Due voti che possono essere anche disgiunti, come già si poteva fare dal 2010. 

Sulla scheda i simboli sono incolonnati sulla sinistra e, a fianco, è indicato il candidato presidente collegato, il cui nome, in caso di coalizione, si trova all’interno di un rettangolo ampio corrispondente alle liste che lo sostengono. Accanto ad ogni simbolo si trova sulla scheda l’elenco dei candidati consiglieri della circoscrizione con una casella a fianco da contrassegnare per indicare la preferenza.  Di circoscrizioni ce ne sono tredici in tutta la Toscana: quattro per la città metropolitana fiorentina e una  per ciascuna altra provincia.

IL FACSIMILE DELLA SCHEDA DESTINATA AGLI ELETTORI DI SIENA E PROVINCIA

I nomi dei candidati consiglieri, come l’ordine delle liste, variano da circoscrizione a circoscrizione. Non era obbligatorio neppure presentarsi in tutte: a ciascana lista per essere ammessa ne bastavano nove. In questa tornata elettorale tutte le liste sono comunque presenti in ogni circoscrizione.  

Il voto disgiunto, possibile dal 2010
Il voto ad una lista automaticamente si trasferisce al candidato presidente. Se invece un elettore indica solo il candidato presidente, il voto non andrà a nessuno dei partiti o dei movimenti che lo sostengono. E’ possibile anche votare il candidato presidente di uno schieramento e un partito di una diversa coalizione (il cosiddetto “voto disgiunto” per l’appunto). Lo si può fare indicando anche uno o due aspiranti consiglieri.

Le preferenze, uomo e donna se due
Tornate nel 2015, rimangono infatti le preferenze: ovvero la possibilità di votare per uno o due candidati consiglieri di una stessa lista anziché su elenchi bloccati, salvo nel caso del listino regionale (possibilità consentita dalla legge ed utilizzata, nell’attuale tornata elettorale, solo da Pd e Lega). Se la lista raccoglie un numero sufficiente di voti per entrare in Consiglio regionale i candidati del listino regionale bloccato – tre per il Pd e uno per la Lega – saranno i primi ad essere eletti: i loro nomi non sono riportati sulla scheda, ma sono presenti nei manifesti ufficiali delle elezioni. Sulla scheda, in presenza di listino bloccato,  sotto il simbolo è riportata la dicitura “lista regionale presente”. 

Tutti gli altri nomi dei candidati di collegio sono riportati  e basterà spuntare la casella. Nel caso un elettore esprima due preferenze, una dovrà  riguardare un candidato uomo e l’altra una candidata donna (o viceversa) , naturalmente tutti e due sempre della medesima lista. Nel caso di assenza di alternanza di genere la seconda preferenza in ordina di lista sarà annullata. Con oltre tre nomi indicati tutti i voti di preferenza saranno annullati. I consiglieri eventualmente nominati assessori dovranno dimettersi e saranno sostituiti dai primi non eletti.

Ballottaggio, solo se nessuno al 40 per cento 
Si vota con la possibilità di un turno di ballottaggio, da svolgersi a distanza di due settimane: tra le Regioni la Toscana è l’unica che lo prevede. Ma a differenza della regola che riguarda le elezioni comunali, dove la soglia sotto cui si ricorre al ballottaggio è il 50 per cento più uno dei votanti,  nel caso delle regionali toscane l’eventualità si concretizzerà solo se nessun candidato presidente raccoglierà almeno il 40 per cento dei voti validi.  La possibilità di un turno suppletivo è stata introdotta nel 2015.

Al ballottaggio si presentano i due candidati più votati. Tra il primo e il secondo turno non sono ammessi ulteriori collegamenti tra le liste: le coalizioni rimangono invariate. Cinque anni fa Eugenio Giani, candidato del centrosinistra, raccolse al primo turno il 48,62 per cento dei consensi contro il 40,46 per cento di Susanna Ceccardi, candidata del centrodestra. Alle urne si recò il 62,6 per cento degli elettori, un’affluenza più alta e in controtendenza rispetto al 2015 (quando fu il  48,28 per cento, la più bassa di sempre).

