"Ma temiamo che accada come in passato"

L’attuale Deputazione Generale, pur nominata con metodi discutibili e comunque in qualche modo forzata esecutrice della fine della Senesità del MPS, passaggio che impone la massima moderazione e nessun tipo di trionfalismo,, potrebbe continuare nella sua apprezzabile azione, diversa rispetto a quella dei predecessori, che, per il ruolo ricoperto all’atto delle tante errate scelte, sono da ritenersi responsabili del disastro della Fondazione, della Banca MPS e dell’intero territorio; scelte che dovranno sottostare all’azione di responsabilità, da noi richiesta da anni, ora finalmente attivata, ma che dovrà essere supportata e portata a termine nei tempi più brevi possibili.
In questa settimana dovrebbero essere nominati i nuovi amministratori della Fondazione. Invitiamo la Deputazione Generale ad agire seguendo criteri di buon senso e di assoluto rigore, nel solo interesse della Fondazione e della Comunità, di fatto proprietaria dello storico Ente, evitando le solite furbizie, o aggiramento delle norme, come evidenziato anche in recenti esposti presentati da parte di un legale Senese.
Ribadiamo la necessità di selezionare persone competenti e con specifici requisiti, tra i quali l’amore per la città e l’appartenenza al territorio, tenendo conto che la gestione della Fondazione è estremamente semplice, dovendo basarsi solo su onestà ed oculatezza e non, come accaduto, su imprudenza, imperizia e finanza speculativa, principi in contrasto con i dettami dello Statuto che almeno in quella parte erano molto precisi.
Continuiamo quindi a fare presente la disponibilità per questi ruoli di figure Senesi di alto e provato profilo, mai prese in considerazione perchè non “fedeli od obbedienti” al fallito e trasversale Sistema Siena. Si potrebbe infatti facilmente attingere sia da coloro che hanno caratterizzato la crescita e la grandezza del MPS negli scorsi decenni, sia da coloro che si sono battuti negli ultimi anni per tentare di impedire le scelte scellerate compiute dal famelico gruppo di potere, a partire dalla privatizzazione del MPS, passando per la Banca 121, fino ad arrivare a quella “mortale” dell’Antonveneta.
Rompere con il passato e portare questi alti profili Senesi ad interagire anche con soggetti di caratura internazionale potrebbe essere la positiva novità, volta ad assicurare chiarezza e verità sulle responsabilità, e a rilanciare la Fondazione, privilegiando criteri di efficienza e trasparenza, prima di tutto quello riguardo ad una riduzione del personale e, soprattutto, degli Organi Amministrativi, non più adeguati all’attuale patrimonio della Fondazione, fino a valutare l’applicazione dell’art. 23 dello Statuto in merito alla liquidazione di questa Fondazione e la creazione di un Ente più snello, più vicino al territorio e autonomo dalle distorte logiche politiche..
Tutto per riportare l’Ente a quel ruolo di garante dello sviluppo sociale ed economico per il quale era stato fondato.