Tema: Dove va Siena? Idee e proposte per il futuro della città
SIENA. L’Associazione di cultura politica Ora Siena (di area Pd, ma in aperta critica con il gruppo dirigente di quel partito) ha tenuto la sua prima iniziativa. Dove va Siena? Idee e proposte per il futuro della città il titolo scelto per l’incontro cui hanno aderito molti cittadini. Anzi, una partecipazione che ha messo in difficolta gli organizzatori essendo stata oltre le loro previsioni, tanto da far essere piccola la sala dell’Excelsior scelta.
L’incontro è stato aperto dal presidente Fabio Lapisti che ha evidenziato come Ora Siena, sia un’associazione culturale e politica aperta, fatta per smuovere le acque della politica cittadina, per sollecitare all’impegno per affrontare i numerosi problemi che vive la città. Siena ne ha bisogno, con i partiti tradizionali indeboliti e una classe politica è diventata autoreferenziale. Bisogna costruire un percorso che porti alle elezioni amministrative con nuovi contenuti e nuove persone. Il prossimo sindaco dovrà avere talento e competenza ma anche essere normale nell’accettare il confronto e la critica costruttiva. Caratteristiche queste, negli ultimi tempi, venute meno”.
E’ seguita l’introduzione di Ernesto Regina che ha evidenziato come “Siena rischia di pagare due volte l’attuale crisi economica e produttiva. La prima perché subisce le contrazioni di mercato e calo dei consumi a causa delle ridotte capacità di spesa di imprese e famiglie. La seconda perché a causa della crisi del sistema politico locale può implodere l’equilibrio economico-produttivo-finanziario senese. La Fondazione, per scelte politiche, viene esautorata e relegata ad un ruolo di comprimario con l’inevitabile desenisizzazione della Banca. È’ questo che noi leggiamo come effetti pratici degli atti e dichiarazioni della giunta Ceccuzzi, dimenticando di avere avuto ruoli politici rilevanti negli ultimi dieci anni. La crisi istituzionale non può che essere vista come una fuga dalle responsabilità e un’incapacità di proporre ricette e soluzioni nell’interesse della città. In città non c’è dibattito sui temi cruciali, nel merito delle cose. C’è una cappa che impedisce un dibattito serio, approfondito, documentato. La stessa informazione è monca. E questo è un problema per la democrazia cittadina che è dimezzata. L’associazione vuole aprire un dialogo, costituire un luogo, favorire quel florilegio di associazioni recenti a partecipare al fine di dare alla città una nuova classe dirigente. Perché non sono più credibili una riproposizione della giunta Ceccuzzi o qualche fac-simile. C’è la necessità di riscrivere, di riaffermare un “costituto”, un patto in cui tutti i cittadini si possono riconoscere.
Poi è stata la volta dell’intervento di Pier Paolo Fiorenzani che ripercorrendo le recenti vicissitudini della citta ha detto come deve preoccupare il Pd di Siena e noi tutti il fiorire quotidiano di Associazioni Civiche, Gruppi di dibattito, Incontri di confronto, Club di genitori ecc. sui temi e problemi della città. E’ un segno di vitalità democratica da non scoraggiare, quando affronti questioni aperte e prospettive serie nascono dalla realtà vissuta e da aspirazioni legittime, quando non è strumentalità politica di parte, di fazione, d’interessi inconfessati. Sulle proposte serie, non demagogiche; sulle analisi oggettive e non qualunquistiche, che pure si tano talvolta scopertamente, è necessario porre urgente attenzione. Non è il momento dei colpi di spugna su errori e responsabilità. E’ il tempo degli omini probi che, alla luce di precedenti positivi servizi alla comunità, uniscano la loro esperienza all’entusiasmo e alla buona intenzione di giovani e donne e uomini motivati alla frontiera del bene comune. Il buon servizio a Siena non tollera più le scelte preconfezionate e calate da sussiegosa arroganza e presunzione di potere, ma da vera democrazia di base. Così, seppur deludessi, vogliamo sperare anche e ancora il Pd:
Si sono poi alternati due ospiti, un sindacalista e uno studente, per contributi su due importanti questioni quali la Banca e l’Università.
Antonio Damiani, segretario nazionale del coordinamento Fisac Cgil della Bmps, nel suo discorso, atteso e seguito, è partito dal ringraziamento per l’invito rilevando come i sindacati dei lavoratori della banca siano determinati a partecipare a tutte le iniziative utili per cercare di incrinare il muro di silenzio e la vera e propria subalternità culturale di una parte della città, da settori della politica, rispetto alla Dirigenza del Mps. Silenzio reso ancora più impenetrabile a causa dell’atteggiamento della stampa locale (quella cartacea soprattutto) che tende a non riportare le posizioni sindacali. È importante interrogarsi sul futuro della Banca, anche in relazione all’aumento di capitale “dedicato” che inciderà pesantemente sui futuri assetti proprietari e sulla natura stessa della Banca. Così com’è necessario comprendere quanto i progetti di cessione e di esternalizzazione siano parte di un più ampio progetto teso, come minimo, a ridimensionare l’Azienda e a spostarne i centri decisionali altrove. È stata ripetuta l’assoluta contrarietà alle esternalizzazioni, alle quali ci si opporrà in ogni modo, che l’Azienda vuole fare a prescindere da ogni ragionamento di riduzione dei costi. È questo il motivo per il quale la Banca rifiuta il Progetto solidaristico del sindacato preferendo espellere lavoratori dal Gruppo. Il quadro è completato dalla disdetta integrale del Contratto Integrativo, operazione assolutamente inedita nel Settore, e dall’instaurarsi di un clima interno basato sulle pressioni individuali e sulle intimidazioni e che sta sfociando ora nei primi licenziamenti.
Andrea Zeppi, studente iscritto all’ultimo anno di linguistica e studi cognitivi, ha sostenuto come un’Università messa alle corde, deve trovare il coraggio di superare la didattica, ponendosi delle domande su quali scelte di uscita sono adesso disponibili al proprio studente. Il territorio può e deve intervenire in proprio a quest’ultima fase dell’avviamento del laureato, o laureando, alla professione, mirando a evitare una dispersione delle competenze che non arricchisce lo stesso sistema locale che in esse ha investito.
L’incontro si è chiuso con il proposito dell’Associazione di organizzare la propria strutturazione, aprire alle adesioni, promuovere iniziative di dibattito, partecipare ai confronti e agli incontri in atto tra le associazione senesi di varia estrazione e colore politico che ragionano sul futuro della città.