La nuova giunta
I risultati dello scrutinio saranno pubblicati in tempo reale sul sito della Regione attraverso il portale nazionale Eligendo. Si tratta comunque di risultati ufficiosi: quelli ufficiali arriveranno dopo che i tribunali avranno esaminato e riletto i verbali di tutte le sezioni elettorali toscane. Spetterà alla Corte  di appello proclamare il nuovo presidente: di solito nei dieci giorni successivi. A quel punto ci saranno altri dieci giorni per convocare la prima seduta del Consiglio regionale e in quell’occasione il neo presidente comunicherà i componenti della nuova giunta, che nella legislatura in corso ha contato otto assessori (quattro donne e quattro uomini). 

Come saranno assegnati i seggi del futuro Consiglio

Chi vince avrà da 23 a 26 seggi. Almeno quattordici devono essere i consiglieri riservati alla minoranza. Le soglie di sbarramento e la rappresentanza dei territori

Assieme al presidente della Regione, i toscani eleggeranno anche i consiglieri che andranno a comporre la futura assemblea regionale: quaranta in tutto (quarantuno con il presidente della giunta che ne fa parte integrante), lo stesso numero del 2015 e 2020, quindici in meno rispetto al 2010 e ben venticinque in meno rispetto al 2005. Per la coalizione vincente è previsto un premio di maggioranza, variabile: su quaranta seggi, non potrà averne meno di 23 (ma non più di 26).

Soglia di sbarramento
Potranno sperare di avere un rappresentante in consiglio regionale solo le liste che raccolgono più del 5% dei consensi in tutta la regione o, se parte di una coalizione e la stessa ha superato il 10 per cento,  se  hanno raccolto più del 3 per cento del consenso elettorale.  Il calcolo della soglia si effettua sul totale dei voti validi per le liste e non su quello ai candidati presidenti.

Premio di maggioranza
Se il presidente eletto ottiene più del 45% dei voti, la coalizione che lo sostiene avrà diritto ad almeno  24 seggi (il 60 per cento dei quaranta in palio) ma non potrà andare oltre 26. Se il presidente eletto raccoglie tra il 40% e il 45% dei voti, la coalizione che lo sostiene avrà diritto da 23 a 26 seggi: se non li ha raccolti con i voti, le saranno assegnati con il premio di maggioranza. Se nessun candidato ottiene almeno il 40 per cento al primo turno (e si andrà al ballottaggio), 23 saranno i seggi assegnati alla coalizione del candidato vincente. In questo modo il presidente eletto potrà sempre contare su una maggioranza sufficiente per governare.

Almeno 14 seggi per la minoranza
La legge toscana garantisce in ogni caso anche l’opposizione: alle minoranze sono riservate complessivamente almeno 14 seggi. Per questo nel caso una coalizione raccolga più del 65 per cento dei consensi i consiglieri assegnati non potranno essere più di 26. 

Un consigliere (almeno) per ogni circoscrizione
C’è un ulteriore paletto. Ognuna delle tredici circoscrizioni ha diritto a vedere eletto nel futuro Consiglio regionale almeno un consigliere, in modo da essere rappresentata.

Toscani all’estero e fuori sede, rimborsi e sconti a chi torna per il voto 

Sono 203 mila gli elettori potenziali sparsi nei cinque continenti. La maggior parte, un quarto, proviene dalla provincia di Lucca 

I toscani all’estero che vorranno votare per eleggere il nuovo presidente della Regione e il futuro consiglio regionale dovranno per forza tornare in Toscana per farlo. Sono circa 203 mila gli elettori  sparsi nei cinque continenti su poco più di tre milioni di toscani chiamati complessivamente alle urne il 12 e 13 ottobre. 

Spostarsi è l’unico modo per esercitare il proprio diritto – il voto per corrispondenza è possibile solo per politiche e referendum – e farlo dai continenti più lontani è più complicato.

Per chi sarà nella possibilità di tornare, sono previsti comunque rimborsi: almeno per chi vive stabilmente fuori Italia ed è iscritto all’Aire, l’Anagrafe dei residenti all’estero. Per i toscani residenti all’estero che torneranno nei dieci giorni prima delle elezioni, votando s’intende e dimostrando di averlo fatto, e ripartiranno nei dieci giorni successivi – ovvero arriveranno non prima del 3 ottobre e se ne andranno entro il 23 ottobre – saranno garantiti 103 euro (se in arrivo da un Paese europeo) e 206 euro  (se provenienti da un altro continente). La somma sarà erogata direttamente dal Comune e va richiesta all’ufficio elettorale. 

Chi si sposterà con la propria auto non pagherà l’autostrada (ma solo dal quinto giorno prima del voto ai successivi cinque per il viaggio di ritorno). 

Italiani e toscani all’estero
Gli italiani che vivono all’estero, secondo i dati provvisori in possesso di Istat erano al 31 dicembre 2024 sei milioni e 382 mila, quasi un milione e centomila persone  in più rispetto al 2018, in crescita di 243 mila (4%) rispetto all’inizio del 2024. Un dato che –  al netto di nascite, decessi e rimpatri –  evidenzia  un’impennata significativa degli espatri (156 mila, + 36,5% sul 2023) parzialmente attribuibile, probabilmente, all’entrata in vigore della legge che prevede sanzioni per gli italiani che soggiornano all’estero per oltre dodici mesi e non si iscrivono nei registri dell’Anagrafe italiana dei residenti all’estero.  Gli italiani all’esterno vivono per lo più in Europa (54%), mentre il 40,9% in America. Argentina e Germania sono i paesi che contano le comunità più numerose. Poco meno di un italiano residente all’estero su tre è nato in Italia. 

I toscani che risiedono fuori Italia sono 226.732 (dati aggiornati ad aprile 2025), che è circa il 6,19 per cento di tutta la popolazione toscana (pari a 3 milioni e 663 mila persone). Sono più dei residenti del comune di Prato e in crescita. Nel 2023 infatti i toscani all’estero erano poco più di  214 mila e molti meno, 179.711, a dicembre 2018. In venti anni gli italiani all’estero sono raddoppiati e i toscani ancora di più, visto che nel 2004 erano circa 91 mila. In 5.574 hanno lasciato la regione nel 2023. 

Le maggiori presenze si continuano a contare in Brasile, Argentina e a seguire Regno Unito, Svizzera, Francia, Germania e Stati Uniti seguita dalla Spagna, meta negli ultimi anni di una nuova emigrazione europea dove vivono più di diecimila toscani. In numeri assoluti le province di Lucca e Firenze sono i territori che contano più emigrati e dunque più elettori fuori Italia: più di cinquantamila a Lucca (un settimo, oltre il 14 per cento, dell’intero corpo elettorale) ed oltre 37 mila nella provincia fiorentina, seguita da Livorno (26 mila) e Massa-Carrara (quasi 19 mila). 

Agevolazioni anche per chi vive altrove in Italia 
Non solo i toscani all’estero possono comunque contare su rimborsi, se tornano a casa per votare. Chi vive per lavoro o studio altrove in Italia potrà usufruire di tariffe agevolate sui treni, con sconti tra il 60 e il 70 per cento a seconda del tipo di treno e della compagnia (dal 3 al 23 ottobre) e sconti anche sui viaggi in aereo (Ita Airways per voli su Firenze offre riduzioni di 40 euro a tratta per chi arriva dal 5 ottobre e riparte entro il 20). Sarà sufficiente mostrare la tessera elettorale: al ritorno  debitamente timbrata per attestare il voto avvenuto. Agevolazioni sono previste anche per i trasporti marittimi. 

I numeri nelle urne dal 1970 al 2020

L’affluenza alle urne è passata nei primi quarantacinque anni dal 95,9 al 48,28 per cento, risalita nel 2020 in occasione delle ultime elezioni

Anche se non aveva all’inizio neppure una sede e poteva contare solo su poche decine di dipendenti, la Regione Toscana, che nel 2020 ha festeggiato i suoi primi cinquanta anni, come le altre Regioni in Italia nacque fra grandi aspettative: tra politici e amministratori naturalmente, ma anche fra la gente comune. E altissima fu la partecipazione al voto. Si aspettavano i risultati in piazza, come usava allora, e addirittura una folla si radunò fuori dal Consiglio regionale per l’approvazione del primo Statuto.

In cinquanta anni l’astensione è poi progressivamente cresciuta (e parecchio), come del resto in tutta Italia. L’affluenza è scesa in Toscana dal 95,9% del 1970 al 48,28% del 2015. il dato più basso in assoluto di tutte le tornate elettorali, la prima volta con meno della metà degli elettori che si sono recati alle urne, dodici punti inferiore a quella del 2010, un dato lievemente peggiore rispetto anche alle altre sei regioni chiamate al voto nello stesso giorno. Nel 2020, ultime elezioni regionali, l’affluenza è stata pari al 62,6 per cento. 

La Toscana comunque, 2015 a parte, nella seconda metà del Novecento si è sempre caratterizzata come una delle regioni con i più alti livelli di partecipazione elettorale – di sicuro alle elezioni politiche, ma anche ai referendum con la sola eccezione di quello sulla caccia – e la voglia di esserci alle urne è rimasta quasi sempre più alta che altrove. Una forbice, positiva, tornata a crescere ed allargarsi nel 2006, anno in cui in Toscana votò l’87,4 per cento degli elettori e in Italia l’81,4 per cento: addirittura l’88,08 per cento alle politiche del 2008, anche se dal conto furono in quel caso esclusi i residenti all’estero, con un falso effetto ottico per cui, in Toscana come nel resto d’Italia, la partecipazione sembrò aumentata più di quello che in realtà era.

La dodicesima volta alle urne
Dal 1970 ad oggi, escluso l’appuntamento elettoralee del 12 e 13 ottobre 2025,  i toscani hanno già votato undici volte per le elezioni regionali: nel 1970, nel 1975, nel 1980, nel 1985, nel 1990, nel 1995, nel 2000, nel 2005, nel 2010, nel 2015 e 2020. Fino al 2000 gli elettori sono stati chiamati alle urne per eleggere il solo Consiglio regionale, dal 2005 direttamente anche il presidente della giunta.

Nei primi quindici anni partecipazione altissima
Nella prima tornata elettorale per le Regioni, quella del 1970, alle urne si recò il 95,9% dei toscani. Gli elettori allora erano circa mezzo milione in meno rispetto ad oggi, ma non votavano i diciottenni: in totale 2.522.286. I votanti, da 21 anni in su, furono 2.418.505. Furono eletti 50 consiglieri. Il 15 e 16 giugno 1975, per la seconda tornata elettorale (e prima volta per i diciottenni alle urne), la percentuale di votanti fu ancora stellare: il 95,7%. Gli elettori erano 2.721.711, i votanti furono 2.604.174. Alle elezioni del 8 e 9 giugno 1980 gli elettori erano 2.814.093. La percentuale dei votanti scese al 93,1%, i votanti furono 2.620.171. L’affluenza alle urne subì ancora un lieve calo nelle elezioni del 12 e 13 maggio 1985: il 92,7%. Gli elettori erano 2.903.472, i votanti furono 2.691.660.

Nel 1990 l’affluenza scende sotto il 90 per cento
E’ con le elezioni del 6 e 7 maggio 1990 che si scende per la prima volta sotto la soglia del 90%. I votanti furono infatti l’89,63%. Gli elettori erano 2.970.732, alle urne si recarono 2.662.659 persone. Nel 1995 la percentuale si abbassa ancora: 85,1%. Gli elettori il 23 aprile 1995 erano 3 milioni e 33 mila 474, ma al voto vanno in 2 milioni 582 mila 948. Si abbassa ulteriormente nel 2000, quando la percentuale scende al 74,6%. Gli elettori erano 3.033.656, ma al voto si recano in 2.263.863 persone.

Le elezioni dal 2005 ad oggi
Nel 2005 la soglia cala ancora: 71,4%. E’ la prima volta dell’elezione diretta del presidente della giunta, ma questo non basta ad attrarre più toscani alle urne: gli elettori sono 3.022.353, i votanti 2.156.460. In Consiglio regionale vanno 65 consiglieri, quindici in più rispetto al 2000. Con le regionali del 28 e 29 marzo 2010 l’asticella scende ulteriormente,  trend comune a tutta l’Italia. Gli elettori chiamati in Toscana alle urne erano quell’anno 3.009.691, ci vanno in 1.827.266, il 60,71%, terzultimi tra le tredici regioni al voto – ed eleggono 55 consiglieri. Il 31 maggio 2015 l’affluenza arretra ancora, per la prima volta sotto la metà degli aventi diritto: 48,28 per cento. Gli elettori chiamati alle urne erano 2.985.690, ma si recano alle urne solo 1.441.504. Vengono eletti 40 consiglieri, lo stesso numero dei componenti del consiglio regionale del 2020 quando, su 2.987.881 elettori iscritti all’ultima revisione prima del voto, si recarono alle urne 1.870.283 toscani (il 62,6%).  

Per saperne di più:
Consulta l’archivio storico delle elezioni in Italia: https://elezionistorico.interno.gov.it/

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